Un progetto per la costruzione di una cittadinanza culturale.
Con il progetto Sconfinamenti: letture, narrazioni e letterature in movimento – vincitore del Bando del Centro per il libro e la lettura “Città che legge” 2020 – il Comune di Piacenza, attraverso la Biblioteca Passerini-Landi, in collaborazione con Equilibri, si è posto l’obiettivo di far emergere e sollecitare storie, scritte e narrate, di migranti del presente e del passato, di origine italiana e straniera, per consentire, attraverso la condivisione, di connettere storie di persone in movimento di oggi e di ieri. A sostegno del progetto, un’ampia rete di enti pubblici e di associazioni impegnate sui temi dell’inclusione, dell’integrazione e del plurilinguismo, tra i quali il Museo dell’Emigrazione Scalabrini di Piacenza, La Matita parlante, Mondo aperto, DuLaLa. Storie di italiani e stranieri migranti, in un’ottica di circolarità che accomuna le esperienze, in considerazione delle caratteristiche del nostro territorio provinciale, che ha conosciuto forti ondate migratorie sia in uscita che in entrata. Letture e narrazioni per superare confini, fisici o interiori, attraverso le quali ci si è confrontati e incontrati, in un percorso di reciproco arricchimento umano e culturale: per conoscere e scoprire storie sconfinate all’interno della propria classe o della comunità cittadina; per connettere storie di migranti italiani e stranieri; sollecitare storie individuali e familiari attraverso l’ascolto, il racconto e la scrittura; esplorare la narrativa italiana e internazionale; raccontare storie con un approccio plurilinguistico e la comunicazione in simboli CAA.
Il percorso è stato declinato con le scuole secondarie e la cittadinanza attraverso sconfinamenti letterari, che hanno visto la proposta di tanti libri di narrativa e di una pluralità di incontri con autori nazionali e internazionali, tra i quali Sabrina Efionayi, Paul Dowswell, Chen Jiang Hong, Gholam Najafi, Wu Ming; sconfinamenti narrativi, a partire da una rielaborazione dell’esperienza della Human Library, la biblioteca vivente, organismo internazionale nato in Danimarca nel 2000 con l’obiettivo di creare una società più inclusiva attraverso la valorizzazione delle differenze culturali, sociali ed etniche; il potenziamento con scaffali in lingua delle biblioteche cittadine, scolastiche, del carcere e del quartiere multietnico della città; l’adesione al progetto Mamma Lingua, con l’acquisto della nuova bibliografia in lingua e il coinvolgimento di mediatori culturali e madrelingua per promuoverne la fruizione presso le famiglie. Particolarmente innovativo il progetto con le scuole, che ha visto le alunne e gli alunni, a coppie o in piccoli gruppi, trasformarsi in libri viventi – proprio come accade nella Human Library – per raccontare i propri sconfinamenti, geografici o interiori, a partire da suggestioni fornite durante gli incontri. Le storie raccontate, tradotte anche nella lingua madre dei ragazzi e delle ragazze, sono state poi trascritte e rielaborate in termini narrativi dai propri compagni, e condivise con il gruppo classe. I testi più significativi sono infine confluiti in una antologia multilingue, pubblicata da Erickson nel 2023, dal titolo Storie sconfinate. Storie tra le quali emergono in particolare i testi scritti da adolescenti, che hanno declinato il tema degli sconfinamenti anche in senso personale e identitario, rivendicando la libertà di essere sé stessi, al di là di tutte le gabbie imposte. E dai quali emerge un senso di sradicamento, di estraneità tipico dell’età adolescenziale, concepita come terra di confine in cui si decide il proprio destino. Testi che rappresentano anche un atto di fiducia, da parte dei giovani autori, nei confronti delle finalità del progetto, con loro condivise, e che svelano il processo complesso, a volte doloroso, di costruzione della propria identità e la difficoltà di sentirsi radicati. Come scrive Alex, originario della Romania, con uno spiccato talento per la scrittura, sopraffatto da un costante sentimento di non appartenenza: “A casa, per strada, a scuola o su un treno mi sento comunque straniero, straniero rispetto agli altri, ma forse anche rispetto a me stesso”. O Daniel, padre italiano e madre di Santo Domingo, che dichiara di sentirsi ancora straniero in Italia, ma che ancora più brutto è “sentirsi stranieri nella propria casa”. Mentre indimenticabile è l’immagine evocata dalle parole di Abdul, rrivato in Italia a sei anni dall’Africa Nera, che di fronte alla perdita di tutte le persone più care scrive: “Nei miei occhi tutto è diventato deserto”. Storie, scritte e narrate, il cui incontro ha consentito una contaminazione culturale di storie di qui e di altrove di straordinaria potenza, nell’ottica di fondare una cittadinanza culturale, presupposto di consapevolezza sociale e civile, che ha trovato espressione simbolica in un Passaporto culturale appositamente creato e consegnato a tutti i partecipanti al progetto. Perché la lettura è per definizione uno sconfinamento che abbatte barriere, consentendo di esplorare il mondo intero. L’umanità intera.
(Gabriela Zucchini)
Per approfondimenti sul progetto: https://sconfinamenti.piacenzachelegge.it/