Lettere a un giovane narratore
L’arte di raccontare storie
di Bruno de La Salle
Traduzione di Chiara Carminati
Prefazione di Caterina Ramonda
Introduzione di Federico Batini
Illustrazione e grafica di copertina di Massimo Pastore
Collana: Perleggere – Saggistica
Editore: Equilibri
Pagine: 182
Formato: 14x21 cm, brossura
ISBN: 978-88-945140-5-6
Come si diventa un buon narratore? Come si impara a raccontare storie di fronte a un pubblico? A suggerircelo è il famoso conteur francese Bruno De La Salle, nelle sue Lettere a un giovane narratore.
Un saggio sull’arte della narrazione che analizza le diverse componenti e i differenti aspetti dell’oralità ricorrendo a un linguaggio ammaliante e a una raccolta di fiabe e leggende provenienti da tutto il mondo.
Per accompagnare il percorso di chi, nella vita, a scuola, sopra un palco, in biblioteca o in radio, desideri entrare in relazione profonda con chi è in ascolto.
Prezzo: 17,00 €
In libreria dal 16 giugno
Le frecce di un narratore non sono fatte per uccidere ma solo per toccare il cuore
Giunge in Italia per la prima volta un’opera di Bruno de La Salle, erede dei grandi conteurs (narratori) del passato, considerato l’esponente più rappresentativo del movimento di rinnovamento e rinascita della letteratura orale e della narrazione in Francia. In questo volume, che si pone a metà strada tra il saggio epistolare e il testo poetico e filosofico, La Salle suggerisce, con le sue lettere dal tono confidenziale e diretto, come si impara l’arte della narrazione e come si coltiva il talento dell’ascolto.
Rivolgendosi a chiunque ami le storie e desideri imparare a raccontarle e a raccontarsi nel modo più efficace — educatori, insegnanti, bibliotecari, educatori alla lettura, lettori ad alta voce, formatori nel campo della letteratura, amanti del teatro, della radio o dello storytelling — l’autore offre una risposta semplice e aperta a tutta una serie di domande dal risvolto pratico: come si cercano le storie giuste? Come si allenano la memoria e l’immaginazione? Come si crea una profonda connessione con l’ascoltatore? Quali esercizi aiutano ad arrivare preparati di fronte al pubblico? Come va usato il tempo a propria disposizione? Come si modulano il respiro, il ritmo, la voce…?
Lettere a un giovane narratore, considerato il manifesto di La Salle oltralpe, è un unicum nel panorama italiano, dove l’attenzione degli operatori culturali è generalmente focalizzata sulla promozione del libro, sulle tecniche e i benefici della lettura ad alta voce, ma quasi mai sul potere delle storie e sull’arte del saperle raccontare, che è invece un’attività necessaria all’essere umano sin dall’antichità e tutt’oggi imprescindibile.
“Quando racconti ad alta voce, a una persona o a più persone in uno stesso momento e in uno stesso luogo, riproduci quel gesto tradizionale e millenario che chiamiamo Oralità. […] La circolazione del linguaggio è simile a quella dell’acqua. Anche le parole si inabissano, si addormentano, ristagnano o scorrono nella nostra memoria come l’acqua nelle profondità della terra. Senz’acqua non c’è terra fertile, senza linguaggio non c’è società, senz’acqua e senza linguaggio non c’è vita. Così quel meraviglioso fiume che è il linguaggio attraversa il tempo e lo spazio in un ciclo che si rinnova continuamente, unendo il passato al presente, il qui all’altrove. Ogni membro di una comunità, come un granello di sabbia nel letto del fiume, contribuisce alla qualità delle parole e delle storie che condividiamo”.
Bruno de La Salle (da Lettere a un giovane narratore).
Ricorrendo al tono amichevole della lettera, con una prosa discorsiva e avvolgente, l’autore francese espone le modalità utili a rendere fertile e appagante la relazione tra chi narra e chi ascolta. Con le sue raccomandazioni, che come frecce colpiscono il cuore, La Salle porta a riflettere sull’importanza della cura linguistica, sull’ecologia della parola, ponendosi in contrasto con le formule di comunicazione spesso svilenti e banali a cui tutti noi — adulti, ragazzi e bambini — siamo costantemente esposti.
Il saggio epistolare di La Salle presenta un ulteriore elemento di ricchezza: al suo interno raccoglie un corpus di oltre trenta racconti della tradizione, fiabe e leggende provenienti dall’Oriente all’Occidente, che costituiscono un repertorio prezioso da cui attingere nel proprio percorso di narratore, o semplicemente per cominciare a costruire il proprio alfabeto delle storie del mondo.
L’introduzione del testo è firmata da una figura di rilievo nel campo della ricerca e della educazione alla lettura, il professor Federico Batini, il quale sottolinea che “ciascuno di noi ha bisogno di diventare un po’ narratore, se non altro di sé stesso e delle storie che incontra”. La cura e la prefazione del volume sono di Caterina Ramonda, esperta del mondo della lettura e delle biblioteche, che si occupa anche di plurilinguismo, diversità linguistica e studio delle tradizioni orali:
“Non è stato semplice scegliere come tradurre il termine stesso di conteur: si è scelta la parola “narratore”, dando per inteso che, in tutto il testo, identificherà chi narra oralmente, senza leggere e senza avere un libro in mano. Eppure tanti dei lettori che lavorano nel mondo del libro e dell’educazione alla lettura troveranno in queste lettere echi e rimandi alle loro esperienze e potranno trarre suggerimenti e consigli per il loro lavoro quotidiano. Il testo del resto è un’opera sull’oralità e l’oralità è alla base di ogni tipo di narrazione, rimanendo la pratica del racconto la più antica e universale fin dalla notte dei tempi, dai cerchi intorno a un fuoco alla voce di un narratore”. Caterina Ramonda (dalla prefazione a Lettere a un giovane narratore)
La traduzione italiana del saggio è affidata alla scrittrice Premio Andersen, poetessa e traduttrice Chiara Carminati, specializzata in didattica della poesia e raffinata cultrice della parola.
L’AUTORE Bruno de La Salle
Nasce a Tolone nel 1943. Figura di spicco del movimento di rinascita del racconto e del rinnovamento dell'oralità in Francia negli anni '70, si è distinto nell'arte della narrazione e nel recupero della letteratura orale ed è considerato da molti l’ultimo erede dei grandi conteurs di un tempo. Dalla sua prima narrazione nel 1969 - una trasposizione musicale dei racconti tradizionali Cappuccetto Rosso e La pêche de vigne - ha viaggiato in tutta la Francia e all’estero per raccontare ed è diventato il narratore riconosciuto dell’Odissea, de Le mille e una notte e del ciclo arturiano. Nel 1981 ha creato il CLiO - Conservatoire contemporain de Littérature Orale. È autore di numerosi libri, tra cui Le Conteur amoureux, Le murmure des contes, Plaidoyer pour les arts de la parole. Lettere a un giovane narratore è il suo primo libro pubblicato in Italia.