Florian del cassonetto: storia di un piccolo rom
Ornella Della Libera
Rizzoli, 2009, p. 161
(Narrativa ragazzi)
€ 10,50 ; Età: da 10 anni
Storia di un piccolo rom, dice il sottotitolo. E subito ammiriamo il coraggio dell'editore, perché l'opinione pubblica non è tenera con gli zingari. Poi la storia ci prende, perché ha un buon ritmo e corre via con mano felice. Il piccolo rom si chiama Florian, vive in un campo nomadi ai margini di una grande città, con la zingara Violeta, che l'ha trovato in un cassonetto e l'ha cresciuto con i suoi figli. Il marito di Violeta è in prigione e lei ha quattro figli da crescere, tutti tra i 14 e i 9 anni, già troppo grandi per impietosire i passanti: un neonato è una manna del cielo, le permetterà di sopravvivere e mantenere gli altri. Ma lo cresce con amore.
L'introduzione, in prima persona, costituisce l'antefatto e mette le carte in tavola, descrivendo la sua giornata, nelle privazioni, nella prorompente gioia di vivere di un piccolino che ha quattro fratelli più grandi. Poi si snoda il racconto, in terza persona, dove campeggia la scuola: uno spauracchio che affascina, spaventa e incuriosisce. Florian segue i fratelli nelle incursioni nell'edificio scolastico, ruba con loro, impiastra tutto con i colori spremuti fuori dai tubetti, convinto di fare un piacere agli scolari. Scoprirà a poco a poco che i bambini a scuola ci vanno volentieri, amano i libri, li considerano un tesoro. E che la vita, fuori del campo nomadi, è più libera e più gratificante, anche se irta di pericoli.
Uno dopo l'altro i figli di Violeta si cacciano nei guai. Ma intravedono anche qualcosa che appare loro incredibile: magari è soltanto un ferroviere, che invece di cacciarli si ferma a mostrare loro come funzionano gli scambi, o una mamma gentile, che non li scaccia se guardano il libro che sua figlia tiene in mano. Capita poi che tutto precipiti, perché Violeta, sconvolta perché sta perdendo i figli, finisce per incendiare la baracca, scatenando la rabbia degli abitanti del quartiere. Tra luci e ombre, la vita di Florian e dei suoi fratelli è narrata con felice penetrazione, anche se talvolta rischia di peccare di buonismo. Ma di fatto l'autrice racconta cose che vive in prima persona – è ispettore capo a un centro di polizia di Napoli, dove si occupa di reati commessi sui minori – e devolverà parte di questo libro alla Fondazione Affido Onlus, voluta dalla Gesco, l'agenzia di promozione sociale e sviluppo di Napoli, e dall'Associazione Progetto Famiglia di Salerno.
Teresa Buongiorno
(da LiBeR 84)