In carcere, dove lo spazio personale coincide con quello più intimo, i libri e le storie per bambini e ragazzi propongono mondi di libertà che aiutano a consolidare fantasia e immaginazione. Su LiBeR 124 Luigi Paladin, in Lo spazio aperto aperto dei libri riflette sulla lettura nei luoghi di detenzione, dove "è indispensabile mettere in atto una didattica attiva, basata sul coinvolgimento e sulla costruzione di conoscenze fortemente concrete, legate al saper fare, alla spendibilità personale per agganciarsi solo successivamente alla teoria, ai riferimenti concettuali". Il contributo di Adolfina De Marco, L'orologio dentro le mura, si concentra sulla narrativa per ragazzi che racconta la prigionia e sottolineando come essa restituisca una dimensione dove i detenuti hanno saputo trasformare la distanza dal mondo in un tempo-luogo dove immaginazione e inchiostro ricuciono lo strappo esistenziale.
