In un libretto piccolissimo Ottavio Fatica scrive che “la traduzione di poesia in quanto poesia è sempre questione di resa.” Accostandosi a Dolce come un cetriolino lindo come un maialino non si può che mettere al centro l’opera di traduzione di Ilaria Rigoli, che prende i versi della scrittrice statunitense, pubblicati per la prima volta nel 1964, i ritmi, le assonanze, le rime e li trasporta nella nostra lingua muovendosi a più livelli: c’è uno scavo lessicale, che rende leggere e ariose le parole, c’è un’attenzione ai suoni della lingua inglese del testo originale e a quelli della lingua italiana, ci sono tradimenti di ritmo che concorrono a riprendere il senso delle composizioni e c’è pienamente la voce di Rigoli poeta, la capacità di accogliere quei versi che in forma, lingua, temi, risuonano di un’America di 60 anni fa, di paesi e feste, di giardini e caccia alle uova di Pasqua, di notti di Halloween e di momenti quotidiani... L’operazione è preziosa, come le illustrazioni e la forma fisica del libro: preziosa per tutte le bambine e i bambini che al testo si avvicineranno, un’occasione per fare esperienza di come la poesia dia spessore e vaghezza a parole e azioni del quotidiano, di come l’uso di ritmo e rima possano non confermare le aspettative del lettore, di come non sia necessario enunciare grandi temi per permettere a ogni lettore e lettrice di accedere a una conoscenza di sé e del mondo, attraverso le minuzie e i giochi che sostanziano i giorni e producono domande e un senso di inquietudine che è predisposizione alla scoperta. Nei versi di McCullers (e credo che questo succeda anche senza conoscere l’opera e la biografia della scrittrice) e in quelli di Rigoli risuona un sobbollire di incertezze, un sottrarsi a risposte immediate, sia nel raccontare dell’altezza del cielo, che della presenza della D nella parola mercoledì. Sono poesie che raccontano l’indescrivibilità e l’incongruenza del mondo attraverso ribaltamenti improvvisi di senso e di sguardo; d’altronde già il titolo ci fa pregustare tutto questo. Naturalmente, come tutta la poesia, il consiglio è di leggere le composizioni ad alta voce, più e più volte, alla ricerca di ritmi e suoni da godere, lasciando così spazio e tempo al farsi strada del senso.
Nicoletta Gramantieri (da LiBeR 138)
Dolce come un cetriolino, lindo come un maialino
Carson McCullers,
ill. di Rolf Gérard;
trad. di I. Rigoli
Bompiani, 2023, 31 p.
€ 15,00 ; Età: da 6 anni
Gli elementi che fanno un bel libro di narrativa sono i personaggi, l’ambientazione, la trama, il tema e la scrittura. Delitto alla Tesla Academy li possiede tutti, al meglio: un thriller avvincente con un’intrusione spaziale condita da buon umorismo. La Tesla Academy è un istituto sperimentale per giovani talenti nelle cosiddette discipline STEM (scienza tecnologia ingegneria matematica), ma anche in letteratura, musica e arti, che collaborano liberamente e creativamente insieme, ciascuno con le proprie doti peculiari, per battere nuove strade e arrivare a risultati rivoluzionari, soprattutto nei rapporti tra umanità e natura. Ogni personaggio è ben caratterizzato. L’undicenne fisico-matematica Etta, chiacchierina e molto empatica, vorrebbe completare lo smaterializzatore di Nikola Tesla, lo scienziato da cui prende nome il collegio; l’ombroso Marcus, assillato da una fastidiosissima sorella, è un matematico geniale; Paul, detto Paracarro biondo perché grande grosso, è un chimico provetto; Jian fa musica e pensa alle ragazze; Deepti, riservata e saggia, a 12 anni aveva già scritto tre romanzi tradotti in 12 lingue. Ovviamente non mancano i cattivi: il capo del Comitato Via la Tesla è un grande inquinatore del territorio; un professore trama per sostituire la direttrice con una linea di studi improntata a “meritocrazia” (dice niente?), rigore, individualismo e controllo; qualcuno si finge altro per portar via qualcosa di prezioso. E c’è una presenza aliena che osserva e riferisce al Consiglio Interplanetario di una remota galassia per decidere se cancellare la specie umana per salvaguardare le altre, e solo la flebile speranza offerta dai giovani studenti lo trattiene, mentre il suo supporto robotico fa le bizze. Succedono incidenti che si rivelano sabotaggi e un professore viene addirittura assassinato. Riusciranno i nostri cinque geniali detective ecc. ecc. Durante la festa virtuale per il completamento dello smaterializzatore con avatar di studenti e prof tutti i nodi al pettine vengono sciolti. Con doppia sorpresa finale. Più un’altra proprio nell’ultima riga del libro: “nel buio del parco si stava aggirando qualcosa di terribilmente minaccioso…” (continua?).
Fernando Rotondo (da LiBeR 138)
Delitto alla Tesla Academy
Sarah Savioli
Feltrinelli, 2023, 216 p.
(Feltrinelli kids)
€ 15,00 ; Età: da 11 anni
Linette ha i piedi perennemente scalzi, uno spirito intraprendente, la predisposizione a mettersi nei guai e una fantasia galoppante: i requisiti per animare pagine buffe e rocambolesche si direbbe, dunque, non manchino. Spericolato e mosso da vivace curiosità, il suo è un avanzare fragoroso, in cui un’idea in bilico tra la monelleria e l’esperimento può innescare imprevedibili reazioni a catena. In Concime per piedi – primo titolo di una serie che la vede protagonista – Linette prova a far crescere una folta chioma sulla testa calva del nonno con del fertilizzante liquido, il cui uso le era stato chiaramente proibito. Se funziona con i pomodori, perché non dovrebbe farlo con i capelli? L’innaffiatoio però è pesante, così il concime finisce per sbaglio sui piedi della bambina che in un attimo diventano enormi. Prova evidente del divieto infranto, quei piedi da dinosauro vanno nascosti: cosa che Linette, in effetti, si impegna a fare, anche se questo porta con sé una lunga scia di complicazioni in cui non mancano soprammobili rotti, salti acrobatici, mastini da guardia e fantasmi in fuga. In una manciata di pagine, né più né meno di quelle di un albo illustrato, Catherine Romat e Jean-Philippe Peyraud danno vita a una movimentata avventura molto domestica e poco addomesticata, in cui l’immaginazione fa capolino quel tanto che basta per dare un twist e una piega inaspettati a un tranquillo pomeriggio di giardinaggio. Ciò che rende, però, davvero peculiare Concime per i piedi è la sua formula narrativa. Il libro procede, infatti, come un fumetto privo di parole in cui anche i pochi balloon presenti prediligono un contenuto di tipo iconico. Scandite da una partitura molto regolare e costruite in modo da accompagnare per mano il lettore, limitando al minimo ogni elemento di contorno, concentrandosi sulle azioni e rendendo evidente ogni passaggio, le vignette danno forma a un racconto visivo singolare, immediato e in definitiva molto fruibile.
Elena Corniglia (da LiBeR 138)
Concime per piedi
Catherine Romat,
ill. di Jean-Philippe Peyraud
Logos, 2023, 31 p.
(I fumetti della Ciopi)
€ 13,00 ; Età: da 5 anni
Grazie a LupoGuido arriva in Italia il primo episodio della serie dedicata al rospo detective nato dalla penna di uno dei più premiati e prolifici autori svedesi, Ulf Nilsonn, illustrato dal tratto delicato di Gitte Spee. Colpisce, questo primo volume, e non solo per la scrittura raffinata a cui ci ha abituate la traduttrice Laura Cangemi. Ci sono il mistero, le false piste e tutto quello che un giallo per i lettori alle prime armi deve possedere per risultare godibile: e, soprattutto, ci troviamo davanti a un protagonista che porta con sé una dose significativa di complessità – quanto basta per risultare intelligibile per i suoi lettori ideali (quelli tra i sette e gli otto anni, ma anche di cinque o sei se la lettura è condivisa).
Quando sparisce una quantità ingente di nocciole di proprietà dello scoiattolo, il Commissario Gordon comincia a indagare. Certo, preferirebbe sorseggiare tè caldo e mangiare i suoi dolcetti, ma si avventura lo stesso in un appostamento sulla neve alla ricerca del colpevole. Sfortunatamente si addormenta e, quasi congelato, viene salvato da una topolina che, però, ha appena rubato una nocciola. Gordon non ha dubbi: non è lei la ladra che tutti stanno cercando. Certo, è sbagliato rubare, ma è un’ingiustizia anche morire di fame. La piccola, battezzata Buffy, diventerà l’inseparabile assistente dell’investigatore e lo aiuterà a risolvere il mistero grazie alla sua agilità e al suo spirito d’iniziativa. Tra i due personaggi nasce un legame che ricorda quello di un nonno con la nipotina: Gordon è costantemente d’esempio con le sue opinioni, i suoi gesti, le sue decisioni. E anche se è anziano e ormai stanco di rincorrere i delinquenti, è capace di smontare un tassello dopo l’altro quel “giustizialismo naif” che purtroppo a volte non termina con l’infanzia. E così, senza appesantire la narrazione di nozionismo, Nilsson sfiora temi importanti e sempre attuali, come la necessità di una pena commisurata al reato che aiuti a tornare nella società chi si macchia di un errore, oppure la pericolosità delle armi... La pistola, ad esempio, il commissario la lascia sempre sottochiave; ma il timbro, col sonante ca-dunc onomatopeico che lo accompagna, è sempre, sempre in funzione!
Dina Basso (da LiBeR 138)
Il commissario Gordon e le nocciole scomparse
Ulf Nilsson,
ill. di Gitte Spee;
trad. di L. Cangemi
LupoGuido, 2023, 92 p.
€ 14,00 ; Età: da 6 anni
Che cos’è la guerra? Rosso contro verde, verde contro rosso. Se si va alla radice di ogni conflitto si trova infatti qualcosa di molto semplice: due ideologie contrapposte in lotta tra loro. E quali sono gli elementi di ogni guerra? Ossessioni, assolutismo, odio, rabbia, falsità, paura, rinuncia “alla libertà in cambio della sicurezza”, conquista del potere e di territori, divieti, costruzione di muri, fuga della popolazione. “BOOM. La guerra dei colori” è un albo illustrato che racconta l’assurdità e l’insensatezza di uno dei più grandi mali della storia dell’umanità: la guerra, nelle sue diverse forme e manifestazioni (dittature, estremismi, terrorismo…). Grazie alla potenza visiva delle immagini e all’essenzialità delle parole, Ximo Abadía riesce ad affrontare in maniera diretta ed efficace l’idea del conflitto e dello scontro di ideologie, mettendone a nudo i meccanismi di fondo con una semplicità disarmante rispetto a quello a cui siamo abituati: la guerra spiegata attraverso la metafora dei colori è molto più chiara di tanti saggi teorici o dibattiti complessi sul tema. Un libro con un forte contenuto simbolico, dietro a una storia apparentemente semplice, che in fondo parla della stupidità umana. Pubblicato in Spagna nel 2020 e tradotto in Italia per BeccoGiallo, è purtroppo attualissimo, a più di un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina e per tutte le altre guerre ancora sparse in giro per il mondo. Le illustrazioni a tutta pagina, realizzate con tecnica mista analogica e digitale, oltre al rosso e al verde utilizzano pochi altri colori e richiamano, in alcuni elementi, i manifesti di propaganda del passato. L’autore è un fumettista, illustratore e grafico spagnolo, ha pubblicato con editori spagnoli e internazionali e collabora con riviste e giornali; è alla sua seconda uscita in Italia, dopo “People power. Proteste che hanno cambiato il mondo” con Rebecca June. Non è nuovo a temi impegnati e delicati, come nel suo “Frank: la increíble historia de una dictadura olvidada” in cui racconta la storia di Francisco Franco, affrontando un momento importante della storia recente spagnola spesso considerato un tabù.
Eléonore Grassi (da LiBeR 138)
BOOM. La guerra dei colori
Ximo Abadía
BeccoGiallo Editore, 2023
64 p.
€ 17,50 ; Età: dai 7 anni
Salomé capisce subito che le sta succedendo qualcosa di “straordinario”. Non appena lui, Julien Morel, il nuovo compagno di classe, varca la soglia della sua aula per la prima volta: la vista le si annebbia, le manca l’aria, la pancia fa un suono strano. Arrivato a metà dell’anno scolastico da un altro paese, non conosce anima viva. E a un mese dal suo arrivo, non le ha ancora rivolto parola. In generale sembra un tipo strano: non dà confidenza a nessuno, non sorride a nessuno, se ne sta rintanato nel suo angolo. Eppure… “in lui c’era qualcosa che mi catturava. La verità? Era fighissimo. Pelle ambrata, capelli neri, una ciocca a coprirgli appena gli occhi color smeraldo.” Ma tutto questo deve rimanere nascosto, soprattutto se hai 12 anni, il terrore di fare una figuraccia e non sai il motivo di uno scombussolamento del genere. Poi un giorno, per caso, succede che quel ragazzo all’improvviso ti parla, ti guarda negli occhi, ti chiede come ti chiami. E tu sbagli tutto. Ma perché l’amore non arriva con il libretto delle istruzioni? È la domanda che campeggia in quarta di copertina.
Nathalie Kuperman, scrittrice francese molto nota in patria, dà vita a un piccolo romanzo sincero e tenero che descrive il primo colpo di fulmine di una ragazzina alle soglie dell’adolescenza. Tutto ruota intorno a questa nuova emozione imprevista e destabilizzante, che provoca in Salomé reazioni esplosive e contrapposte: un batticuore incontrollabile, la paura di essere scoperta e presa in giro, la gelosia nei confronti della migliore amica, la ritrosia ad aprirsi coi genitori e con la sorella maggiore, il sentirsi piccola e grande in egual misura. La difficoltà a farsi capire e a capirsi, soprattutto. In una perenne lotta interiore tra la voglia di lasciarsi andare a questo sentimento sconosciuto e il desiderio di scacciarlo via, perché fa star male. Raccontata in prima persona, in una lingua giovane e quotidiana, è una storia piena di incertezze, imbarazzi, segreti, fraintendimenti, bugie, che fotografa in modo genuino una fase della crescita destinata a far cambiare per sempre. Un libro limpido e diretto che, per tema, tono e stile, può far breccia anche su ragazze e ragazzi poco inclini alla lettura.
Francesca Tamberlani (da LiBeR 138)
Colpo di fulmine
Nathalie Kuperman;
trad. di J. Cairoli
Lapis, 2023, 109 p.
€ 11,00 ; Età: da 11 anni
La collana di cartonati Le monde autour de moi, nata in Francia nel 2021 dall’immaginario di Cécile Roumiguière e Marion Duval, arriva in Italia per Topipittori. Finora sono stati pubblicati Il fuoco e Il cielo: formato piccolo e quadrato, poche pagine composte da piccoli riquadri per scoprire i quattro elementi – acqua, fuoco, aria e terra – visti attraverso occhi bambini. Insolito trovare libri per piccolissimi che si occupano di divulgazione ma, anche se questi libri non hanno lo scopo di fornire nozioni e dati, trattano proprio di divulgazione scientifica. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un boom di questa tipologia di libri nell’editoria per bambini, ma l’approccio che viene usato dalle due autrici è particolare e efficace nella sua semplicità: non fornire informazioni, ma immortalare la quotidianità dei piccoli lettori accostandola in maniera del tutto naturale all’accadimento dei fenomeni atmosferici. Ogni doppia pagina ha sulla sinistra una bambina, narratrice in prima persona, in ambientazioni familiari; sulla pagina di sinistra l’inquadratura si allarga ad abbracciare la natura, l’ambiente esterno che circonda la bimba e tutti gli esseri viventi. Lo schema è lo stesso per tutte le pagine tranne le prime due, dove sulla sinistra abbiamo il dettaglio della paffuta mano della piccola e sull’altra solo il testo, conciso in maiuscolo: “sopra di me e tutto intorno a me, c’è il cielo.” Un gioco continuo di inquadrature, tra zoom e panoramiche, rende la meraviglia con cui la bimba osserva i fenomeni attorno a sé. Così, quando la troviamo a specchiarsi in una pozzanghera con il suo ombrello giallo, colore che ritorna in ogni pagina e la contraddistingue, vediamo a fianco la pioggia che scende su un sentiero e una casa nel bosco, il tutto circondato dalle nuvole. La frasi che accompagnano i disegni sono semplici e immediate. Gli occhi bambini che leggono il libro sono così portati a creare connessioni tra le immagini, a collegare e concentrarsi sulle sensazioni che provano di fronte a questi fenomeni, a trovare analogie; il tutto senza che il testo diventi didascalico, esplicativo, pedagogico, come prova il fatto che la maggioranza degli elementi che compaiono nel libro non vengano mai nominati nel testo.
Giulia Romualdi (da LiBeR 138)
Il cielo
Cécile Roumiguière,
ill. di Marion Duval
TopiPittori, 2023, 14 p.
(I grandi e i piccoli)
€ 14,00 ; Età: da 3 anni
La storia di Edita (Dita) Adlerova, relativa agli anni delle ripetute deportazioni e in particolare alla permanenza nel campo di concentramento di Auschwitz, viene riproposta ai lettori più giovani in questa graphic novel che ne restituisce tutti i passaggi salienti attingendo alla versione romanzata di Antonio Iturbe (La bibliotecaria di Auschwitz, nella riedizione italiana del 2020). Dita nasce a Praga e ha 13 anni quando nel 1942 viene inviata insieme alla famiglia nel ghetto di Terezìn da dove, alla fine del 1943, verrà deportata nel campo di Auschwitz, destinazione Blocco 31 del Settore BIIb, per l’esattezza. Qui i nazisti allestirono, in via del tutto sperimentale, quella macabra messinscena che doveva dare una parvenza di normale vita comunitaria e familiare agli occhi indiscreti degli ispettori, inviati dagli organismi di controllo internazionale. Un’apparente normalità, ma anche un relativo allentamento della furia delle atrocità nazista, che diede modo ai prigionieri di organizzare per i bambini una scuola clandestina, nella quale si custodiva una micro biblioteca: otto volumi in tutto, fra i quali un atlante geografico, un manuale di geometria e un trattato di psicoanalisi. Mettendo ripetutamente a rischio la propria incolumità, Dita ebbe l’incarico di preservare questo piccolo-enorme capitale culturale; e ad affidarle la responsabilità fu il capo-blocco Fredy Hirsch, ebreo di origine tedesche, altro protagonista fondamentale di questa incredibile storia. L’intera vicenda risalta per le profonde risonanze simboliche: la cultura, la parola e la conoscenza si confermano irrinunciabili strumenti di resistenza, punti di svolta e potenti antidoti alle derive della Storia e al buio delle coscienze. Ed è importante che una voce così universale e autentica venga riproposta anche con linguaggi più fruibili e attuali, come nel caso di questa sceneggiatura, che comprime nella forma rapida e sintetica del fumetto senza per questo rinunciare all’attendibilità delle fonti storiche. Dalla testimonianza verbale-diretta al diario, dal romanzo al fumetto, tante possibili forme entro le quali preservare una memoria collettiva e condurla attraverso le generazioni.
Fausto Boccati (da LiBeR 138)
La bibliotecaria di Auschwitz
Salva Rubio,
ill. di Loreto Aroca;
trad. di F. Ferrucci
Il Castoro, 2023, 134 p.
€ 15,50 ; Età: da 12 anni
Da sempre sono a favore della lettura seriale, come tappa fondamentale nella crescita del lettore. Questo tipo di storie accoglie il bambino attraverso un contesto ricorrente e riconoscibile e, pur proponendo ogni volta una nuova trama, lo fa comunque sentire a casa, in compagnia di amici già incontrati. È quello che succede con Tibia e Biagio. L’amicizia è un viaggio, terza avventura della serie edita in Italia da Terre di mezzo, scritta per la casa francese L’école de loisirs da Ludovic Lecomte e illustrata in modo dinamico e divertente da Irène Bonacina. Il tema centrale della serie è l’amicizia tra uno scheletro, Tibia, elegante e demodé, e un cagnolino pezzato e dal pelo lungo di nome Biagio, che Tibia accoglie nel suo allegro carrozzone. In questa terza storia Tibia incontra al luna park un piccolo pesce rosso, vinto al gioco da una bambina ma subito abbandonato. Marina, la pesciolina, è triste ma è difficile accorgersene perché non si può vedere un pesce che piange quando è immerso nell’acqua. Ma Tibia è attento, empatico e accoglie subito Marina nella sua casa mobile, o meglio, nella vasca da bagno in giardino, dove Biagio ama stare in ammollo. La vasca è però troppo piccola. “Io vorrei nuotare nell’oceano!” – dice Marina; così i tre amici si mettono in viaggio verso il mare, con una carovana composta dalla casa-roulotte, trainata dalla moto sidecar di Tibia con agganciata la vasca da bagno dove sguazzano pesce e cagnolino. Biagio, che dovrebbe fare da guida utilizzando una vecchia mappa di Tibia, farà perdere la strada all’allegro gruppo. Ma dopo alcune peripezie ecco l’oceano grande, gigante, quasi infinito… “Non hai paura?” chiede lo scheletro. “Sei un pesce d’acqua dolce.” “L’acqua dolce manca di sale. Io ho voglia di avventura!” risponde il pesciolino.
Il testo è fresco, ha un bel ritmo con un felice gioco di rime, le figure sono una delizia per gli occhi, nutrono l’immaginario dei piccoli lettori con grazia ricca di particolari, come l’illustrazione in cui Tibia e Marina degustano con la cannuccia una zuppa verde di rosmarino, mentre Biagio esegue un perfetto tuffo di testa dal carrozzone alla tinozza.
Cristina Busani (da LiBeR 138)
L’amicizia è un viaggio
Ludovic Lecomte,
ill. di Irène Bonacina;
trad. di E. Armaroli
Terre di Mezzo, 2023, 49 p.
(Tibia e Biagio)
€ 12,00 ; Età: da 5 anni
Chase Ambrose non è un bravo ragazzo. Il suo passatempo preferito è perseguitare i compagni più deboli, in compagnia dei suoi amici della squadra di football. Il novanta per cento dei ragazzi della Hiavassee Middle School vive nel terrore di incontrarlo. Un giorno Chase cade dal tetto di casa e batte con violenza la testa. Sopravvive, non ha problemi di salute evidenti, ma deve fare i conti con un’amnesia totale che di fatto resetta la sua mente. Rientrato a scuola, quindi, tutto e tutti sono nuovi per lui. Dapprima si meraviglia di come gli altri reagiscono alla sua presenza e si stupiscono delle sue azioni, poi, piano piano, la sua vecchia vita gli si para davanti agli occhi. Il protagonista si trova di fronte a un bivio: indossare di nuovo i panni dell’atleta spaccone e ritrovare i vecchi amici o dare spazio al nuovo Chase, che preferisce il club dei video al football americano e stringe amicizia con un veterano della casa di riposo? Tertium non datur, e la soluzione non sarà né scontata né facile. Tutto può cambiare si basa su un tema esplorato più volte da altri autori, uno tra tutti Guido Sgardoli: partendo dal classico attivatore what if, immagina uno scenario in cui la vita offre una seconda possibilità, come avviene ai protagonisti di The frozen boy, L’isola del muto o Anomalya. Korman sembra interrogarsi su una questione tutt’altro che semplice: nature o nurture? Ovvero: cosa ci rende le persone che siamo? La nostra personalità è qualcosa di immutabile, radicato in noi, legato al nostro codice genetico, con cui dobbiamo convivere senza reali possibilità di operare mutamenti significativi o ha a che fare con l’educazione, ed è quindi determinata dalle persone che incontriamo o dagli eventi che viviamo? La storia è narrata in prima persona non solo da Chase, ma anche da molti altri personaggi, scelta che rende Tutto può cambiare quasi un romanzo corale, che ha il pregio ulteriore di raccontare una vicenda di bullismo spostando un po’ lo sguardo e sottraendosi in gran parte al rischio di offrirne una lettura didascalica e stereotipata.
Matteo Biagi (da LiBeR 137)
Tutto può cambiare
Gordon Korman;
trad. di M. L. Capobianco
Il Castoro, 2022, 249 p.
€ 16,00 ; Età: da 11 anni
La vera e propria passione per i tornado, fenomeni atmosferici piuttosto comuni in terra americana, nasce in Frankie quando la prima settimana di scuola dell’infanzia ne subisce l’effetto distruttivo e terrorizzante. È in questa occasione, mentre si ripara sotto un tavolo, che conosce Colette, destinata a diventare la sua migliore e unica amica. Dovranno passare sette anni da quell’evento, prima che la storia inizi, in un venerdì d’aprile, quando Colette scompare gettando in apprensione l’intera cittadina di Long Beach, dove le ragazzine frequentano la seconda media. Nel frattempo, l’amicizia tra le due tredicenni si è rotta, dopo che Frankie ha ascoltato una conversazione tra compagne di scuola nella quale, complice Colette, si deridevano alcuni suoi comportamenti, e si ironizzava sul suo “cervello-tornado”. Prima che l’attuale tendenza alla medicalizzazione della diversità prendesse il sopravvento, di una persona come Frankie si sarebbe notato il “caratterino”, la forte emotività, lo scarso controllo della rabbia, la necessità di routine rassicuranti e di forti interessi, come quello per i tornado: alimenti, questi, necessari per nutrire un cervello di prim’ordine e sempre in attività. Ma, fin dall’età della quarta elementare, uno psichiatra le ha diagnosticato una forma di neurodivergenza, ha un insegnante di sostegno, frequenta un terapeuta e, con molto impegno e fatica, si arrangia nel tentativo di essere (o apparire) “normale” nelle relazioni con compagni, insegnanti e famiglia. Parte da qui la sua indagine privata, inizialmente snobbata da tutti, volta a risolvere il mistero della scomparsa di Colette, mediante l’analisi dei video che sul web la sua ex amica ha postato, prima di scomparire mentre, si rende conto Frankie, sta ripetendo in solitaria le sfide di “obbligo o terrore”, gioco di coraggio che da piccole avevano condiviso. Questo avvincente romanzo rivolto ai giovani adulti si colloca nel quadro di una recente ed emergente produzione editoriale di qualità sullo spinoso tema della neurodivergenza (si pensi, ad esempio, a Una specie di scintilla e Mostraci chi sei di Elle McNicoll editi da Uovonero) produzione che dovremmo guardare con interesse crescente, nello spirito di affrontare la neurodiversità che alberga in ognuno di noi. Un quid che ci rende unici.
Riccardo Pontegobbi (da LiBeR 137)
Testa di tempesta
Cat Patrick;
trad. di M. Salvi
Mondadori, 2022, 285 p
(Contemporanea)
€ 16,50 ; Età: da 10 anni
Ispirato alla storia vera di Yoshitaka Ito, il libro nasce, come racconta l’autore, dalla visione di un documentario con gli splendidi Grus japonensis nella neve: “Come al risveglio di un sogno, scrissi il soggetto.” Tancho aspetta ogni anno l’arrivo delle gru, osserva le loro danze di corteggiamento, dà loro da mangiare. “Un tempo gli Ainu, antichi abitanti dell’isola, avevano cura di questi animali”, ma ora sono indaffarati e ogni inverno le gru diminuiscono. Un anno si presenta solo una coppia, il protagonista, ormai uomo, riesce a dargli del cibo dalle proprie mani, conquistandone la fiducia. L’inverno seguente la coppia si presenta con il loro piccolo e con gli anni le gru che tornano sono sempre di più. Tancho, diventato anziano, muore e un giorno ad accogliere gli uccelli ci sarà Sadako, sua figlia. In seguito, la fattoria Yoshitaka diventerà il Centro di Conservazione delle Gru del Giappone. Realizzato splendidamente in digitale, con morbidi effetti stile acquarello, giocato quasi interamente su toni di grigio, il libro ha un co-protagonista: il tempo. Pagina dopo pagina, stagione dopo stagione, l’uomo rinnova il senso di attesa per aiutare le gru. Nella velocità di un’esistenza legata a produzione e reddito, un essere umano si sintonizza su un ritmo diverso e un’aspettativa differente: coglie la grazia, la fragilità, la bellezza di esseri alati che considera suoi pari, vede la magia della vita. L’autore pone l’accento sul valore della convivenza rispettosa tra specie, sulla solidarietà – il libro è dedicato a chi si prende cura degli altri – sull’incanto che la natura non smette mai di trasmetterci. Focus che si amplificano leggendo, nell’appendice, la storia di Sadako Sasaki. La bambina, malata di leucemia per le radiazioni della bomba su Hiroshima, cercò la guarigione creando origami a forma di gru: secondo una leggenda, chi ne avesse fatte mille avrebbe potuto salvarsi. Sadako non ce la fece. La sua eredità, e quella di Tancho, passano però al lettore: le gru continueranno la loro danza per i diritti alla pace e all’infanzia.
Elena Baroncini (da LiBeR 137)
Tancho
Luciano Lozano
L’Ippocampo Ragazzi, 2022, 42 p.
€ 15,00; Età: da 5 anni
Le Edizioni Aboca, forti della propria storia ma anche di una profonda e riuscita ristrutturazione editoriale, lanciano la collana Kids; lo fanno con prudenza, in quanto non si cimentano in progetti inediti da curare ex novo, ma anche con una buona dose di coraggio, dando il via a questo filone con un volume che ha faticato a scavalcare le Alpi. Nato in Spagna nel 2018 per la casa editrice A buen paso, Semi: un piccolo grande viaggio è infatti un libro dalla struttura particolare, che coniuga registri differenti: un testo divulgativo ma, per ciò che riguarda le illustrazioni, un viaggio immaginifico e sognante in una natura antropomorfa e impregnata di magia. Il biologo José Ramón Alonso parte letteralmente dalla preistoria per raccontare la storia dei semi, la loro varietà e morfologia, ma anche il modo in cui viaggiano e si disperdono, alla ricerca di nuove terre in cui germogliare; completano il volume alcuni semplici esperimenti che permettono di familiarizzare con il metodo scientifico. Il taglio è narrativo, ma denso di informazioni: l’impaginazione a due colonne, infatti, ricorda l’antica enciclopedia e in queste pagine le illustrazioni hanno funzione informativa: sono dettagliate e realistiche – ma unicamente nei toni dei rossi e dei rosati. I toni caldi esplodono poi nelle doppie pagine mute: contorni sfumati, linee morbide, una natura stilizzata e semi che ondeggiano nel vento, sotto forma di piccole creature dal corpo esile e dalla grande testa. Marco Paschetta, che firma le illustrazioni, riesce a padroneggiare entrambi i registri del libro con un’impronta ben riconoscibile, una vivace capacità narrativa e una palette coerente che fa da collante a tutto il volume. C’è indubbiamente uno scarto non banale tra i testi, che ci fanno pensare a un libro dagli otto anni in su, e le illustrazioni, che sembrano guardare all'infanzia: eppure, credo sia proprio in questa distanza che si crei lo spazio per un vero coinvolgimento emotivo. Gli autori sembrano suggerirci che conoscere i principi della biologia non ci impedisca di guardare alla natura con meraviglia, come davanti a una magia che per millenni si rinnova. Non si tratta forse di un'ottima premessa per piantare i semi del rispetto?
Dina Basso (da LiBeR 137)
Semi
José Ramón Alonso, ill. di M. Paschetta;
trad. di A. Taroni, S. Travagli
Aboca, 2022, 60 p.
(Aboca kids)
€ 19,00 ; Età: da 8 anni
La collana Neroinchiostro di Pelledoca in genere fa quel che promette: raccoglie storie che mettono i brividi anche se, nel caso di Sei fuori, mi sembra che si parli della paura intendendola più come “paura del diverso” che come il sentimento di ansia generato dalle storie appartenenti a questo genere letterario che, pure, è degnamente rappresentato nei tanti titoli citati fra le preferenze letterarie di Alice, la tredicenne protagonista. Fra i suggerimenti della sua insegnante di lettere, che insieme costituiscono spunti di lettura, ci sono autori classici come Mary Shelley, contemporanei come Kevin Brooks, meno conosciuti come John Lindqvist (bellissimo il suo Lasciami entrare). Paurosa è anche la casa abbandonata dalla quale provengono strani rumori che, però, si risolvono presto in una pentola di pasta al sugo profumata. Il punto di vista della narrazione è sempre quello di Alice, che diversa si sente e che è emarginata e derisa perché brava a scuola, la quale racconta di altre diversità che affiorano fra i suoi compagni di classe, prima fra tutte quella di Glauco, migliore amico affetto da un grave ritardo mentale, ma anche quella di Sandro, altro compagno costretto su una sedia a rotelle e con un desiderio di indipendenza, oppure quella della nonna di Lucia, colpita da demenza senile. Sono diversi, a modo loro, anche Rocco e Lello, i due “cattivi” della situazione che minacciano, rubano, spacciano ma che, anche per la giovanissima età, assomigliano a due ragazzi da recuperare. In copertina Antonio Ferrara disegna una testa dentro una gabbia che possiamo intendere come l’isolamento in cui sono costrette le persone che vivono una condizione di diversità, reale o percepita, ma anche come il limite mentale di tutti gli altri: per esempio Glauco “aveva questa cosa dello stupore. Gli piacevano tutte le cose che agli altri non interessavano… insomma lui sognava, sognava sempre, dalla mattina alla sera. Edgar Allan Poe diceva proprio quella cosa lì: quelli che sognano di giorno sono consapevoli di tante cose che sfuggono a quelli che sognano solo di notte”.
Serena Marradi (da LiBeR 137)
Sei fuori
Antonio Ferrara
Pelledoca, 2022, 179 p.
(NeroInchiostro)
€ 16,00 ; Età: da 11 anni
“Ma quanto sei cresciuto!”, dicono solitamente gli adulti quando incontrano i bambini. Loro reagiscono talvolta con orgoglio, perché crescere dà una grande soddisfazione, oppure con diffidenza, per il falso parlare, che magari non corrisponde a realtà. In questa storia la piccola protagonista non solo cresce per davvero, ma cresce in modo esagerato. Quanto sei cresciuta! è un albo di Antonio Jeorge Gonçalves, poliedrico illustratore portoghese, conosciuto a livello internazionale per le sue strisce satiriche, sperimentatore del mondo delle immagini, e autore e illustratore di albi, genere a cui si è avvicinato con la nascita della figlia. Già pubblicato in Italia da Equilibri, in questo nuovo albo prosegue un percorso di esplorazione sull’identità delle bambine, raccontando la storia di una enigmatica creatura. In copertina la bambina è così grande da doversi piegare nella pagina e, dalla sua scomoda posizione, osserva il lettore con enormi occhi indagatori. Le sue gigantesche dimensioni rappresentano un bel problema, un impiccio, fin quando gli adulti, le cui sembianze ricordano i medici della peste del Cinquecento, scoprono che una bambina così alta può diventare molto utile: può abbassare la luna, per illuminare la strada, e può abbassare il sole, così nessuno patirà più il freddo. Di quegli adulti lei si fida, ed esaudisce le loro richieste. Ma il sole è troppo caldo e brucia le sue mani. La storia, all’inizio un po’ assurda e divertente, ha una improvvisa svolta drammatica, che rimanda ai troppo frequenti casi di cronaca in cui i bambini fiduciosi vengono ingannati da adulti spietati, falsamente protettivi. Assurdità e crudeltà, utopia e speranza si susseguono mentre l’occhio del lettore è travolto dalle forme e dai colori, arditi e anticonvenzionali, come gli splendidi cieli rosa, con cui Gonçalves ci aveva già conquistato negli albi precedenti e qui affidati alla forza dell’acquerello. Solo la natura, ovvero il bosco dove la bambina ferita fugge, riuscirà, con piante e animali, a curare le ferite. Sarà il bosco a diventare casa, sarà la linfa a far ricrescere quello che si è bruciato, sarà la bambina ad aggiustare il mondo.
Cristina Busani (da LiBeR 137)
Quanto sei cresciuta!
Jorge Antònio Gonçalves;
trad. di M. Rota Núñez
Ideestortepaper, 2022, 44 p.
€ 18,00 ; Età: da 5 anni