Ci sono trame che poggiano sul fiabesco, sfruttano modi, simboli e storie che già sostanziano l’immaginario individuale e quello collettivo, e da lì proliferano: crescono su un terreno fertile, ricco di suggestioni, capace di tirare a sé gli interrogativi, le domande, i dubbi, sul vivere, l’essere, il crescere, il mutare e di farlo attraverso la narrazione, gli eventi, i personaggi. Sophie Anderson, qui in modo più efficace di quanto aveva fatto ne La casa che mi porta via, utilizza le fiabe, il folklore, le atmosfere della tradizione slava e sfruttandone le capacità evocative, rende universale il percorso identitario della protagonista. Yanka vive con la madre adottiva in un villaggio ai confini della foresta. Sa di essere stata trovata, duenne, fuori dalla tana dell’orsa che sembra averla cresciuta. È alta, forte, più robusta dei suoi coetanei. La foresta, gli animali, le fiabe di lupi, orsi, giganti, principesse e maledizioni, raccontate dal solitario cacciatore Anatoly nel corso delle sue visite al villaggio, la attraggono in maniera irresistibile. Ogni giorno è tesa fra gli affetti quotidiani, la madre, l’amico Sasha e l’attrazione esercitata dalla foresta. La madre tenta di difenderla dal fascino delle storie e dal richiamo della selvatichezza, ma, il giorno dopo la festa di fine inverno al villaggio, il corpo e la ferinità prendono il sopravvento. Yanka si sveglia con le gambe pesanti e pelose, zampe da orsa. Allora abbandona la casa, gli amici, il villaggio e si inoltra nella foresta, accompagnata da una mappa che Anatoly le ha lasciato. Affronta il ghiaccio, i pericoli, le incognite, alla ricerca della sua storia, mentre la metamorfosi continua lasciandola incerta fra il sentire umano e quello animale. La narrazione ha un’atmosfera irresistibile, leggendo si sentono vicini il fiume ghiacciato, le voci degli animali, le capanne, i lupi, la casa della Baba Yaga che si sposta su zampe di gallina, i salvataggi, le lotte. Le frasi brevi, sintatticamente semplici, ma lessicalmente ricche, di cui è fatta la narrazione e ben rese nella traduzione, rendono un ritmo incalzante, come di chi arranca nella foresta e nella neve con zampe di orsa.
Nicoletta Gramantieri (da LiBeR 130)
La ragazza degli orsi
Sophie Anderson,
ill. di Kathrin Honesta;
trad. di L. Baldinucci
Rizzoli, 2020, 370 p.
€ 17,00 ; Età: da 11 anni