Il programma delle interviste impossibili - Iscrizioni
Lavorare con i detenuti sulla parola letteraria può significare per loro riprendersi il tempo negato, superare la retorica del bene o del male, arrivare a un possibile riscatto della propria umanità su LiBeR 124 Benedetta Centovalli propone, in Esercizi di etica della libertà, una riflessione su cosa significhi insegnare letteratura tra le sbarre, in un luogo che "si può intendere anche e soprattutto come un luogo di frontiera, di confine, come soglia mobile che si apre attraverso porte che si chiudono". Ma come riescono ad incontrarsi in uno spazio così ristretto sorveglianza, disciplina, libertà espressiva e legge? risponde Milo De Angelis, nel suo contributo Insegnare nel frammento, dove racconta come la poesia riesca a entrare in una casa di reclusione: in poesia, infatti "nessuno è garantito da niente: ci si trova nudi di fronte alla parola, in una stretta frontale e bruciante. Ora tutto il mio sforzo - ben lungi dal diffondere versi - è quello di arginarli, metterli davanti alla loro essenza e alla loro legge, ricondurli a una necessità espressiva". L'illustrazione è di Peppo Bianchessi per LiBeR 124.
Fin dall'antichità la costruzione di nuovi ponti ha rappresentato per gli uomini una doppia possibilità: quella di fare nuove scoperte e conoscenze ma anche di incorrere in conflitti e divisioni: Vinicio Ongini, nel suo articolo Piccoli costruttori crescono, pubbblicato su LiBeR 123, riflette sulle prime tecniche di progettazione e costruzione dei ponti nel passato, che rimandano alle strategie attivate dai bambini nella quotidianità per realizzare piccole e grandi opere ingegneristiche nel vero senso della parola. Dunque con quali storie si possono costruire ponti? con quali combinazioni? Secondo Ongini esistono veri e propri personaggi ponte, condivisi, portatori di materiali interculturali e di molteplici appartenenze, che diventano elementi di unione. Personaggi come questi sono Giufà, Cenerentola, i Folletti, il Lupo. Anche il crossover narrativo, ovvero quel processo di attraversamento che nel marketing editoriale diventa fenomeno multigenerazionale, può essere definito letteratura-ponte? Ne parlano Stefano Calabrese e Valentina Conti, che riflettono su uno dei tratti più evidenti del mercato editoriale globale, ossia la difficoltà di distinguere oggi modelli estetici e in particolare letterari per adulti o per l'infanzia. Il loro contributo si intitola Crossover e letteratura-ponte e si concentra sulle nuove forme narrative ibride legate all'adolescenza - età che viene vista dall'origine come l'unione degli opposti, il "ponte" in cui tutto interagisce con tutto - caratterizzate dall'accavallamento dei codici di genere, come accade per esempio nei film della Pixar, dove il linguaggio della pop art si creolizza con l'immaginario disneyano. Illustrazioni di Roberto Abbiati.