Novità in libreria
E se fossi una tigre?
di Stefan Boonen con le illustrazioni di Federico Appel
Collana I tradotti - 40 pagine, euro 14,00
E se un bambino (che ha sempre paura di uscire) un giorno potesse
trasformarsi in una enorme tigre?
C’è un bambino che ogni mattina deve andare a scuola, ma non vuole uscire di casa (forse perché
stufo di essere preso in giro): decide un giorno di trasformarsi in una tigre. E se sei una tigre tutto
è più facile perché sei grande, forte e puoi fare paura a tutti, non avendo paura di niente.
Ma siamo sicuri che sia davvero la strada giusta?
Stefan Boonen (fiammingo, già autore di numerosi titoli nel catalogo Sinnos) qui in una inedita
collaborazione con Federico Appel (che è italiano) riesce a parlare del nostro rapporto con gli altri,
dell’aggressività latente, delle aspettative che generiamo, in maniera leggera e ironica, della
gentilezza necessaria e dell’altrettanto necessaria sicurezza in se stessi che ognuno deve avere.
Mira
#casagalleggiante #papà #amichedelcuore
di Sabine Lemire e Rasmus Bregnhøi
Traduzione dal danese di Claudia Valeria Letizia e Eva Valvo
Graphic novel, Pag. 96 € 14,00
Io non conosco nessuno che abita su una barca e mi pare che facciamo sempre tutto diverso dagli altri.
Vorrei che la mia vita fosse un po’ di più come quella delle mie amiche.
Torna l’irresistibile Mira! Che abbiamo conosciuto nel primo volume della serie (Mira #amici #amore
#tormenti) e che stavolta è pronta a presentarci tante nuove persone che entrano a far parte della sua vita,
tra cui la più importante: il suo papà, che ha sempre desiderato di conoscere.
Come nel primo volume, Mira riesce a parlare in maniera ironica, dolce e sottile di questioni complesse:
dietro al racconto di famiglie allargate, separazioni, riconciliazioni, Mira racconta di sentimenti, emozioni,
vicende che sembrano le nostre. E si trova a fare i conti con i sogni che diventano realtà e che, a volte,
proprio con la realtà possono scontrarsi.
La vita di Mira prende una nuova direzione: sua mamma decide di trasferirsi insieme al compagno Joakim
(Cipensoio) su una casa galleggiante in cui Mira avrà una camera tutta sua, inizierà a coltivare fiori in
giardiniere e troverà una nuova amica, vicina di barca. E soprattutto incontrerà suo padre, e scoprirà di
avere un fratello più piccolo, Bror: con la nuova famiglia trascorrerà un’intera settimana di vacanza.
Ma quando gli equilibri cambiano, c’è bisogno di ristabilire i rapporti: con Joakim, con i vecchi amici e
perfino con la sua mamma (perché l’amore è anche imparare a dividersi).
"Chissà se mio padre mi vuole bene come a Bror. Ancora non mi conosce tanto. Si può volere bene a una
persona che non si conosce granché? Certe volte da loro mi sento un’ospite ed è una sensazione assurda.
Perciò mi chiedo cosa sia in fondo una famiglia".
Naufraghi e naufragi
Di Anna Vivarelli con le illustrazioni di Amedeo Macaluso
Collana I narratori a colori, Pag. 144 € 14,00
Dieci storie di naufragi, per un viaggio ai confini del mondo e nell’animo umano
Mentre andavo alla deriva ho continuato a lottare non perché fossi un eroe, ma perché era la cosa più facile da fare, molto più facile che morire
Un libro di divulgazione e di avventura. Anna Vivarelli, con le illustrazioni di Amedeo Macaluso, racconta dieci tra i naufragi più famosi della storia, con una scrittura limpida, asciutta che in poche pagine dedicate a ciascuno di questi rende viva la Storia e restituisce ai lettori e alle lettrici i sentimenti e le azioni di
viaggiatori, esploratori, scienziati: singoli individui o gruppi di persone molto diverse tra loro.
I più celebri naufragi della storia sono sempre altrettanto romanzeschi: alcuni terminano con un approdo in luoghi disabitati, altri giungono a un epilogo tragico, altri ancora si concludono con un felice ritorno a casa. Ma spesso è la personalità dei naufraghi che merita di essere raccontata: essi mostrano una forza di volontà
e una tenacia quasi sovrumane nell’affrontare imprevisti e avversità. Almeno un paio dei naufragi raccontati in questo libro sono stati il motore di grandi romanzi: Moby Dick e Robinson Crusoe. Ma tutti mostrano quella curiosità del genere umano verso l’inesplorato, l’ignoto e il desiderio di misurarsi con la natura, e conoscere il mondo. Il capitano Shackleton e la “sua” Endurance, con la tenace impresa di riportare tutti in salvo. La tragedia della baleniera Essex e la brutale caccia alle balene. L’incuria di un re troppo vanesio e una nave che non avrebbe potuto navigare, il galeone svedese Vasa. Il naufragio del dirigibile Italia, una cagnolina che porta discordia e i misteri di un salvataggio in una delle storie di naufragi che è stata oggetto di molte polemiche nel nostro paese (ma è ad Umberto Nobile che dobbiamo l’articolo 9 della nostra Costituzione e la nostra Tenda rossa è ancora esposta al Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano). L’inarrestabile ottimismo di Luis Zamperini, figlio di migranti italiani, nonostante i suoi naufragi. Sarà lui nel 1998 - all’età
di 81 anni - a portare la fiamma olimpica per le olimpiadi che si sarebbero svolte poco lontano dal luogo
dove aveva passato il periodo peggiore della sua vita, in Giappone. Non mancano i naufragi del mondo antico, quelli avvenuti nel Mediterraneo, che ancora conserva nei suoi fondali tesori inestimabili. Poco resta della cronaca di quei fatti, ma quelli della flotta romana, avvenuti
durante la prima guerra punica, cambiarono il corso delle cose (e così possiamo raccontarne). Per poi tornare all’era moderna con Alexander Selkirk, il più celebre Robinson Crusoe, e la sua vita solitaria nell’isola dove era approdato dopo un naufragio, l’Isola di Màs a Tierra. Isola disabitata, dove trascorse agli
inizi del 1700 4 anni e mezzo di solitudine assoluta.
Un naufragio dal cielo poi, quello dell’autore de Il piccolo principe, e uno nella giungla, quello del giapponese Hiroo Onoda, uno di quei “soldati fantasma” giapponesi, per i quali la Seconda Guerra Mondiale non finì il 5 agosto del 1945.
Per finire con una storia recente, quella di Steven Callahan, che ha raccontato la sua storia in Alla deriva. 76 giorni di naufragio nell’Atlantico. E non ha smesso di navigare, nonostante la terribile esperienza: “in mare capisco la mia insignificanza, l’insignificanza di tutti gli uomini. È una sensazione meravigliosa sentirsi
così umili”.
"Si può naufragare anche tra le nuvole, nelle vie di una città, in un deserto, dentro una passione amorosa: si
abbandona la terraferma, si naviga in mare aperto, ci si imbatte in uno scoglio o una tempesta, si sbarca su
una spiaggia ignota, ci si perde e ci si ritrova".