Lingua franca
Giornale della rete dei Centri di alfabetizzazione in L2 Giufà, Ulysse, Gandhi
Comune di Firenze
Assessorato alla Pubblica Istruzione
Direzione Istruzione, Interventi educativi e scambi culturali
Editore: Idest s.r.l.
N. zero, sett. 2008
16 p., 28 x 36 cm
Distribuzione gratuita
Intervista di Serena Quercioli a Daniela Lastri (Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze), dal n. 81 di LiBeR
Si chiama “Lingua franca” il primo giornale edito dall’assessorato alla pubblica istruzione del Comune di Firenze e curato dalla rete dei Centri di alfabetizzazione in L2, Giufa, Ulysse e Gandhi. Curatrice del progetto è Maddalena Pilarski, affiancata da un gruppo di collaboratori che rappresentano ciascuno dei centri di alfabetizzazione. E’ un giornale formato “quadernone”, uscito a settembre 2008 con il numero zero, a colori e scritto dai giovani utenti dei centri di alfabetizzazione. Si legge facilmente ed è sicuramente uno strumento che facilita la comprensione fra i popoli, ci porta dritti al cuore dei loro problemi, delle difficoltà d’inserimento. Può apparire in alcuni racconti divertente ma allo stesso tempo è una lettura che fa riflettere. I ragazzi di età diverse raccontano le loro esperienze, i pensieri che custodiscono nel cuore, le loro considerazioni: si parte dal viaggio per arrivare in Italia alla famiglia, poi la giornata a scuola, il tempo libero, il lavoro dei genitori e naturalmente gli amici. Di questa esperienza giornalistica interculturale ne abbiamo parlato con l’assessore alla pubblica istruzione del Comune di Firenze Daniela Lastri.
Come nasce il progetto Lingua franca?
Il progetto nasce dai laboratori di scrittura organizzati dai Centri di alfabetizzazione: quando gli studenti cominciavano ad esprimersi più liberamente e a raccontare di sé producevano dei testi estremamente comunicativi e interessanti. La proposta che adesso facciamo, realizzando un giornale con una piccola scelta esemplificativa di questi racconti di sé, è dare voce a ragazzi che a volte non trovano espressione, ingessati dalla paura di non potersi spiegare bene in una lingua che non è la loro, incoraggiandoli a parlare dei ricordi, delle gioie, delle riflessioni nate con la migrazione. Vogliamo dare a tutti i ragazzi italiani e stranieri uno spazio per esprimersi e agli insegnanti uno strumento per lavorare sulla lingua in maniera creativa e speriamo gratificante. Il titolo della rivista è “Lingua franca” perché l’italiano viene utilizzato come lingua comune e come ponte linguistico fra alunni che vengono da tanti paesi diversi, ma nello stesso tempo anche “franca” perché queste pagine speriamo possano prestarsi a veicolare in maniera più immediata ed autentica la loro realtà interna.
A chi è rivolto Lingua franca e quale sarà la sua diffusione sul territorio di Firenze?
Naturalmente il giornale è rivolto prima di tutto agli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado e ai loro insegnanti. Attraverso “lingua franca” vogliamo dare a tutti i ragazzi, italiani e stranieri, il messaggio che la lingua - che tutti, a vari livelli, stanno studiando - è prima di tutto un meraviglioso strumento di relazione e di scambio, e con il giornale hanno la possibilità di utilizzare questo strumento per conoscersi e per comunicare idee, ricordi e riflessioni. Questa è anche la motivazione più forte ed il modo più facile per imparare. Noi speriamo che il giornale circoli e sia interessante anche per un pubblico adulto, non solo perché conterrà anche qualche contributo di chi l’italiano lo insegna, ma anche perché alcuni testi sono molto piacevoli.
Assessorato alla Pubblica Istruzione e la rete dei centri di alfabetizzazione: quali strumenti avevano già messo in campo per conoscere la realtà multietnica e favorire lo scambio culturale?
Innanzitutto da diversi anni procediamo ad un costante monitoraggio della presenza e degli arrivi di studenti stranieri nelle scuole del territorio attraverso un data base condiviso con le scuole in cui sono presenti i dati di tutti gli alunni che frequentano le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado, che sono gli ordini di scuola che la legge assegna come competenza ai comuni.
Questo ci permette di fare una fotografia in tempo reale della presenza degli studenti stranieri nel territorio, ha permesso di avere dati sui flussi migratori nel tempo, gli andamenti degli arrivi, le variazioni delle nazionalità ecc.. Questo ci consente di avere una certa chiarezza sul contesto in cui ci muoviamo. I Centri di alfabetizzazione poi, distribuiti sui Quartieri e presenti nelle varie scuole costituiscono un importantissimo strumento per cogliere la situazione dei vari territori, il clima nelle scuole, i problemi e i bisogni particolari che si creano. Fa parte dell’attività dei Centri anche la realizzazione di laboratori interculturali insieme agli insegnanti e la promozione di corsi e occasioni formative per conoscere lingue e culture presenti nelle classi. La presenza di mediatori formati e di docenti bilingue fa sì che possano essere previste occasioni di conoscenza anche fra genitori stranieri e italiani e con la scuola.
Qual è la "fotografia" della scuola che parla straniero a Firenze?
Gli uffici del Comune hanno dati completi e aggiornati sulla popolazione scolastica. Lo scorso 14 novembre gli alunni di cittadinanza non italiana erano 1.099 nelle scuole dell’infanzia, 2128 nelle scuole primarie e 1364 nelle secondarie di 1° grado. Le cittadinanze più rappresentate sono quella rumena, albanese, cinese, filippina, e via via molte altre fino ad arrivare a 96 differenti nazionalità presenti. Nelle scuole dell’infanzia si trova la percentuale più alta di bambini di cittadinanza non italiana, ma una grandissima parte di loro (quasi l’80%) è nata in Italia, una seconda generazione naturalmente bilingue e naturalmente biculturale, ma anche i bambini che arrivano a 4 o 5 anni si trovano in un’età in cui si impara velocemente e bene, dal rapporto con i compagni, una nuova lingua, nuove regole e nuovi riferimenti culturali. Nel primo ciclo (primarie e secondarie di 1° grado) le cose si complicano perché la lingua è da subito richiesta come veicolo degli apprendimenti disciplinari e i ragazzi neo arrivati si trovano in una situazione molto difficile. A Firenze scuola e centri di alfabetizzazione cercano insieme di facilitare loro il compito. Attualmente gli studenti stranieri che frequentano i laboratori linguistici dei Centri di alfabetizzazione sono 660. Fra loro ci sono i ragazzi arrivati da poco in Italia che imparano l’italiano di base e molti di più sono i ragazzi che vengono sostenuti nell’apprendimento della lingua dello studio e delle discipline.
Rispetto alla precedente legislatura è cresciuta la presenza di studenti extra-comunitari (o comunitari naturalmente pensando ai nuovi Stati UE)?
Considerato che gli alunni di cittadinanza non italiana, dalla scuola materna alla media inferiore, erano 1900 nel 2000-2001 e oggi sono quasi 4.600, si vede che sono più che raddoppiati.
Nel numero degli alunni stranieri, come ho già accennato, sono compresi però anche i ragazzi di seconda generazione, che non hanno problemi di lingua ma che impongono alla scuola un allargamento di orizzonti e la consapevolezza di dover procedere in un’ottica sempre più interculturale.
Alla proposta di realizzare questo periodo qual è stata la reazione dei giovani che frequentano i centri di alfabetizzazione?
La proposta noi la stiamo facendo anche alle scuole, ci sono insegnanti che da tempo lavorano con le classi facendo laboratori di scrittura creativa o impegnandole nella redazione di giornalini e questi ragazzi possono trovare in “Lingua franca “ uno stimolo e un obiettivo in più per lavorare. E ci sono classi che potranno essere affiancate da un operatore specializzato per arrivare a realizzare con soddisfazione un bel laboratorio di scrittura. Un laboratorio naturalmente interculturale perché facilita la conoscenza dell’altro e accoglie la voce e i pensieri di tutti.
Lingua franca avrà una periodicità?
Dopo la prima uscita, il “numero zero”, contiamo far uscire un altro numero entro un anno. Non è poco perché i brani pubblicati saranno i prodotti finali di un percorso, o meglio noi speriamo che saranno una scelta e un saggio dei tanti prodotti usciti da vari percorsi nei laboratori linguistici dei Centri e nelle scuole. Se la proposta avrà successo e se insieme faremo crescere il giornale, il periodico potrà diventare semestrale.
Lingua franca potrebbe essere anche uno strumento di lavoro per le classi?
E’ proprio quello che vogliamo: coinvolgere le classi, incrementare gli scambi e unire i ragazzi, lavorando sulla lingua. Ho detto “lavorando” perché per realizzare materiali da pubblicare tutti devono lavorare sui testi e devono imparare qualcosa. Ma è un obiettivo comune da raggiungere insieme. Incrementare gli scambi vuol dire dare a tutti occasioni di apprendimento e di crescita, separare gli alunni pensando o dicendo di volerli, in questo modo, favorire non può, secondo noi, che impoverire l’ambiente scuola e preparare un futuro di divisioni e contrapposizioni per tutti.
Informazioni: Distribuito dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione, Direzione Istruzione, Servizi educativi e Scambi culturali del Comune di Firenze
(Responsabile P.O. Maddalena Pilarski)
Informazioni: tel. 055-2625617 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.