David Grossman
trad. di Bianca Pitzorno; ill. di Manuela Santini
Mondadori, 2007, 28 p.
€ 12,00; Età: da 5 anni
David Grossman, notissimo scrittore anche di libri per ragazzi, sostenitore appassionato della coesistenza in pace di uno stato palestinese accanto a quello israeliano, e quindi del diritto di Israele di esistere e di difendersi da attacchi esterni e interni, ma anche spesso critico nei confronti del proprio governo, un anno fa ha perso in guerra il figlio Uri, ventenne. La lingua speciale di Uri è del 1990 e quindi può essere letto come un affettuoso e allegro ricordo anticipato, quasi fosse un attimo prima dell’esplosione fatale, ma soprattutto deve essere letto come un inno alla vita dei figli, alla loro felicità di vivere, alla fraterna solidarietà e alla sapienza profonda e inspiegabile dei bambini. Uri ha un anno e mezzo e comincia a parlare. Però usa le vocali (non sempre tutte) e solo una consonante: la T. Ma il fratellino maggiore Yonatan, che di anni ne ha cinque, capisce tutto e fa da interprete. Se i grandi sorridono davanti ai buffi farfugliamenti dei bambini, questi ridono a crepapelle davanti ai grandi imbranati che non capiscono niente. E poi i bambini si sono sempre divertiti a inventare una loro lingua speciale, segreta (come quella raccontata da Rodari nella favola al telefono "Brif bruf braf") e ridono di fronte ai tentativi dei grandi di captarla, li prendono in giro. Molti di noi adulti sicuramente leggeranno questo libretto come un brillante apologo sulla necessità di comunicare e comprendere, di avere qualcuno capace di capire e interpretare, tradurre, mediare, mettere in comunicazione e fare pace tra diversi (per età o cultura o religione o nazionalità), e questo è giusto e bello. Ma il racconto vive anzitutto sulla felicità e godibilità dell’invenzione e della narrazione. Grazie anche a Bianca Pitzorno che ha tradotto (anche lei) e adattato da quella autentica scrittrice che è, e non solo per bambini: così briosamente e fluidamente poteva farlo solo lei, che non a caso aveva scritto un libro intitolato La voce segreta (che è poi quella dei bambini). E grazie anche a Manuela Santini che ha disegnato con grande semplicità personaggi buffi ma non ridicoli, gli occhi un po’ sbigottiti e incapacitati degli adulti, quelli furbetti e complici dei due fratellini.
Fernando Rotondo
(da LiBeR 77)