Il silenzio nasconde significati diversi, suoni impercettibili, il linguaggio di qualcosa che si crede indecifrabile. Ce ne parla Patrick Ness, autore di Chaos: la fuga, primo libro di una trilogia da cui sarà tratto un film, nell’intervista raccolta da Paola Benadusi Marzocca.
Ascoltare il linguaggio di qualcosa che si suppone non abbia voce, imparare il linguaggio degli uccelli e del vento senza dire più di quanto non sia necessario, aiutano a cercare il significato di qualcosa che all'apparenza sembra immobile, senza vita, o forse è soltanto bello. Occorre una sensibilità particolare o maggiore attenzione a ciò che ci circonda? Niente oggi nella nostra società sfugge al rumore, al cicaleggio continuo, ma si possono individuare crepe nascoste attraverso le quali si introduce, simile a un fluido invisibile e rassicurante, il silenzio. Nell'avvincente romanzo dello scrittore inglese Patrick Ness (autore di Sette minuti dopo la mezzanotte e vincitore tra l'altro de la Carnegie Medal), intitolato Chaos: la fuga, la scelta della frase del frontespizio ripresa dal romanzo di George Eliot, Middlemarck, è una sorta di guida per interpretarlo: "Se potessimo avere una visione intima e profonda di tutta l'ordinaria vita umana, sarebbe come ascoltare l'erba crescere e il cuore dello scoiattolo pulsare, e moriremmo del frastuono che si cela al di là del silenzio."
Mister Ness – gli chiedo – avrà forse deciso di ridimensionare con la sua brillante trilogia la posizione dell'uomo dinanzi al Rumore, mostro irrefrenabile, che avvolge la mente nelle parole per confondere, "forte come un ruggito"?
In realtà ho voluto considerare tutti i differenti modi con cui le persone affrontano o potrebbero affrontare qualcosa di simile al Rumore. Ci sono, di sicuro, risposte disastrose, come è comprensibile aspettarsi. Ma poi ci si accorge che non tutti intraprendono la via peggiore, anzi imboccano quella più positiva. Il Rumore non può essere sconfitto, si deve imparare a convivere con esso. Fa parte ormai della nostra quotidianità ma, come la maggior parte delle cose nella vita, si evolve e si modifica.
"Voci voci, ascolta mio cuore, come soltanto sentono i santi": questo verso delle elegie del grande poeta praghese Rainer Maria Rilke invita alla riflessione...
I giovani potrebbero essere colpiti dall'immagine straordinaria della natura e dell'intero creato imparando ad ascoltare suoni a volte trascurati, ma penso che nessuno sia santo, né dovrebbe esserlo. Basterebbe che ognuno cercasse di fare ciò che è meglio, soffermandosi ogni tanto a pensare e soprattutto evitando di comportarsi da stupido.
Il "chiacchiericcio" dei twitter e altro che investono la vita quotidiana, in quale misura hanno influito nella costruzione della trilogia?
Essi sono molto più del Rumore. Non si può sfuggire a informazioni e opinioni ai nostri giorni. E mi preoccupo in merito a tutto ciò soprattutto nei riguardi dei giovani privi di mezzi, opportunità e prospettive. In che cosa si potrebbe tradurre? Incubi, solitudine, violenza?
La magia non manca in Chaos ed è potenziata da una serie inesauribile di invenzioni tecnologiche. La proiezione in un futuro distopico aiuta a comprendere il mondo che ci circonda?
Ogni buon romanzo ambientato nel futuro non parla realmente del futuro, bensì del presente. Quindi certamente spero che Chaos stimoli la percezione di ciò che ci circonda e in cui viviamo.
Nella Terra di Mezzo, violenta e inquietante, in cui vive il giovane protagonista Todd, il suo cane ha un ruolo fondamentale, salvifico, muore per salvarlo: "Il mio stupido dannato sciocco ‘fantastico’ cane che non avevo voluto ma che mi gironzolava lo stesso attorno e che mi ha seguito per la palude..."
Perché è questo che ogni cane vorrebbe fare per il suo padrone o compagno, come lo si voglia chiamare.
L'immaginazione apre prospettive sconosciute, conturbanti; indica passaggi segreti. È un invito ai giovani a riflettere su se stessi e su ciò che li circonda?
L'immaginazione non dovrebbe turbare il nostro punto di vista, d'altro canto occorre alimentarla. Si possono turbare gli altri, ma è molto più sconveniente di quanto si creda. Ogni libro dovrebbe stimolare ciascuno a riflettere su se stesso e sul meraviglioso mondo che ci circonda. Occorre porsi domande, non solo accettarle.
Cancellare le emozioni e i sensi, sconnettere le idee dai valori, svuota l'esistenza di significato, rimane la mera sopravvivenza. L'amore che parte ha nella trilogia? E la speranza?
Ho voluto un amore che non fosse una semplice e sciocca storiella d'amore. Ho voluto che Todd e Viola realmente guadagnassero l'amore dell'altro, perché l'amore è un valore. Conoscendosi essi imparano a credere l'uno nell'altra, a fare affidamento l'uno sull'altra, e poi ad amare. La nostra speranza sono le altre persone. Da queste nasce la speranza.
(da LiBeR 108)