Roberto Farné
Roberto Farné è docente di Pedagogia del gioco e dello sport all’Università di Bologna. Dal 1995 al 2001 ha tenuto l'insegnamento di "Metodologie e tecniche del gioco e dell'animazione" nel corso di laurea in Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna; primo in Italia ad insegnare questa disciplina. Dal 2002 insegna "Pedagogia del gioco e dello sport". Presso la Facoltà di Scienze della Formazione tiene l'insegnamento di "Iconologia e iconografia didattica". Dal 2007 è Direttore del Dipartimento di Scienze dell'Educazione dello stesso Ateneo.
I suoi campi di studio e ricerca, sia empirica che teorica, documentati da numerose pubblicazioni, riguardano prevalentemente i rapporti fra educazione e mass-media, la cultura per l'infanzia, l’educazione extrascolastica e il gioco.
Dal 1992 al 1996, e anche successivamente, nell'ambito di convenzioni fra RAI e Università di Bologna, ha fatto parte di gruppi di ricerca che hanno lavorato sui problemi del rapporto fra bambini e televisione e sull'analisi di programmi televisivi per l'infanzia.
Fra il 1997 e ‘98 per il Centro Nazionale di Documentazione ed Analisi sull’Infanzia e l’Adolescenza, (presso l’Istituto degli Innocenti di Firenze), in convenzione con il Dipartimento Affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. ha collaborato a due gruppi di lavoro, e alla stesura dei relativi rapporti di ricerca, sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia.
Dal 1998 al 2000, nell'ambito della collaborazione fra Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna e Walt Disney Italia, ha svolto un lavoro di consulenza sui progetti educational del publishing.
È autore di numerosi saggi, tra cui i recenti: Sport e infanzia. Un'esperienza formativa tra gioco e impegno, Franco Angeli, 2010; Sport e formazione, Guerini Scientifica, 2008; Iconologia didattica. Le immagini per l'educazione: dall'Orbis Pictus a Sesame Street, Zanichelli, 2002, opera con la quale nel 2003 ha vinto "Lo Stilo d'oro", Premio nazionale di Pedagogia "Raffaele Laporta", nella sezione "Didattica".
Svolge numerosi incarichi editoriali, fra cui la direzione della rivista Infanzia insieme a Franco Frabboni.
Carlo Carzan
Nato a Palermo nel 1967, ha passato la sua infanzia giocando ed in realtà non ha mai smesso.
Nella sua vita ha realizzato già un sogno, lavorare giocando, anzi facendo giocare gli altri.
Ha dato vita a “Così per Gioco” la prima ludoteca palermitana per ragazzi, ed a tantissime iniziative ludiche sin dai primi anni novanta.
Crede profondamente nel gioco come strumento di crescita e di formazione e negli ultimi anni si è specializzato nella didattica ludica, cioè in metodologie didattiche non frontali, perché convinto che si può imparare giocando.
Occupa la sua giornata, scrivendo storie, giochi, progettando attività che poi realizza con ragazzi ed adulti e si riposa leggendo e giocando con le sue due bambine.
Si occupa di formazione per docenti ed operatori ludici, di laboratori con i bambini, di animazione alla lettura, collabora con enti pubblici e privati, case editrici ed operatori culturali, lui si ritiene un “Ludomastro”, insomma per lavoro Gioca, Scrive, Legge.
Coordina il progetto Turutun, con l’edizione di albi illustrati dedicati alle fiabe siciliane, con cui è stato finalista al premio Andersen del 2006.
Nel 2008 ha vinto il LudoAward con il suo Calcio con le dita (Editoriale Scienza, 2007-2009) ed è arrivato secondo al premio Città di Bella con il libro A come Acqua, B come Bosco, C come Cacca (Arianna, 2007).
Nel 2009 ha vinto il premio Andersen per la promozione della lettura con l’Ass. Così per Gioco e nello stesso ambito ha pubblicato per La Meridiana un libro di giochi per avvicinare i ragazzi alla lettura, Ri-animare la lettura.
Altre opere pubblicate: Il kit del bravo supplente (La Meridiana, 2006); La bella dalla stella d’oro (Arianna, 2006); La figlia di Biancofiore (Arianna, 2007); Mi chiamo Stefi e tu? (Caminito, 2010, con Grazia Nidasio); L’orcodrau e la troffa di la razza (Arianna, 2010); Ti ricordi il calcio? (Sinnos, 2010); 123 costituzione (La Meridiana, 2010).