La sezione Nascere con i libri (3-6 anni) del Premio Nati per Leggere 2016 ha visto vincitori Linda Sarah e Benji Davies con Sulla collina, uscito per i tipi di EDT. La scrittrice, l’illustratore e Luisella Arzani, direttrice editoriale Giralangolo, raccontano in questa doppia intervista di Anna Parola come è nato e come è stato pubblicato in Italia questo lavoro.
Cosa significa per voi aver vinto il Premio Nati per Leggere in Italia?
Linda Sarah: Siamo al settimo cielo! Grazie mille Nati per Leggere! Trovo che sia davvero una splendida iniziativa. Così come lo sono tutte quelle iniziative che avvicinano i giovani alla gioia, al divertimento e alla magia del leggere storie. Ricevere questo premio per Sulla Collina è un grandissimo onore, e mi spinge a continuare a scrivere libri che, mi auguro, possano incoraggiare i bambini a stare bene con se stessi, e ad accettare ed esprimere i loro sentimenti.
Benji Davies: Ero molto emozionato quando ho saputo di questo riconoscimento! Ricevere un premio che promuove la lettura all’interno dell’ambiente familiare è un grandissimo onore. Le prime letture sono esperienze preziosissime, ed è importante farle in quel periodo della nostra crescita quando è facile instaurare un legame profondo e strettissimo con una delle attività per noi più arricchenti: leggere.
Sono molto grato di aver avuto l’opportunità di illustrare il libro di Linda, anche perché è lei stessa un’ottima illustratrice, e io sono felicissimo che mi abbiano affidato le sue parole.
Come avete lavorato insieme?
Linda Sarah: In realtà, la cosa divertente è che non abbiamo lavorato insieme… Ho consegnato il testo al mio editore e qualche mese dopo ho ricevuto una bellissima sorpresa: Benji Davies aveva fatto vivere le mie parole in modo straordinariamente magico. È fantastico quando parole e immagini instaurano un legame così profondo, e danno vita a una bellissima danza che segue un ritmo e una melodia completamente nuovi… un po’ come accade nel libro, quando nasce una nuova amicizia.
Benji Davies: Linda e io non ci siamo mai incontrati di persona. È avvenuto tutto tramite l’editore, anche perché i nostri compiti erano ben distinti. Linda aveva già scritto il testo, e quando l’ho letto era già nella sua forma definitiva. Mi sono subito innamorato delle sue parole, della loro natura poetica, evocativa, e musicale. Linda è abilissima a evocare, quasi per magia, sentimenti ed emozioni. È stato facile per me immaginare i pensieri e le sensazioni dei vari personaggi, il cuore di questa storia. La parte difficile è venuta dopo, quando ho dovuto cercare di tradurre queste mie percezioni sulla pagina, e trasformarle in immagini che sapessero comunicare con il lettore e integrarsi con il testo. Sono stato molto contento quando ho saputo che Linda era soddisfatta del risultato finale. Quando lavoro con altri autori, uno degli aspetti per me più importanti è che sentano che il loro testo è stato rispettato, ma che allo stesso tempo è stato spinto un po’ più in là… e che alla fine siano contenti.
Nel libro, avete rappresentato e raccontato il gioco con gli scatoloni che è un classico per tutti i bambini. Oggigiorno si gioca molto al chiuso, mentre in Sulla Collina si gioca all’aperto. Portare gli scatoloni "sulla collina" all'aria aperta, è stata una vostra esperienza di gioco infantile?
Linda Sarah: Da piccola amavo molto giocare all’aperto. Ho cucito scarpette per le fate, ho combattuto mostri giganteschi con la mia spada di legno. Amavo tutto ciò che riuscivo a scovare all’aperto (in particolare un grosso, grasso rospo che viveva sotto un sasso).
Inoltre, ho sempre amato costruire “tane” e usarle come rifugio – non solo all’aperto, ma anche dentro casa. Poteva essere un semplice lenzuolo steso sopra due sedie, o uno scatolone, oppure una struttura decisamente più elaborata, come quelle che costruivo con il mio fantastico figlio quando era piccolo. Probabilmente c’entrava qualcosa la mia grande timidezza, ero un bimba minuta, e molto insicura. Il vestito della mamma diventava una tenda in cui rifugiarsi; il tavolo un nascondiglio; uno scatolone un mezzo di trasporto per esplorare mondi nuovi. E poi è bellissimo il modo in cui i bambini, con una semplice spruzzata di fantasia, riescono a trasformare gli oggetti più comuni in qualcosa di straordinario!
E per concludere, c’era una collina nella mia infanzia, una collina molto speciale, con in cima un castello e un cagnolino, Wifty, che è stato per anni il mio amico immaginario!
Benji Davies: Quando ho iniziato a fare ricerche per Sulla Collina, e a ragionare su come avrei voluto trasformare le parole di Linda in immagini, mi sono trovato a fare un tuffo nell’infanzia. Non necessariamente la mia infanzia, ma piuttosto un’infanzia ideale, fatta di idilliache scorribande nelle campagne.
Mi sono recato a casa di mia zia, nella campagna dell’Essex, e ho fatto moltissime fotografie: al paesaggio, ai boschi, ai campi. Mi sono imbattuto in vari chalet, case sul fiume, case per le vacanze, e ne sono rimasto affascinato. C’è anche qualcosa di queste minuscole abitazioni un po’ sgangherate nell’immaginario di Sulla Collina.
Mia zia teneva polli, galline e anatre. Aveva persino una vecchia tinozza dove sguazzavano. Ho trasferito tutti questi ricordi, e anche molti altri, nelle mie illustrazioni per conferire loro profondità e sostanza, e per farle vivere anche oltre, e al di là della storia in sé.
Sono cresciuto in un paesino alle porte di una grande città. Ho passato le mie estati a scorrazzare per le campagne in bicicletta, o a giocare nei boschi. Tutte esperienze che poi ho trasferito nel mio lavoro. Sono convinto che sia nostro dovere incoraggiare i giochi all’aria aperta, e il contatto con la natura. Troppo spesso ci dimentichiamo di quanto siano importanti, e ne abbiamo bisogno tutti, non solo i bambini!
E per finire una domanda a Luisella Arzani, direttrice editoriale EDT-Giralangolo.
Come avete "fiutato" e scoperto questi nuovi illustratore e scrittrice? E quanto ha contato/inciso sul successo del libro la bella traduzione di Anselmo Roveda?
Vidi la traduzione francese della Balena della Tempesta a un Salone di Montreuil, non conoscevo l’illustratore e mi colpì subito la leggerezza e nello stesso tempo la forza delle illustrazioni, davvero un complemento al testo, scritto dallo stesso Davies. Mi pare che questo sia stato il suo primo libro come illustratore e autore, e confrontato con la produzione precedente si osserva qui una svolta nello stile: non a caso La Balena è il primo libro di Benji ad aver conseguito prestigiosi premi. Il successivo, che lo vede come illustratore e non autore, è stato appunto Sulla Collina, stilisticamente sulla stessa linea e con un testo che ho trovato altrettanto interessante: per l’ambientazione così suggestiva per i nostri bambini, che più raramente che in passato possono vivere l’esperienza del gioco all’aperto, con dei cartoni per giunta, e per l’assenza di adulti a risolvere i conflitti. È un testo molto emotivo: lo stesso Benji, in una bella intervista in cui racconta la genesi delle illustrazioni (
(da LiBeR 111)