La produzione e la promozione del libro tattile da parte della Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi: un impegno per garantire a tutti il diritto alla lettura.
Sull’onda del successo e del nuovo interesse per queste pubblicazioni la Federazione decide nel 2008di lanciarsi nell’editing e nella riproduzione di opere tattili originali (circa dodicimila copie di 48 diversi titoli sono state prodotte e distribuiteda allora in Italia) e di impegnarsi nella promozione dell’editoria tattile illustrata.
Nasce così nel 2011 il progetto A SPASSO CON LE DITA, realizzato grazie al contributo di Enelcuore Onlus, che permetterà la distribuzione gratuitadi 6.000 libri tattili a1.000 istituzioni pubbliche impegnate nella promozione della lettura (biblioteche, reparti pediatrici, associazioni e Istituti per ciechi) e in seguito la creazione di varie manifestazioni itineranti chegireranno le più importanti sedi espositive nazionali per mostrare questi libri e promuovere la didattica speciale.
Il cuore delle manifestazioni di promozione del libro tattile è lo spazio-laboratori. Le attività ludiche, artistiche e di approfondimento gestite da personale specializzato della Federazione coinvolgono studenti di ogni ordine e grado, insegnanti e operatori culturali. Di che colore è il vento, Aptica, Le Parole della Solidarietà e infine Sensi Unici (l’ultima iniziativa nata in collaborazione con lo Scaffale d’arte del Palazzo delle Esposizioni di Roma) sono le manifestazioni di promozione della lettura promosse negli ultimi anni, grazie alle quali la Federazione è riuscita a uscire dalla nicchia editoriale nella quale rischiava di essere confinata e a portare gli argomenti dalla didattica speciale dentro i confini della pedagogia classica, creando interessanti momenti di confronto e fornendo a insegnanti e genitori nuovi strumenti e nuovi stimoli per le loro attività pedagogiche quotidiane.
La convenzione internazionale dei diritti per l’infanzia e dell’adolescenza chiede a tutti di impegnarsi affinché l’accesso al libro e alla cultura siano diritti imprescindibili per tutti i bambini, e la Federazione sta così cercando di contribuire con tutte le sue migliori energie.
L’adattamento dei classici della letteratura e dell’illustrazione per ragazzi
Altro aspetto importante per garantire ai bambini ciechi e ipovedenti di essere inclusi, almeno in parte, nella vita culturale e artistica,è quello dall’adattamento in versione tattile dei grandi classici della letteratura e dell’illustrazione per ragazzi.
E qui va innanzitutto ricordato che un libro tattile per essere fruibile deve essere ideato e realizzato nel rispetto diprecise regole affinché le immagini a rilievo possano essere interpretate attraverso l’esplorazione aptica (dal greco haptomai, sfiorare con le mani), e che il lettore-bambino abbia acquisito una buona educazione all’immagine,un processo che gli permetta di arrivare ad interpretare simboli e forme astratte. Ci troviamo quindi di fronte a vincoli molto stretti, ogni qual volta decidiamo di proporre una versione tattile di opere comuni al nostro immaginario visivo collettivo. Questo vale sia per le opere d’arte che per i personaggi dei fumetti o della letteratura per ragazzi: l’intero patrimonio di immagini visive a nostra disposizione va rielaborato e ripresentato in maniera accessibile, grazie ad un lavoro che va gestito e confezionato da esperti in questo settore.
Per motivi di spazio ci è preclusa una dissertazione completa su questo argomento ma è doveroso comunque ricordare in breve che vanno almeno rispettati alcuni criteri di forma (figure semplificate, riconoscibili nella loro interezza, ordinate e non sovrapposte), di spessore (elementi troppo sottili non vengono percepiti), di tessitura (materiali diversi per elementi diversi, riconducibili al reale), di dimensione (proporzioni tra gli elementi, assenza di prospettiva), di colore (colori primari e forti contrasti per gli ipovedenti) e di congruenza (corrispondenza fra testo e immagini).
Così facendo, cercando di non stravolgere il senso e il ritmo narrativo della storia originaria, possiamo e anzi direi dobbiamo, fornire al bambino cieco una proposta che lo avvicini alle storie e ai personaggi popolari della nostra letteratura per l’infanzia. Perché tutti i personaggi delle favole antiche e moderne che appartengono all’immaginario dei bambini non divengano per lui materia di esclusione sociale.
La difficoltà di tutti gli operatori tiflodidattici è quindi quella di riuscire ad apportare quei necessari adattamenti a libri già editi, che non sono nati specificatamente per essere proposti a bambini ciechi, senza perdere i contenuti e le suggestioni narrative. Un lavoro altamente creativo, sia sul versante didattico che su quello estetico, che comporta professionalità trasversali, sulle quali a dire il vero ancora non si investe sufficientemente in formazione e aggiornamento.
Lo stesso uso del braille, in fase di stampa, comporta un inevitabile riadattamento del testo, che va ragionato e ricreato con competenza e sensibilità narrativa. A queste modifiche rispetto al testo originario vanno poi affiancati necessariamente tutti quegli accorgimenti tecnici dovuti all’inserimento degli elementi materici che costituiscono le illustrazioni, a volte fissi sul piano e a volte mobili, con tutto quello che ciò comporta da un punto di vista di maneggevolezza e tenuta del blocco libro. E qui necessiterebbe un piccolo excursus in materia di rilegature e di cartotecnica.
Viste le numerose criticità da affrontare nell’adattamento dei classici della nostra letteratura, fra i quali anche i diritti d’autore, troppo spesso si preferisce ideare opere originali, ma non per questo non esistono brillanti tentativi, ben riusciti per quei libri già impostati all’origine su personaggi altamente simbolizzati: il Petit Chaperon Rouge di Marja Lavater, i capolavori di Leo Lionni Piccolo blu piccolo giallo e Pezzettino possono risultare degli ottimi punti di partenza per la realizzazione di una versione tattile.
Naturalmente, ad esempio in Piccolo blu, piccolo giallo,ma vale per tutti i libri, i colori dei personaggi dovrannodifferire non solo cromaticamente ma soprattutto tattilmente. Così come l’elevato numero di pagine dovrà essere ridotto impostando un sunto accessibile e molto evocativo della storia originaria, per non incorrere in una versione tattile troppo voluminosa a causa degli spessori delle illustrazioni. Un buon esempio di una versione tattile riuscita è Un Punto di Hervé Tullet, realizzato dalla casa editrice francese LDQR. Attraverso la mediazione diretta dell’autore sono state infatti apportate quelle modifiche necessarie e funzionali alla traduzione tattile dell’opera al fine di renderla adattata alle esigenze specifiche della lettura digitale.
C’è poi bisogno, per la realizzazione di un prodotto unico e fruibile dalla maggior parte dei bambini ciechi, di un compromesso fra le varie esigenze specifiche di lettura dei singoli bambini, che spesso hanno approcci diversi e difficoltà diverse. Va individuato per così dire un bambino cieco “ideale”, e impostato su di lui il nostro prodotto editoriale, nella consapevolezza che non tutte le esigenze specifiche potranno essere rispettate, ma sapendo anche che il libro sarà introdotto da un adulto, il quale se ben educato e sensibile saprà fare da mediatore e non lascerà il bambino solo di fronte alle difficoltà interpretative ma lo aiuterà ad entrare in quella storia e in quel particolare mondo simbolico. Per questo credo che solamente mettendo in contatto editori, autori, tecnici di produzione e tiflologi con i lettori e i mediatori culturali specializzati nel presentare questi libri ai giovani lettori ciechi, si possano raggiungere i risultati da noi auspicati. Un lavoro costante di intermediazione culturale quindi, che deve continuare a essere sostenuto, anche economicamente, dalle nostre istituzioni pubbliche, affinché il costo di questa complessa operazione di integrazione culturale non ricada solamente sugli utenti finali, ossia sulle famiglie dei ragazzi ciechi.
Per approfondire:
www.libritattili.prociechi.it
www.aspassoconledita.prociechi.it
(Il testo è stato elaborato per il convegno “Storie ad accesso libero”, Campi Bisenzio, 10 novembre 2017. Una versione breve è pubblicata su LiBeR 116)