Agostino Barlacchi
Idest, 2000, 128 p., Euro 15,49
Avete mai provato a ridar vita dopo tanto tempo a un vecchio giocattolo di latta? A compiere il rituale della carica, con il giro di chiave, lo scricchiolio degli ingranaggi pronti a scattare e il lento ma potente srotolamento della molla?
Quanti sanno come nasce e si sviluppa questa produzione e chi sono i creatori di questi gioiellini che hanno nutrito l'immaginario di molte generazioni?
Nessun problema, d'ora in avanti è possibile sapere tutto, ma proprio tutto, su questo affascinante settore, grazie al libro appena uscito dal titolo I giocattoli dal cuore d'acciaio, scritto dallo studioso e collezionista Agostino Barlacchi ed edito per i tipi della Idest.
Il volume, che si inserisce in un comparto editoriale nazionale povero di strumenti di questo tipo, si presenta come un indispensabile supporto critico e iconografico, non solo per gli appassionati e i collezionisti, ma anche per coloro che si accostano al settore per la prima volta: 128 pagine ricche di informazioni e di curiosità sul mondo del giocattolo di produzione industriale dal 1900 al 1950 illustrate da 150 foto a colori. La guida sui giocattoli di un tempo contiene preziose indicazioni su auto, moto, treni, modellini militari, navi, automi, bambole e tanti altri giocattoli realizzati in quegli anni; ampio spazio viene dedicato al settore dei soldatini: vengono svelati segreti e misteri di quelli costruiti in pasta, in latta e in carta, comprese le tecniche di colorazione, le leghe e il riconoscimento delle antiche fabbriche produttrici (con la riproduzione dei relativi marchi) e non mancano informazioni dettagliate su tutti i musei del settore presenti nel mondo.
Nel volume sono infine fornite utili indicazioni anche per i neofiti con gli indirizzi delle maggiori borse-scambio del giocattolo in Italia, l'elenco delle principali raccolte europee ed extraeuropee e delle riviste specializzate, un piccolo glossario di terminologie tecniche e i consigli per gli acquisti.
Insomma un libro da non perdere per ritrovare, o finalmente scoprire, il gusto del divertimento a molla.