Su LiBeR 138 Fabio Fornasari, architetto e museologo, racconta come nascono i libri in gioco, presentati durante il Festival Tuttestorie 2022: una serie di interventi e dispositivi con lo scopo preciso di mostrare che leggere può essere un rituale che tiene uniti nel tempo elementi di realtà e di finzione coinvolgendo tutte e tutti, senza distinzione. "Bruno Munari diceva che il bambino davanti a ciò che non conosce ha l’infinito - scrive Fornasari - ma il bambino che non vede, posto di fronte a ciò che non conosce, in sostanza buona parte della realtà, senza una mediazione incontra l’angoscia. Il libro in gioco è occasione per creare un contatto con la realtà. Il contatto tattile attraverso il corpo permette quindi l’inizio di una ricerca libera e intelligente. Solo da questo rapporto sensomotorio si può passare al livello rappresentativo, mediante la risoluzione della complessità in schemi
semplici: decostruire per ricostruire, smontare per rimontare la realtà attraverso la tattilità".
In foto, memory costruito per il libro Il Bianco e il Nero di D. Vogrig (Orecchio acerbo, 2022).