Simona Cerrato, Margherita Hack, illustrazioni di Grazia Nidasio
Editoriale Scienza, 2006, p. 91
(Donne nella scienza)
€ 13,90 ; Età: da 10 anni
È un libro che veramente fa piacere leggere. Con un linguaggio di estrema comprensibilità e con una intensità narrativa vivace e affettuosa, Margherita Hack racconta la sua vita, scienziata di fama internazionale e persona conosciuta per il suo carattere libero e indipendente. Molto belle le pagine sulla sua infanzia: il padre perde il posto di lavoro perché antifascista: “Il babbo che essendo disoccupato aveva più tempo della mamma, mi portava regolarmente fuori, mattina e sera, proprio come si fa col cane… Mi insegnava a prendere con un coltellino le piante di margheritine con tutte le radici e piantarle in giardino.” I problemi non mancano: “Quasi sempre ero sola, non avevo con chi giocare, e spesso mi annoiavo. Raramente avevo il coraggio di chiedere ad altri gruppi di ragazzi di far giocare anche me. Spesso alla mia richiesta seguiva un umiliante rifiuto.” Ma per fortuna, a 11 anni incontra una bambina e due ragazzini che la invitano a giocare con loro. Uno di loro si chiama Aldo: si perderanno di vista per molti anni. Aldo diventerà poi il marito di Margherita, ed è tuttora il compagno della sua vita. Finito il liceo classico, Margherita inizia l’università: dopo due scelte andate a vuoto casualmente incontrerà la facoltà di astronomia. Non una vocazione quindi, ma una casualità, fortunatissima per lei e per la scienza. Suo primo punto di riferimento l’osservatorio di Arcetri, famoso perché utilizzato da Galileo Galilei. Senza pedanterie accademiche la Hack ci indica che ciò che si studia serve soltanto per aprire nuovi orizzonti, che l’apprendimento di quanto è possibile conoscere è utile quando consente di renderci conto che l’importante non è soltanto quello che si sa ma quello che sarà possibile sapere. La passione per lo studio porta la Hack in giro per il mondo: arriverà in nave anche negli Stati Uniti. Nel 1954 arriva in giardinetta con il marito a Utrecht in Olanda, dove il suo programma di ricerca si concentra sulle atmosfere stellari. Nel 1963 Margherita Hack diventa titolare della cattedra di astronomia all’Università di Trieste. Parla con entusiasmo del suo lavoro e il lettore viene coinvolto dal fascino delle sue parole. La scienziata così conclude la sua storia: “Insomma, sono stati vent’anni fondamentali ed entusiasmanti per l’astrofisica, e sono contenta di avere fatto la mia modesta parte in questa storia.” Alla magia della narrazione, Grazia Nidasio ha aggiunto illustrazioni di grande forza e divertimento.
R. Denti
(da LiBeR 71)