Su LiBeR 134, nella sua rubrica Mappamondi dedicata a scoprire realtà editoriali internazionali, Grazia Gotti racconta la sua esperienza in Ucraina, tra vitalità e attenzione ai libri per l'infanzia. L'articolo è stato scritto prima dell'inizio della guerra e per questo lo proponiamo eccezionalmente in versione integrale anche sul web. "Era fine aprile 1986 e le giornate erano piene di sole. Ero ancora una fumatrice ed ero solita accendermi la sigaretta dopo il pranzo e il caffè sul terrazzino dell’appartamento in centro città dove allora abitavo. Ero da poco libraia per ragazzi e mi chiedevo se l’unica piantina di basilico sul minuscolo terrazzo potesse essere stata contaminata...
Di Chernobyl si sapeva poco e nulla, come accade anche oggi quando regimi autoritari controllano le informazioni. E non sapevo nulla di Kiev, che dista meno di duecento chilometri dalla zona del disastro. Poi ho parlato con tante persone che hanno accolto i bambini a Bologna e dintorni, fino a quando ho conosciuto personalmente una ragazza ucraina.
Olga era entrata in libreria vestita di un cappotto lungo e pesante, fuori stagione. Guardava con cura i libri. Ne aveva sfogliati tanti, poi era venuta alla cassa per acquistarne uno. Avevo capito che era un’artista squattrinata. Dopo il disastro, lei era poco più che adolescente, i genitori l’avevano portata in Argentina per essere il più lontano possibile dal territorio contaminato. Aveva lasciato la scuola d’arte di Kiev, una scuola durissima dove si doveva lavorare sodo, imparando tutte le tecniche, ogni tipo di disegno, da quello anatomico a quello botanico. In Argentina aveva continuato a disegnare e a imparare e aveva scoperto tanti bei libri per bambini. Sapeva fare di tutto. Visse con noi per qualche tempo. In campagna ci insegnò ad intrecciare ghirlande di margherite da mettere nei capelli. Disegnava tutto il tempo e preparava un albo illustrato sulla fame. Voleva raccontare gli anni della fame, del “genocidio”. Preparava anche un racconto satirico per bambini contro il cattivo dittatore di quel tempo. Da allora ho seguito le cose ucraine con particolare interesse e il giorno in cui ho avuto in mano un libro ucraino in occasione del Bologna Ragazzi Award l’ho sfogliato con curiosità e affetto. Era un libro di divulgazione di piccolo formato, eppure si faceva notare per la sobria e colta eleganza. Un libro nuovo, un debutto che si fece largo nella sezione Opera prima. Poi, l’anno successivo, capitò che un altro titolo, un picture book di grande formato, meritasse una menzione speciale nella categoria New Horizons. Era il 2015 e il libro era dedicato alla guerra. Era un’esperienza forte sfogliare un libro per bambini sulla guerra. Per il testo, seppur breve, avevamo una traduzione in inglese e quindi ne potemmo capire anche il tono. Non era un libro di storia, era una storia contemporanea, la storia della città Tonda, una città luminosa nella quale i cittadini andavano a scuola o al lavoro e si occupavano del giardino e dell’orto, fino a che un giorno si fece buia, nera, nerissima. Era la guerra. Fu argomento di cui i giurati parlarono anche a cena e lo premiarono con il premio speciale. All’annuncio del premio la reazione degli editori fu immediata, lo acquistarono e lo tradussero in tanti.
Io non notai subito che la coppia di autori era la stessa del libro ucraino premiato l’anno precedente, ma attratta dalla bellezza del libro e dal tema della guerra, dopo il lavoro per il premio, approfondii. Cercai la casa editrice che aveva un facile nome perché in inglese: The Old Lion. Gli autori lavoravano in coppia ed erano coppia nella vita. Romana Romanyshyn e Andriy Lesiv avevano fondato uno studio di progettazione grafica molto innovativo ed avevano incominciato a dedicarsi ai libri per bambini.
Ora sono famosi perché i loro nuovi libri hanno di nuovo vinto a Bologna, ed il primo della nuova serie si è aggiudicato anche il nostro premio Andersen, grazie alla casa editrice Jaca Book che li ha portati al pubblico italiano. I libri sono: Vedo non vedo stravedo, Forte, piano, in un sussurro, In viaggio per il mondo. Le traduzioni in altre lingue aumentano di mese in mese e li ho trovati già pubblicati anche nella mia amata Taiwan. Purtroppo il Covid non mi ha ancora permesso di volare a Leopoli (Lviv), la città dove è nata la casa editrice fondata da Marjana Savka, autrice, traduttrice, attivista. Nello stemma della città è raffigurato un leone ed è proprio dalla comunità che deriva il marchio editoriale.
Sono ammirata dalle persone animate da spirito imprenditoriale nell’ambito culturale. Cultura e imprenditoria vanno a braccetto. Quando l’imprenditoria di cultura si espande e cresce è un ottimo segnale per la civiltà. Marjana ha fatto crescere la sua casa editrice e sta sviluppando progetti culturali su tutto il territorio ucraino. Apre librerie, organizza mostre, pubblica libri meravigliosi. Tutti quelli di Romana e Andriy, che nomino per nome perché siamo diventati amici, sono il segno tangibile che i sogni si avverano, anche in tempi difficili. Mentre scrivo, la situazione politica in Ucraina è molto difficile. Si discute della partecipazione delle donne ad una nuova guerra. Ci sono giovani madri decise a lasciare i loro piccoli ai nonni per andare a difendere la patria che vogliono libera proprio per i loro figli. È terribile ma è proprio vero, come vero è stato il Kossovo, molto vicino a noi, come vere sono le guerre sul pianeta.
In un libro di Elzbieta, Flon Flon e Musetta, si poneva la domanda se la guerra non muore mai. La risposta era che si addormenta e non bisogna fare rumore altrimenti si sveglia. Quindi confido che le belle città luminose non vengano oscurate dal nero. Auspico che tutto ciò che ho potuto vedere nascere e crescere nella libertà, possa continuare. In contemporanea con la storia di questa casa editrice ho visto crescere, di anno in anno, lo stand ucraino alle fiere internazionali del libro. Sotto le insegne dell’Istituto ucraino del libro si sviluppano progetti di promozione della lettura presentati con materiali di rara eleganza grafica e tipografica.
C’è un’altra casa editrice che abbiamo intercettato ma con la quale non sono ancora nate relazioni che producano azioni o collaborazioni.
La scoprimmo parecchi anni fa in occasione di una ricerca dedicata al visivo di Alice. Trovammo un’edizione ucraina molto divertente. Le immagini del libro sono state lo sfondo dei Mac in Accademia per un certo tempo: erano della pittrice e illustratrice Eugenia Gapchinska. Ora i suoi putti sono sui francobolli ucraini e i suoi lavori sono quotatissimi. La casa editrice, che fu davvero difficile contattare, ha un nome impossibile da memorizzare: A-ba-ba-ha-la-ma-ha.
E’ stata la prima casa editrice privata nata nell’Ucraina indipendente nel 1992 ed è stata fondata da Ivan Antonovich Malkovych, poeta e figura di editore-artista-artigiano. Nel 2018 ha pubblicato un’altra edizione di Alice, illustrata da Halya Zin’ko. Dopo questa, la stessa illustratrice ha pubblicato Attraverso lo specchio.
Un altro punto di osservazione dal quale ho imparato tante cose nel tempo è IBBY. In questa grande famiglia sono stata giurata per il premio Hans Christian Andersen nel 2004 e nel 2006 e da allora non ho più perduto di vista gli illustratori nominati dai vari paesi. Nel 2020 l’Ucraina ha nominato Vladyslav Yerko di cui in rete si trova, in inglese, la presentazione che IBBY Ucraina ha fatto per i giurati. Nelle sue tavole pittoriche si entra in un mondo classico. Uno dei suoi libri più tradotto è La regina delle nevi. L’artista che pare non ami la pubblicità e la mondanità, trascorre la vita fra i suoi colori. Ad ammirare le sue tavole vien da pensare a quanta dedizione e quanto tempo richiedono. Un tempo lento e silenzioso, mentre fuori nevica.
Ma la cosa davvero sorprendente è vedere affacciarsi nuove sigle editoriali, segno che la creatività cammina insieme all’idea di libertà, di apertura, di condivisione. Le immagini che sono riuscita a catturare, chiedendo aiuto anche agli amici, mostrano librerie molto belle, giovani coppie che sfogliano i libri per i loro bambini, giovani illustratrici e illustratori all’opera. Presentazioni di libri, festival letterari. Tutto questo non può essere fermato!"