Graphic novel, percezione sociale, autorialità, progettualità multimediale, sperimentazione, futuro, scuola
Incontro con Marco Pellitteri a Campi Bisenzio il 28 maggio 2009
L'incontro è strutturato in sette mini-moduli fra loro connessi. Il tentativo è quello di cogliere alcuni degli aspetti principali del sistema-fumetto in rapporto alla cultura e alla società generali e al mondo educativo.
Il seminario prevede ampio uso di diapositive in PowerPoint e lucidi su lavagna luminosa.
1 - Nel primo mini-modulo si illustra la terminologia del fumetto all'estero e in Italia: si nota innanzitutto come spesso il nome presupponga e indirizzi la concezione del medium fumetto nei vari paesi; in seguito si passa all'ambito italiano e alla fortuna del termine graphic novel, con le sue ambiguità. In seguito si propongono cenni sui precursori e poi sui grandi interpreti, italiani e stranieri, del romanzo a fumetti: Guido Crepax, Hugo Pratt, Dino Buzzati, Andrea Pazienza, Igort, Gipi, Will Eisner, Art Spiegelman, Alan Moore.
2 - Il fumetto è un medium e una forma espressiva la cui percezione sociale è cambiata molto nel corso dei decenni: in questo mini-modulo si traccia in breve una storia di tale percezione sociale, in concomitanza con alcuni fondamentali cambiamenti della società, della cultura e del sistema dei media italiani. Una parte del modulo è dedicata inoltre a discutere i limiti del sistema editoriale del fumetto in alcune sue manifestazioni in quanto elemento di disturbo per una più seria considerazione del fumetto nel panorama culturale ed educativo.
3 - Il fumetto non è solo serialità e intrattenimento a basso costo: sa essere ed è anche autorialità, cioè espressione di personalità che si esprimono in forma sia seriale sia romanzesca, sia con stili di disegno standardizzati ma fortemente comunicativi, sia con idioletti grafici personali, d'avanguardia e di decifrazione più impegnativa per i lettori non abituali. In tal senso l'autorialità del fumetto si fa veicolo, ancora di più, di una cooperazione attiva del lettore, di una vera e propria attività intellettuale su più piani comunicativi.
4 - Il fumetto non è solo artigianato (nel senso anche nobile del termine) e non è solo estro; è quasi sempre anche progettazione attenta di un prodotto editoriale e a volte anche multimediale. Attraverso alcuni rapidi esempi si illustra il modo in cui il fumetto oggi cessa di essere solo un veicolo d'intrattenimento estemporaneo o un romanzo grafico e diventa una rete di supporti e pratiche diversificati sul piano relazionale e tecnologico.
5 - Connesso al mini-modulo dell'autorialità, quello sulla sperimentazione passa in rapida rassegna alcune espressioni del fumetto contemporaneo per notare come questo, oltre alle sue manifestazioni narrative e grafiche più standard o comunque fruibili dal vasto pubblico, abbia sempre veicolato interessanti, a volte viscerali rapporti con le avanguardie artistiche o, per paradosso, con la limitazione o negazione della figuratività, alla ricerca di nuovi codici di rappresentazione grafica della narrazione per immagini.
6 - Connesso al mini-modulo della progettualità multimediale, quello sul futuro prova a presentare lo scenario del fumetto nei prossimi anni, tra le nuove possibilità del digitale, la commistione con altri linguaggi e piattaforme tecnologico-mediatiche, lo stravolgimento e la riconfigurazione del sistema editoriale, la sempre più pervasiva convivenza della cultura del testo con quella dell'immagine.
7 - Infine, il mondo della scuola in che modo si interseca, o si scontra, o si fonde, con quello delle immagini e in particolare, nel presente caso, con quello del fumetto? Il rapporto fra la scuola e tutti i linguaggi e le pratiche culturali pulsanti al di fuori della classica concezione dell'educazione formale e formalizzata è sempre stato vissuto secondo l'ottica del conflitto e della gerarchia invece che in quello della pariteticità e della reticolarità. Il fumetto non fa eccezione e nei decenni si è passati per paradosso da una repulsione aprioristica a un'accettazione o inclusione prodotta non da una maturazione strutturale del sistema di trasmissione formalizzata del sapere ma dalla percepita necessità - disorganicamente attuata - di dover includere nuove forme di lettura - quali che siano - nelle pratiche giovanili, sempre più coinvolte in altri piani di acquisizione informale del sapere rispetto a quelli classici della lettura di testi presentati sul supporto cartaceo.