La situazione della lettura giovanile
A cura di Domenico Bartolini e Riccardo Pontegobbi
Idest, 2005, 109 p.
(Quaderni di LiBeR n. 2)
€ 11,00 - ISBN 88-87078-34-3
Una ventina circa di contributi, tra riflessioni, osservazioni, interventi e comunicazioni, compone un volume agile, vario e ricco sulla situazione della lettura giovanile in Italia: Il senso di leggere, nato dagli atti del convegno nazionale delle biblioteche per ragazzi svoltosi a Campi Bisenzio, presso la Biblioteca Gianni Rodari, il 26 e 27 maggio 2004, promosso dal Comune di Campi Bisenzio e dalla Regione Toscana con la collaborazione di LiBeR e di Equilibri, è uno sguardo ad ampio spettro, una seria presa di coscienza che vede scrittori, docenti universitari, librai, studiosi di letteratura per l’infanzia ed esperti in promozione della lettura confrontarsi attorno al senso (e ai sensi) del libro e del leggere oggi.
Se, infatti, si riscontrano i sintomi di una crisi della lettura tra i giovani e un calo della fruizione di libri da parte degli adolescenti, è necessario indagare sulle cause e sulle responsabilità di tale crisi: la Tavola Rotonda d’apertura, attraverso gli interventi di Roberto Denti, Francesca Lazzarato, Eros Miari e Gian Bruno Ravenni, si propone di fare il punto sullo stato delle cose ed evidenzia una “massificazione” e una omologazione delle offerte editoriali con un conseguente declino del libro di qualità, ma anche della possibilità di scegliere tra buoni libri. A chi spettano le responsabilità? “Cosa abbiamo fatto per farli smettere di leggere?”, chiede provocatoriamente Miari. Se tra gli addetti ai lavori – bibliotecari, librai indipendenti – si respira un impegno nella promozione della lettura di qualità, il mercato librario insegue le mode del momento, divulga libri simili e intercambiabili, offre un’iconografia convenzionale che non stimola la fantasia, ma la appiattisce; le famiglie assecondano la standardizzazione, contribuendo a rendere il libro un prodotto commerciale, magari dotato di un gadget ammiccante e asservito alle logiche del marketing; inoltre la scuola, per lungo tempo, ha promosso un uso distorto del libro in ambito didattico, compromettendo talvolta il gusto, il piacere di leggere dei ragazzi. Francesca Lazzarato invita a diffidare dei libri facili, di quelli adatti a tutti, scontati e prevedibili, per entrare nella complessità delle cose. Così le relazioni successive, come ad accogliere con entusiasmo l’invito, presentano una serie di suggestioni sul mondo di bambini e adolescenti, sul lavoro di chi scrive per ragazzi, sull’avventura del leggere, sulle intersezioni tra libro e altri media, come il web e la televisione, per andare oltre i dati statistici e indagare a fondo, cogliere le ragioni profonde, strutturali di un fenomeno che investe l’intera sfera dei consumi culturali: Barrilà, psicoanalista adleriano, propone di assumere una volta per tutte la disposizione a comprendere quella logica privata che sta dietro alle scelte dei ragazzi, mentre Giusi Quarenghi – da scrittrice – afferma che la dimensione dell’ascolto è irrinunciabile nel suo mestiere, contro ogni immaginario presuntuosamente immaginato da altri; un’altra scrittrice, Graciela Montes, racconta di scrivere perché conserva viva la memoria delle proprie passioni infantili; Franco Cambi indaga sull’atto del leggere come esperienza esistenziale, avventura di vita, spostamento e dilatazione dell’io interiore; Caminito riflette sui rapporti tra scrittura e web e sul proliferare di un linguaggio povero ma fortemente segnato dal carattere relazionale, invece Callari Galli, Gianotti e Guerzoni rendono nota una ricerca che mira a verificare il ruolo di collante sociale della tv tra i bambini secondo un approccio antropologico. Infine Anna Parola, libraia, presenta la propria esperienza di consulente presso lo Spazio Ragazzi della Fiera internazionale del libro di Torino. Il lavoro si conclude poi con un’intervista di Miari e di Emilio Varrà allo scrittore inglese David Almond e con un’appendice di tre comunicazioni dedicata alla rivista on-line Fuorilegge.
Il volume – come indagine sui sensi, sulle percezioni, ma anche sulle direzioni, i significati e le ragioni del leggere – si colloca come un efficace strumento di riflessione per bibliotecari, insegnanti, educatori e come spinta propositiva per chi voglia orientarsi con maggiore consapevolezza nella molteplicità culturale.
Chiara Lepri