"Dal punto di vista educativo è ormai indiscussa l’idea che gli stereotipi di genere non vincolino solo le donne, ma anche gli uomini e che le “questioni di genere” siano anche “questioni maschili”. Durante tutte le fasi della vita (infanzia, adolescenza, età adulta e senile) stereotipi e pregiudizi sessisti limitano anche le possibilità del genere maschile di esplorare in libertà i molteplici modi di diventare/essere “uomini”, con un danno per i singoli e un impoverimento per la società tutta. Le gabbie di genere possono imprigionare e soffocare la progettualità dei giovani uomini a molteplici livelli: la scelta della trafila formativa e professionale, la gestione del corpo e delle emozioni, il modo di vivere le relazioni amicali, familiari e sentimentali, finanche la scelta degli sport e degli interessi più vari. Tra i nodi irrisolti troviamo la relazione tra maschilità, cura e educazione che si riverbera sulle scelte scolastiche e professionali dei giovani uomini": Irene Biemmi, docente di Pedagogia generale e sociale all'Università di Firenze scrive su LiBeR 143 un articolo sui men's studies, che si pongono come obbiettivo l'analisi e la decostruzione di spazi simbolici e pratiche legate all'addestramento alla virilità nel contesto contemporaneo.
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