Un piccolo capolavoro del doppio senso in libreria
I raffreddori
di André Francois
84 pagine a colori
10 euro
Orecchio acerbo
Tra le creature estinte, ce ne sono alcune che debbono imputare la loro scomparsa a fattori esterni: per esempio il Kubo, effettivamente poco utile con la sua forma, oppure la Rana divoratrice di marmellata, molesta, oltre che ladra. Il pericolo di estinzione che per molti è dietro l’angolo, non riguarda minimamente solo una categoria al mondo: quella dei Raffreddori. La loro fortuna sta nel fatto che è cosa risaputa che i Raffreddori non si devono prendere. Questa circostanza ne ha favorito sia la diffusione sia la moltiplicazione di varietà tra loro diverse: quello di testa, quello passeggero, quello trascurato, quello mortale. Ma certamente i più diffusi sono i Raffreddori belli e brutti. L’umanità intera si misura con essi. Persone passano a letto giorni interi con loro, altri li fanno passare, altri li prendono facilmente. La scelta vincente comunque è non prenderlo del tutto, visto che in giro ce ne sono davvero molti. Un capolavoro di bellezza, di sintesi, di ironia, di intelligenza, concepito da quel genio indiscusso dell’immagine che è André François. Augurabile il ‘contagio’ diffuso del libro.
Il (ri)tratto di un genio
Pittore, scultore, scenografo teatrale, cartoonist, illustratore e autore di libri, André François è considerato uno delle personalità più significative in campo artistico del XX secolo. Dominatore di qualsiasi tecnica, dall’incisione al pastello, e insuperato maestro di arti grafiche, la sua carriera lunga e multiforme costituisce un ponte che collega gli albori del moderno design grafico a quello contemporaneo, André François nasce nel 1915 a Timisoara (all’epoca nell’impero austro-ungarico, ora in Romania) da una famiglia ungherese. Frequenta la scuola di Belle Arti di Budapest e nel 1934 (dal 1939 naturalizzato francese) si trasferisce a Parigi per studiare con il grande maestro della cartellonistica, A.M. Cassandre. Il giovane André disegna i suoi primi manifesti per le famose Galeries Lafayette, e quindi viene incaricato di realizzare opere grafiche per l’Esposizione Universale del 1937. Comincia anche a creare le copertine di prestigiose testate come Vogue, Le Nouvel Observateur e il New Yorker. Dal 1946 comincia la sua attività in campo editoriale come illustratore (per Penguin ha realizzato innumerevoli copertine) e come autore. Il libro che lo ha reso famoso in tutto il mondo, “Les larmes de crocodile”, è stato pubblicato nel 1954 da Delpire. Il suo tratto di forte impronta surrealista, caratterizzato da un umorismo dissacrante, che è stato paragonato a quello di Saul Steinberg, ha influenzato per un cinquantennio i più importanti illustratori dall’Europa al Giappone, passando per gli USA. Le sue opere sono state esposte nei principali musei di tutto il mondo, da Amsterdam a Tokyo, da Chicago ad Hannover. Nel 2002 tutto il suo archivio e molte sue opere vanno in fumo nell’incendio scoppiato nella sua casa di Grisy-les-Platres nel nord della Francia. Tutti, dai familiari ad artisti come Brad Holland, Milton Glaser e Guy Billout, lo esortano a continuare e lui in un rinnovato entusiasmo realizza alcune opere in cui ha integrato i detriti calcinati o fusi raccolti nelle macerie. Questi capolavori crepuscolari e particolarmente emozionanti sono stati mostrati al Beaubourg, nel 2004, in una mostra dal titolo “The ordeal of fire”. Nel 2005 muore all’età 90 anni. Oggi esiste un importante archivio e centro di studi sull’albo illustrato, intitolato a suo nome, a Margny-lès-Compiègne.