Melvin Burgess è autore di numerosi romanzi che hanno per protagonisti gli adolescenti e le loro emozioni: in questa intervista raccolta da Gabriela Zucchini racconta come la narrativa possa essere utile per svelarci aspetti sconosciuti della realtà.
Sul web ultimamente c'è stato un acceso dibattito tra sostenitori e detrattori di storie sul suicidio rivolte agli adolescenti, per le possibili conseguenze in termini di incremento del rischio di suicidi giovanili per emulazione. Tu, che come autore sei considerato uno dei fondatori della Letteratura Young Adult, nei tuoi romanzi per adolescenti affronti in modo coraggioso temi molto forti, ma non hai mai affrontato il problema del suicidio. È stata una scelta consapevole o casuale?
È una tematica che non mi ha mai attratto più di tanto, forse perché sono più interessato a come le persone, e i giovani in particolare, vivono nella società, al ruolo che svolgono, a come affrontano il mondo difficile e esigente in cui vivono. Il suicidio potrebbe anche essere il risultato di tutto questo, ma dal mio punto di vista rappresenta soprattutto una risposta individuale che scaturisce da motivazioni interiori e personali.
Che cosa pensi della proliferazione di libri che trattano temi così delicati nella letteratura Young Adult?
Non ho alcun pregiudizio nei confronti di questi libri. Sin dalle origini della Letteratura Young Adult, sono state espresse molte preoccupazioni sulla forte attrazione di tanti scrittori per il lato oscuro della vita. È vero, la letteratura YA ha un forte interesse per esperienze e temi complessi, ma è anche vero che la produzione di libri più leggeri e ottimisti è notevolmente superiore. Se volete leggere storie che vi aiutino a sfuggire per un po’ ai vostri problemi, ne potete trovare tantissime là fuori. C'è spazio per tutti. Spesso gli adulti pensano che gli adolescenti debbano leggere solamente di ciò che conoscono, di ciò che desiderano fare, ma non ci sono prove che i giovani abbiano una relazione così superficiale con le storie. Al contrario, gli adolescenti sono molto più complicati dei loro genitori. Inoltre, la narrativa generalmente ci consente di riflettere in profondità sul senso delle cose, ci mostra la realtà, piuttosto che trascinarci e indurci a fare qualcosa. Può, nelle sue prove migliori, svelarci aspetti della vita che ci sono ancora oscuri, o consentirci di guardare in modo diverso alla realtà. E questa è una funzione potente. Talvolta può persino cambiare le cose.
E se gli adolescenti leggono di sentimenti fortemente problematici o dolorosi, possiamo scommettere che ne stanno leggendo perché sono attratti da queste esperienze o perché le stanno provando direttamente. Essere un adolescente è un'esperienza sempre più terribile. I ragazzi sono sottoposti a una forte pressione per raggiungere traguardi sempre più elevati a un’età sempre più precoce, e sperimentano sentimenti sempre più infelici. Forse tutto questo è un segno dei tempi in cui viviamo. Penso che molti di loro si sentano intrappolati e sotto pressione. Naturalmente, a quest’età può sembrare che la vita sia questa, ma non è così. Certamente non deve essere così.
Pensi che questi libri siano un’occasione per gli adolescenti per esplorare i loro pensieri più cupi? E anche un aiuto per coloro che stanno vivendo e lottando contro queste esperienze in famiglia o tra amici?
Sì, i libri di questo tipo possono essere estremamente utili. Di solito, i giovani che stanno vivendo situazioni difficili e spesso pericolose hanno una scarsa esperienza alle spalle a cui attingere in caso di difficoltà, e i libri possono mostrare loro che i sentimenti spesso contraddittori che stanno vivendo sono normali. Possono anche aiutarli a guardare nella giusta direzione, per non parlare di quanto utile sia il racconto di una buona storia! Nel discutere del bene che i libri possono fare, a volte dimentichiamo il loro scopo primario…
L’unico criterio di discernimento è questo. C’è un fenomeno che sta prendendo piede nella Letteratura YA chiamato instalove. Questo termine è composto da due parole, instant e love, e si riferisce alla situazione in cui uno scrittore utilizza potenti emozioni, come l’amore appunto, per ottenere un effetto letterario scontato sui propri lettori, senza alcuno sforzo di approfondimento o di comprensione. Ovviamente si potrebbe giocare in questo modo con tante importanti emozioni, ma al momento è l’amore che viene utilizzato così superficialmente in tanta letteratura YA. Detesto questo espediente. Se un autore ha intenzione di affrontare temi complessi e profondi, deve farlo con onestà, sincerità e comprensione, senza giocare con facili emozioni.
La letteratura offre uno “spazio sicuro” per affrontare anche i temi più delicati? E la letteratura giovanile è pronta a, o è in grado di, infrangere tutti i tabù?
Certo, perché no? I romanzi, più di qualsiasi altra forma d'arte, possono entrare nella mente delle persone e mostrare come si possono sperimentare sentimenti e pensieri. Quindi, naturalmente, sono il modo migliore per rompere tutti i tabù. Ricordo un fotografo che anni fa mi disse che amava riprendere i romanzieri perché “sono grandi umanisti”. È vero, è difficile scrivere un romanzo senza riuscire a comprendere meglio le persone, siano esse buone, cattive o perfide.
Qual è la responsabilità che ha un autore che scrive per giovani lettori?
Raccontare la storia migliore che è in grado di raccontare con autenticità e verità.
(da LiBeR 117)