La tua stella polare - in libreria
La tua stella polare - in libreria
Tornano in libreria le collane di divulgazione
Fin dall'antichità la costruzione di nuovi ponti ha rappresentato per gli uomini una doppia possibilità: quella di fare nuove scoperte e conoscenze ma anche di incorrere in conflitti e divisioni: Vinicio Ongini, nel suo articolo Piccoli costruttori crescono, pubbblicato su LiBeR 123, riflette sulle prime tecniche di progettazione e costruzione dei ponti nel passato, che rimandano alle strategie attivate dai bambini nella quotidianità per realizzare piccole e grandi opere ingegneristiche nel vero senso della parola. Dunque con quali storie si possono costruire ponti? con quali combinazioni? Secondo Ongini esistono veri e propri personaggi ponte, condivisi, portatori di materiali interculturali e di molteplici appartenenze, che diventano elementi di unione. Personaggi come questi sono Giufà, Cenerentola, i Folletti, il Lupo. Anche il crossover narrativo, ovvero quel processo di attraversamento che nel marketing editoriale diventa fenomeno multigenerazionale, può essere definito letteratura-ponte? Ne parlano Stefano Calabrese e Valentina Conti, che riflettono su uno dei tratti più evidenti del mercato editoriale globale, ossia la difficoltà di distinguere oggi modelli estetici e in particolare letterari per adulti o per l'infanzia. Il loro contributo si intitola Crossover e letteratura-ponte e si concentra sulle nuove forme narrative ibride legate all'adolescenza - età che viene vista dall'origine come l'unione degli opposti, il "ponte" in cui tutto interagisce con tutto - caratterizzate dall'accavallamento dei codici di genere, come accade per esempio nei film della Pixar, dove il linguaggio della pop art si creolizza con l'immaginario disneyano. Illustrazioni di Roberto Abbiati.
Convegno organizzato dal Centro regionale di servizi per le biblioteche per ragazzi toscane, Comune di Campi Bisenzio, Regione Toscana, Biblioteca Tiziano Terzani, LiBeR
Campi Bisenzio, Teatrodante Carlo Monni, 18 novembre 2021
Nei video seguenti, la registrazione del convegno
Incontri con personaggi notevoli di tutti i tempi
Un progetto – curato da Vinicio Ongini e realizzato da Idest – in collaborazione tra Comune di Campi Bisenzio con la Biblioteca Tiziano Terzani, Sezione Soci Coop di Campi Bisenzio e LiBeR, con il sostegno di Unicoop Firenze.
Gli amori di Cassiopea è il secondo capitolo della saga de Le sorelle Gremillet, acclamato e premiato in Francia e firmato da due noti nomi del fumetto: Giovanni Di Gregorio (serie di Dylan Dog e Dampyr, Topolino, Monster Allergy) e Alessandro Barbucci. I personaggi principali sono tre sorelle, diversissime l’una dall’altra: Sara, forte e orgogliosa, Cassiopea, romantica e sognatrice, e Lucille, la più piccola e riservata. Si rimane subito stregati da questi volumi che permettono di immergersi completamente nel mondo delle tre sorelle in maniera immediata e naturale: il primo volume era dedicato ad un’avventura magica dove era Sara a guidarci e dove venivamo a conoscenza di eventi del passato che riguardavano la famiglia delle ragazze e che avevano lasciato segni profondi. In questo è Cassiopea la vera protagonista, la più emotiva, con il suo carattere incline alla fantasticheria, creativa e passionale. Questo nuovo episodio ci accoglie in piena estate: come ogni anno, Sara, Cassiopea e Lucille trascorreranno le vacanze a casa della nonna, che abita in un piccolo paesino di campagna. E come ogni estate ritroveranno i loro vecchi amici, i nascondigli segreti in campagna, le feste di paese ma anche qualcosa di nuovo che le attende. Un fantasma sembra aggirarsi nelle rovine vicino al paese, in molti l’hanno sentito suonare le campane della vecchia chiesa ma nessuno l’ha visto... chi è e cosa vuole? Divertenti le scaramucce tra Cassiopea e la sorella maggiore Sara, la trama di questo secondo episodio è semplice e fila liscia” senza intoppi e senza grandi stravolgimenti ma risulta perfettamente godibile e altamente piacevole nello scorrere dinanzi al lettore in una narrazione equilibrata e con qualche colpo di scena ben posizionato. I disegni sono una gioia per gli occhi: i colori nitidi, le linee stondate, i giochi di luci e scenari assolati e bucolici riescono a immergere il lettore nella storia in maniera avvolgente, le ambientazioni interne fanno desiderare di essere proprio lì, seduti al tavolo con le tre sorelle e la nonna. Anche il secondo volume si conferma un graphic novel tutto al femminile con l’arrivo del personaggio della nonna, smemorata e amabile, che aiuterà Cassiopea a crescere e a mettere se stessa al primo posto, continuando a guardare il mondo con occhi pieni di magia.
Giulia Romualdi (da LiBeR 137)
Gli amori di Cassiopea
Giovanni Di Gregorio,
ill. di Alessandro Barbucci
Tunué, 2022, 72 p.
(Prospero’s Books)
€ 16,90 ; Età: da 10 anni
È un parco ombroso e umido, che accoglie la materialità organica dei corpi e della natura, dove i bambini vogliono sempre e comunque andare, dove accadono incontri di senso con personaggi che scompaiono nella nebbia e permangono nella nostalgia. Vogliamo, e anche non vogliamo dice il libro, con una prima persona plurale poetica e straniante che con perentoria intenzione afferma la valenza cruciale degli spazi educativi e la necessità ancestrale di appartenere a luoghi di terra e cielo, alberi e animali. Non ne vogliamo sapere di andare via, dicono i bambini. Da un parco che è un paese straniero ma proprio per questo unica patria possibile a ospitare l’estraneità e l’alterità irriducibile dell’infanzia urbana in fuga dalla città. Sono corpi bambini prigionieri e liberati, corpi protesi in una tensione dinamica – e attrazione – verso la fuga e l’avventura, affermata nel gioco narrativo e simbolico che popola il tempo del parco e il suo spazio labirintico, sottratti agli sguardi normativi. Vanno altrove, per poter poi decidere, in autonomia, che vogliono ritornare a casa, dai genitori: il ripensamento della fuga bambina non è rinuncia all’avventura ma declaratoria di affetti. Topos narrativo di tanta grande letteratura per l’infanzia (dai Giardini di Kensington in poi) il parco evocato da Sara Stridsberg, autrice e drammaturga svedese, in questo testo asciutto e visionario, e da Beatrice Alemagna in tavole pittoriche intense, si colloca fra mito e cronaca, fra sogno e denuncia, in uno spazio poetico e profondamente politico. Il dibattito sullo sgambare di cani e corridori, sull’acquisto di tabacchi o altri beni primari, raramente ha trovato una direzione comune nella difesa pedagogicamente fondata del diritto inalienabile dei bambini al movimento fisico, all’esplorazione corporea dello spazio, alla percezione senso-motoria della natura, degli alberi, del cielo, garantiti in ambito cittadino soltanto dall’accesso alle indispensabili aree verdi. Al parco non è solo un capolavoro artistico, è anche, prestando ascolto al suo nucleo più radicale, un manifesto politico. Tolta all’infanzia ogni patina zuccherata, le restituisce un corpo vivo, organico, sognante e “cosmico”, cioè connesso al pianeta in modo affatto innocente. Il suo invito pone una questione filosofica, politica e pedagogica, nello spazio di un libro illustrato.
Marcella Terrusi (da LiBeR 137)
Al parco
Sara Stridsberg,
ill. di Beatrice Alemagna
TopiPittori, 2022, 64 p.
€ 24,00 ; Età: da 4 anni
A scuola: mai essere ultimi. Semmai penultimi, “raccomandava” Truffaut, che aveva trasformato in film memorabili la propria traumatica esperienza sull’argomento.
A nessuno piace Jonna sembrerebbe un’indagine in questa direzione, anzi oltre, dato che la ragazzina, cui si allude nel titolo italiano, gravita nel limbo degli “inclassificabili”. Lo scopriamo dalla sua stessa voce: Jonna è colei che narra, il che è un paradosso, apparendo in famiglia e in classe quasi muta, ma insieme è il naturale contraltare del suo sentirsi spuria all’esterno, non conforme alle Aspettative Genitoriali. Perché “I figli devono avere almeno una cosa di cui i genitori possono vantarsi”. Rassegnata o caustica, auto-sabotante – in realtà nella testa e nella voce di Jonna, nel dietro le quinte poco esaltante della sua stanza e sotto il suo letto, tra riferimenti a“caccole” e a dolciumi rubati come l’affetto che non crede di meritare, c’è un universo ricchissimo di humour e di intuizioni sul contesto – la periferia di Stoccolma – nonché sulla parte “politically correct” della società, a cominciare dai genitori, fino ai docenti e fino a comprendere l’inarrivabile costante termine di paragone, a lei costantemente imposto, della sorella più grande, Miriam: il massimo dei voti, bella come richiesto, incensata da adulti e coetanei (vedi meccanismo stritolante dei “social”). Una diade, quella tra Jonna e Miriam, che si riflette in quella tra la madre e zia Debbie, ex tossicodipendente. Ma anche il ruolo in cui la società vorrebbe inchiodare Miriam contiene insidie abissali (basti pensare a Il dramma del bambino dotato di Alice Miller) e sarà proprio Jonna, artefice di un gesto scioccante verso la sorella, a far deflagrare la bomba della sua coazione alle “A”, della perniciosa sindrome della più brava. Intanto lei, forse dislessica, pure attentissima e critica nei confronti degli adulti (“sentiamo tutto anche quando indossiamo le cuffie”), trova in se stessa la forza di contrastare bulli e bulle della scuola in difesa di Miriam e si rivela indimenticabile portatrice di uno stile spesso fatto di una sola cruciale, deflagrante parola e punto e a capo. Una parola coraggiosa, antiretorica, propulsiva su chi siamo e possiamo essere.
Maria Grosso (da LiBeR 137)
A nessuno piace Jonna
Cilla Jackert;
trad. di S. K. Milton Knowles
Camelozampa, 2022, 208 p.
(Gli arcobaleni)
€ 11,90 ; Età: da 12 anni
Dopo l’avvincente trilogia dei romanzi sul fiume (Mondadori) e la bellissima storia narrata in La più grande (Rizzoli), Davide Morosinotto esce con un altro importante romanzo, Temporali, edito da Camelozampa. Un’opera declinata in due volumi – Intreccio e Fabula – che sembra rispondere a un’esigenza di sperimentazione da parte dell’autore e che richiama, per alcuni aspetti, gli storici libri game di Joe Dever usciti negli anni ’80 e ’90 nella collana Lupo Solitario (E. Elle). Con la differenza che in Temporali la scelta del lettore è fatta a monte: la storia può essere letta nel modo più tradizionale, seguendo l’ordine cronologico degli eventi (Fabula), oppure seguendo l’ordine dei capitoli con salti temporali tra passato e presente (Intreccio). La narrazione ci catapulta in una dimensione fantascientifica. L’audace Agente temporale Michela Falco si trova coinvolta in un’importante missione: una bomba è scoppiata in un liceo di Bologna alle 11.56 del 19 maggio, provocando numerose vittime e incidenti a catena nella città, e il suo compito – assistita da una squadra di tecnici e scienziati che operano da una base militare segreta con l’aiuto di Marie, un potente computer – è quello di proiettarsi nel passato per modificare gli eventi ed evitare il massacro. Tutto deve avvenire nel giro di ventiquattro ore, ma qualcosa, incomprensibilmente, non funziona. E mentre il cronometro continua inesorabilmente a correre, la squadra è costretta a operare avvolta in un’inaspettata Nebbia. Anche Michela è confusa: cosa sta succedendo? Perché il passato sembra sfuggire al controllo? Forse perché sono coinvolti due studenti quasi suoi coetanei e lei non riesce a mantenere il solito distacco? O forse perché qualcuno sta tentando intenzionalmente di contrastare la sua missione? La trama si dipana velocemente verso un finale non scontato, che lascia forse il desiderio, nel lettore affezionato ai libri di Morosinotto, di una più approfondita caratterizzazione dei personaggi e di una scrittura meglio controllata in alcune parti della narrazione. Un romanzo comunque originale, che rappresenta un interessante tassello nella produzione di un autore tra i più significativi del panorama editoriale contemporaneo.
Gabriela Zucchini (da LiBeR 136)
Temporali
Davide Morosinotto
Camelozampa, 2022, 2v.
(Le spore)
€ 16,90; Età: da 13 anni
Il secondo romanzo di Trent Dalton, dopo il sorprendente esordio con Ragazzo divora universo, ha davvero l’aspetto di “un dono caduto dal cielo”, da quel luminoso cielo australiano che muove l’immaginazione e l’azione di Molly Hook. È l’ottobre del 1936 quando Molly, bambina becchina del cimitero di Darwin, perde la madre Violet, musa ispiratrice della sua leggiadria d’animo, coltivata anche grazie all’amore di Violet per la poesia, che passerà intatto alla figlia, le cui escursioni tra lapidi ed epitaffi alla ricerca del “romanticismo del cimitero” riecheggiano a tratti sia l’Antologia di Spoon River che Foglie d’erba. Violet non ha retto al regime di quotidiana brutalità e odioso sfruttamento, a cui entrambe sono state sottoposte da parte dei fratelli Hook, ubriaconi violenti dal cuore di pietra; ma, come “dono dal cielo”, Violet ha lasciato alla figlia una padella di rame massiccio appartenuta al nonno Tom Berry, tenace cercatore d’oro, sulla quale sono impressi in forma poetica i segni di una mappa del tesoro, un giacimento situato nei territori degli aborigeni, che ha segnato il destino della famiglia dopo che il grande capo Bob Giubbalunga ha lanciato una maledizione contro Tom e tutti i suoi discendenti. Il viaggio sulle tracce di Bob Giubbalunga inizierà solo anni dopo, quando il 19 febbraio 1942, Molly fuggirà da Darwin che, sempre dal cielo, è appena stata bombardata e distrutta dai giapponesi. Libera finalmente dal padre e dal terribile zio Aubrey, Molly partirà alla ricerca dei motivi della maledizione di Giubbalunga e dei modi per annullarla. Questo viaggio attraverso il Top End, l’incontaminato estremo Nord dell’Australia, in compagnia di Greta, aspirante attrice, amica occasionale dello zio, e di Yukio Miki, il nemico caduto dal cielo, sarà un’esperienza che attingerà copiosamente ai miti e all’immaginario dei nativi, portando Molly a immergersi in quelle zone d’ombra dove crescono mostri come i minatori di stagno, sognatori come i mangiatori di veleno della foresta di rampicanti, e anime nere come quella dello zio Aubrey. Discutibile, in questa eccellente operazione editoriale, la scelta di non predisporre un indice sommario che avrebbe facilitato l’orientamento tra gli oltre 25 capitoli del libro.
Riccardo Pontegobbi (da LiBeR 137)
Tutti i bagliori del cielo
Trent Dalton;
trad. di A. Bariffi
HarperCollins, 2022, 475 p.
€ 19,50 ; Età: da 14 anni
La collana Lampi di genio, attraverso gli agili volumetti firmati e disegnati da Luca Novelli, da oltre vent’anni racconta le biografie di uomini di scienza e d’ingegno. Fra i tanti titoli pubblicati, solo due sono dedicati a figure femminili: la prima è Marie Curie, la seconda è la scienziata, oceanografa, attivista ambientalista e scrittrice americana Rachel Carson. La figura di Carson è da noi meno celebre che nei paesi anglosassoni e questo Lampo è utile proprio per conoscerla e approfondirne l’opera, decisamente moderna. E’ un invito alla lettura particolarmente prezioso nel decennio della Ocean Literacy (2021-2030) dedicato da UNESCO e Nazioni Unite all’educazione all’oceano e alle scienze del mare per lo sviluppo sostenibile, con riferimento all’Agenda 2030. La letteratura e la poesia da sempre indagano le relazioni invisibili fra le cose; il linguaggio narrativo, poetico, artistico e quello scientifico, nell’opera dei più grandi geni della storia, non sono disgiunti. Così accade nelle opere di Rachel Carson, mentre nella sua biografia le esperienze si succedono in un ordine apparentemente casuale, dall’impiego all’Ufficio Pesca alla scrittura radiofonica, dalle ricerche sul DDT al successo editoriale. Sempre, con umiltà, determinazione, sensibilità e coraggio, Carson persegue la divulgazione della conoscenza, l’approfondimento scientifico, l’esplorazione attraverso la scrittura, la progettazione di azioni sostenibili, in un tempo in cui tutto ciò era fin troppo moderno. Raccontare la biografia di Rachel Carson alle bambine e ai bambini significa mostrare loro le strade e i linguaggi utili per dare un contributo alla cultura e alla scienza, alla vita e al futuro del pianeta. Significa anche affermare la necessità di superare la netta separazione delle discipline, abbattere il pregiudizio sulla mancanza di talento e inclinazione femminile per la ricerca scientifica, mostrare quanto siano importanti insegnanti e genitori capaci di aprire possibilità e spazi anche alle bambine e offrire loro un modello che le incoraggi a esprimere la loro vocazione “cosmica” a leggere legami, relazioni e conseguenze fra fatti e cose, in più linguaggi possibili, per considerarsi parte attiva e voce indispensabile nel discorso ecologico sulla nostra “casa” comune.
Marcella Terrusi (da LiBeR 136)
Rachel Carson e la primavera dell’ecologia
Luca Novelli
Editoriale Scienza, 2022, 128 p
(Lampi di genio)
€ 9,90; Età: da 8 anni
A volte, nel mare infinito dei picturebook, si trova un albo inaspettato, parole immagini e sentieri di cartotecnica e carta, che si aprono in volo oltre i binari del rivisitato, del noto. Che toccano note del profondo, brandelli nascosti negli interstizi tra vita e letteratura (ma esistono?), come filando una tela di comprensione reciproca tra bambini e adulti, un tracciato di specchi tra le pagine. Davvero un bel respiro. Accade con Semini di Alice Keller, con illustrazioni di Youngin Kim e grafica di Lia Dalu (espressione del progetto Ars in fabula, master in illustrazione per l’editoria, coordinato da Mauro Evangelista e curato da Edizioni Corsare). Perché è proprio questo il punto: dischiudere territori altri, anche quando sembra che grandissima parte delle strade siano già state esplorate. Sfatare convenzioni e convenevoli narrativi, illuminare squarci di non detto nelle relazioni tra genitori e figli. Sognare tra macchie di colore leggere come calzini spaiati o fiori appena abbozzati. È così che Semini si schiude a un io narrante che sussurra alla mamma e parallelamente a chi legge, perdendosi negli spazi bianchi dell’albo, nonché nella sua filigrana di intimità tra parole e disegni infantili e non, tra esili tratti a china e pastelli, tra acquarelli e proiezioni impalpabili dell’anima di chi scrive (Keller, autrice e libraia autentica e guizzante). In Semini ci sono oggetti come scintille, ci sono mestoli, cuscini, un treno, una barca, ci sono gusci e coperte; una tenda, un uovo, un uccellino. E c’è il desiderio di essere ancora più piccoli, di ciucciare la papera del fratellino fino a risentire il suono del nostro essere tutt’uno col battito della madre e, dentro di lei, col battito del mondo. C’è quella cosa incomprensibile e acuminata che è la rabbia di lei e la rabbia ancora più inafferrabile di chi “narra” ora in rima ora no (“Quando mi sgridi faccio il sasso/ quando mi urli chiudo la bocca come un tappo…”), c’è il desiderio universale di nascondersi per farsi cercare, c’è un delizioso imprendibile sentire dentro che diventa tangibile sulle pagine. E capiamo che non abbiamo mai smesso di fingere di dormire per avvertire il rumore di lei che si muove nella stanza in punta di piedi.
Maria Grosso (da LiBeR 136)
Semini
Alice Keller,
ill. di Youngin Kim;
Edizioni Corsare, 2022, 32 p
€ 18,00 ; Età: da 4 anni
Primo amore è un graphic novel che parla del senso di urgenza che si ha a 18 anni. Ari Kyrkos ha terminato il liceo e vorrebbe trasferirsi a Baltimora per sfondare nel mondo della musica, ma i suoi genitori vogliono che il ragazzo li aiuti nella gestione dell’attività di famiglia, che non naviga in buone acque e che rappresenta tutto quello che lega Ari alle sue origini greche e ai valori della tradizione, tutto quello da cui vorrebbe scappare. Per poterlo fare Ari cerca un sostituto in grado di dare una mano all’attività dei genitori: all’annuncio di lavoro risponde Hector, un ragazzo samoano della sua età e a lui complementare. Ari è indeciso, irrequieto, immaturo e suscettibile, Hector è sicuro di sé, adulto, pacato e allegro e la sua passione per la cucina farà riscoprire ad Ari il legame con la sua infanzia e i suoi cari, oltre che aprirgli gli occhi su aspetti della sua vita che vedeva in maniera distratta e viziata. L’amore che nasce tra i due ragazzi è genuino e un po’ infantile, ma tenero e forte. Bloom (sbocciare), titolo originale del graphic, sembra più indicato per questo libro: questa è sì una storia d’amore, ma la trama ruota intorno a molto altro ancora. O forse si potrebbe pensare che il primo amore al quale si fa riferimento non sia quello verso un’altra persona, ma verso se stessi. Imparare ad amarsi richiede uno sguardo onesto verso di sé, e il protagonista fa un primo passo in questa direzione. Assistiamo alla sue crisi e alla sua crescita pagina dopo pagina: entrare in conflitto, ribellarsi, comprendere i propri errori sono tutti aspetti tipici del romanzo di formazione, qui ripresi in forma di graphic. Tante questioni rimangono aperte, qualcosa si dipana, ma nulla si risolve; come d’altronde succede quando si è giovani come Ari. Grazie a Hector viene riscoperto un tempo lento, riaffiorano ricordi di infanzia, viene a galla la vera personalità di Ari. La trama in sé è semplice, i personaggi sono ben delineati e lo stile di disegno è elegante e morbido, giocato sui toni del blu e del verde. Non tutto viene approfondito appieno ma la narrazione è naturale e la trama risulta delicata e capace di toccare diverse corde che rendono questo graphic attraente sia per un pubblico di young adults, che per un pubblico più adulto.
Giulia Romualdi (da LiBeR 136)
Primo amore
Kevin Panetta,
ill. di Savanna Ganucheau;
trad. di L. Tenorini
Il Castoro, 2022, 351 p.
€ 18,00 ; Età: da 14 anni