Un sacchetto di frutta secca, coperte sottili, piume di corvo e poco altro: lo zaino per una o forse più notti all’addiaccio è presto fatto. Si parte. Con l’intraprendenza e la voglia di vacanze perenni tipica degli 11 anni, Aïda e Ryo si inoltrano nel giardino che per tutta l’estate ha custodito le loro avventure. È un tempo speciale, il loro, giusto prima del passaggio alla nuova scuola. Tanti interrogativi sul futuro, sulla natura e sul suo possesso, sui sogni e sul diventare grandi, puntellano la loro esplorazione, in un flusso spontaneo che appare leggero e profondissimo. Tra la costruzione di un rifugio che sembra un fico, giochi di nuvole e nodi, una sepoltura indiana, la cattura di lucciole e la perlustrazione di una grotta, i due amici si immergono a pieno in un luogo a tratti magico, dove imparare come scomparire è sì un gioco, ma forse anche una necessità, prima di crescere troppo e scoprire cosa li aspetta oltre l’erba alta del giardino. In questo luogo sospeso, dove un vero e proprio rito di passaggio prende forma, dimensione reale e fantastica hanno confini labili ed è facile per i due ragazzi scivolare con naturalezza dall’una all’altra.
La stessa fluidità caratterizza, d’altronde, anche i dialoghi e la scansione narrativa del libro di Nicolas Robel. Per nulla mediati, i discorsi tra Aïda e Ryo scorrono liberi, ironici e a tratti surreali, intrecciando gli argomenti più disparati con estrema disinvoltura. Proposti al lettore in forma di balloon, su tavole in bianco e nero con guizzi di arancione fluorescente, questi scandiscano l’avanzare della narrazione senza che sulla pagina compaiano riquadri distinti. Le avventure si sviluppano, così, senza soluzione di continuità, alternate a quelle che sembrano le pagine di un manuale di sopravvivenza che si intreccia all’esperienza dei due protagonisti, spaziando dalla botanica all’anatomia, dall’entomologia al pionierismo. Unico nel suo genere – un po’ fumetto, un po’ diario di bordo, un po’ guida da esploratori – Come scomparire riflette con il suo aspetto squisitamente ibrido, inafferrabile e complesso, quei tratti propri di un’età di mezzo, in cui la trasformazione è carattere dominante.
Elena Corniglia (da LiBeR 132)
Come scomparire
Nicolas Robel;
trad. di V. Camilli
Canicola, 2021, 64 p.
€ 16,00 ; Età: da 10 anni