Mostri ammalati
Emanuelle Houdart; trad. di P. Floridi
Il Castoro, 2005, 30 p.
(Bambini)
€ 24,50 - Età: da 6 anni
Questo albo sorprende per indimenticabili ritratti di mostri di arcimboldeschi volumi, tinteggiati con colori a volte quasi pop, e bimbetti furbi e rasserenati che scalano stregonesse e orchi e circondano vampiri in un gioco di gulliveriane dimensioni ribaltate.
I mostri sono enormi, colorati e ingombranti, come antenati scomodi o incubi incarnati, però sono ampiamente percorribili dagli sguardi dei lettori e dai piedi di quei bambini disegnati, perché sono mostri ammalati. L’orco ha fatto indigestione, il vampiro ha mal di denti, qualcun altro, peggio ancora, soffre di angoscia o depressione. Fatto sta che qui il problema non è più il mostro, ma un mostro spinto al limite dell’umanizzazione dal suo soffrire di sangue al naso o simili, fisici e psicologici malanni. Il testo ci informa dell’inconveniente occorso, spiega sintomi e posologie medicinali per la guarigione, utilizza termini tecnici e un tono prescrittivo e didattico che, combinato agli esiti quasi carnevaleschi delle composite illustrazioni assume il tono netto della parodia. Non adatto per bambini troppo piccoli, capita spesso di sentir dire. Parodia, ironia, irriverente assenza di falso pudore, volontà di calpestare il terreno teratologico saltando gli ostacoli dei clichè di cui è disseminato, il libro descrive a mio parere questo tipo di operazione artistica, ben riuscita, per un esito di grande interesse sicuramente non semplice da maneggiare. In un certo senso è il corpo il grande intruso, con l’elemento saturnino della malinconia, dell’angoscia e della depressione, più imparentate con le pastoie dell’età adulta che con le ombre sotterranee piene di suggestioni dell’infanzia. Ai lettori, incontrati perlopiù in libreria, rimane sempre questo piccolo dubbio, sul libro della Houdart, che non sia troppo spaventoso, che non risulti angosciante, che non sia troppo presto, con parole difficili, per cose brutte. Insomma i mostri che fanno indigestione, non perché mostri, ma perché ammalati, fanno scattare gli allarmi pedagogici. O forse risultano solo indigesti per i nostri stomaci delicati, abituati ai mostri zuccherati del fantasy, che almeno stanno lontano, nei mondi altri e soprattutto non osano assomigliarci così tanto.
M. Terrusi