D’acqua e di luce è un progetto che nasce dalla distruzione e dalla resurrezione di una popolazione che, nonostante i tragici avvenimenti, vuole risollevarsi e scoprire una nuova luce dalle proprie ceneri. Ho voluto rappresentare il ricordo della tragedia, ma anche la voglia di rialzarsi. Le opere hanno al loro centro la sinergia di verbo e immagine, perché la mia idea è stata quella di unire all’immagine le sensazioni e i sentimenti della scrittura, tramutando il dramma in un'immagine poetica, che possa diventare il sentimento univoco di una comunità. Per dare vita a queste opere ho utilizzato una carta ruvida e forte, ma capace di accogliere le linee serpentine dell’acqua attraverso la tecnica dell’acquerello, con rifiniture date dalla tecnica del colore acrilico. Attraverso i materiali ho voluto descrivere il carattere dei campigiani, apparentemente ruvidi fuori, ma sempre disponibili a dare una mano al prossimo nei momenti difficili. Attraverso questi acquerelli ho voluto ricordare anche i momenti di solidarietà, che sono stati tanti, e commoventi sono stati i volontari venuti da tutti Italia per aiutarci. Alle immagini ho voluto unire alcune poesie che vogliono ripercorrere la storia di Campi Bisenzio, anche attraverso alcune opere letterarie, raccontare le attività delle associazioni di volontariato e semplicemente come siamo noi, sempre pronti ad aiutare il prossimo senza mai tirarci indietro. Le due poesie Marina e Bisenzio non sono un’accusa alla natura ma sono i primi sentimenti che le persone, in maniera spontanea, hanno provato davanti alla distruzione della loro vita, scontrandosi con la demolizione dei sacrifici del passato. I sentimenti autentici, sia del momento che dei giorni seguenti, che passano inesorabili, sono diventati la forza della rinascita di un paese. Le mani del Bisenzio che un tempo cullavano la città, diventano le mani di un condottiero che si riprende con la forza le vite delle persone. Il torrente Marina, rappresentato come una donna dai lunghi capelli che formano delle onde, un tempo rappresentava una sorella comprensiva per il suo popolo, che accarezzava le mura antiche della Villa Montalvo, dove risiedeva la storica Biblioteca Comunale, oggi è diventata la sorellastra crudele che è riuscita ad assopire le grida d'aiuto del suo popolo. Una delle ultime poesie che ho voluto comporre, quasi come un'esigenza personale, è stata la poesia che si intitola Acqua, perché l’acqua solitamente viene paragonata alla vita tanto da rappresentare la linfa vitale del nostro corpo: ebbene, la forza dell'acqua si è tramutata nella nostra più grande nemica, colei che ha percosso le nostre ragioni. Il giorno dell’alluvione ho fatto una promessa a me stessa, che questa sciagura che ha colpito la mia città, e la mia famiglia, non sarebbe riuscita a colpire la nostra dignità e la nostra tenacia, ed è per questo che voglio far conoscere a tutti, oltre i confini della Toscana, la portata di questa catastrofe.
Linda Paoli