Secondo le norme editoriali l’autore è proprietario del testo, mentre l’editore può modificare il titolo sia nella prima sia nelle successive edizioni se consenziente l’autore. Ma se questi è morto? C’è chi non si fa problemi di correttezza. È il caso dell’operazione Editori Riuniti su due raccolte di Rodari.
Sono passati 22 anni dalla morte di Gianni Rodari. La sua presenza fra di noi è continua, quasi non ci avesse mai lasciato: non soltanto i suoi libri circolano ancora fra i ragazzi e nelle biblioteche, ma è come se il suo ironico sorriso ci fosse sempre vicino ad ammonirci di considerare i giovani lettori con lo stesso rispetto che lui ha insegnato a tutti.
Qualcuno, però, si è dimenticato questo ammonimento e ha cambiato i titoli che Rodari aveva dato a due suoi famosi libri. Chi ha dato il permesso agli Editori Riuniti di fare una cosa del genere?
Ecco la situazione.
Alla fine del febbraio scorso arrivano in libreria tre titoli nuovi di Gianni Rodari. Non c’è però da meravigliarsi: dopo la sua scomparsa sono stati infatti pubblicati libri che lo scrittore, in vita, non aveva deciso di dare alla stampa. Che nei fondi dei cassetti si sia trovato ancora qualcosa di nuovo?
Per scoprirlo è necessario leggere la pagina dietro la copertina interna:
"Mago Girò. I testi e le illustrazioni di questo volume sono tratti da Tante storie per giocare… pubblicato per la prima volta nel 1971." "Il tamburino magico. I testi e le illustrazioni di questo volume sono tratti da Tante storie per giocare… pubblicato per la prima volta nel 1971." Il volume originale è stato dunque diviso in due per farlo entrare in una collana a prezzo economico. Ma perché cambiare il titolo? Con quale diritto?
E ancora: "Polenta fritta. I testi e le illustrazioni di questo volume sono tratti da Venti storie più una pubblicato per la prima volta nel 1969." Anche qui il volume originale è stato diviso in due parti per farlo entrare in una collana a prezzo economico. Ma se l’autore aveva scelto un determinato titolo, perché mai cambiarlo?
L’operazione editoriale che caratterizza questi tre volumi si basa, dunque, sull’escamotage di aver preso il titolo di un racconto di ciascun volume per farlo diventare il titolo del libro, generando così perplessità e confusione o, se vogliamo, per imbrogliare i possibili acquirenti…
Un’ultima annotazione. Sotto i nuovi titoli dei tre libri di Rodari si legge che sono stati curati da Roberto Piumini, scrittore contemporaneo di grande fama. Ma cosa significa qui “a cura di”? Forse che Piumini si sia limitato a scrivere le prefazioni? In tal caso si è aggiunto inganno all’inganno.
Roberto Denti
(da LiBeR 56)