C'è qualcuno in casa
Serge Quadruppani; trad. di M. Loria
Salani, 2009, p. 85
€ 11,00 : Età: da 10 anni
In La notte di Babbo Natale (Mondadori, 2004), Quadruppani, autore di polizieschi di successo e traduttore di Camilleri, Carlotto, Evangelisti, Dazieri, nonché di S. King e P. K. Dick, raccontava di un delinquente, mascherato con il tradizionale costume rosso, che entrava in casa di una tranquilla famigliola borghese e tirava fuori dall'armadio parecchi scheletri. Questo più che un giallo è un thriller, un noir nella tradizione francese che tende a sfumare fino a confondere i confini tra buoni e cattivi. E riprende l'archetipo della vecchia fiaba dei bambini abbandonati nel bosco alla mercé della strega e quello orrorifico "non aprite quella porta".
Tre bambini soli, perché papà è morto è la mamma è di turno in ospedale, di notte in una casa fuori paese, sentono scricchiolii in soffitta, rumore di passi: "C'è qualcuno in casa" dice la piccola Cecile; il più grande Pascal va a vedere, una finestra è forzata, sangue per terra, da un armadio esce un uomo in pigiama e impermeabile con le mani insanguinate. È fuggito dall'ospedale psichiatrico e ricercato da tre individui ambigui che mostrano un ritaglio di giornale con la notizia di un omicidio in un ristorante, cercano anche loro di entrare in casa, ma non vogliono chiamare la polizia. I bambini istintivamente diffidano dei tre e proteggono il "matto". Un po' riprendendo i topoi della letteratura per ragazzi - il nascondiglio segreto in un vecchio camino murato - e un po' cavalcando i motivi del thriller in cui i "nativi digitali" usano lo strumento tecnologico ipermoderno, il cellulare, per registrare le parole dei cattivi e ritrasmetterle alla polizia che finalmente farà un'irruzione alla "arrivano i nostri". Il "matto" naturalmente è innocente, il capo gangster ha un passato paramilitare in Sudamerica, i bambini avevano capito o meglio intuito tutto.
"Un libro per ragazzi che dovrebbero leggere anche i grandi per non avere paura del diverso" dice Andrea Camilleri nella fascetta. Libri così mostrano ai ragazzi che c'è il male nella nostra società e che bisogna andare oltre le apparenze per vederlo e per capire chi sono veramente i cattivi. Soprattutto se sono, come questo, ben intrecciati, con il giusto dosaggio di avventura, mistero, suspense, protagonismo infantile.
Fernando Rotondo
(da LiBeR 83)