Le stagioni dell’animaso mi ha subito attratto. Come uno dei tasselli di quello che in tanti cerchiamo. A cominciare dal neologismo nel titolo, attaccato in modo tenace alla parola ‘anima’ e al tempo stesso impastato della trama fluida delle stagioni. Il tutto inseparabile dalla copertina: come antichi graffiti da decifrare, immersi in un fondo blu, dove umani – una donna, un uomo – animali, piante, oggetti della vita domestica e della campagna, convivono in una cartografia armonica di simboli. O come una molteplicità di punti di vista, che porta il nostro sguardo a soffermarsi sulla figura di donna nella parte centrale dell’immagine: sul suo vestito dei primi del ‘900 e sul cielo stellato sopra di lei… Giungiamo quindi al sottotitolo, Storie di montagna attorno a un tavolo di larice, che evoca racconti di matrice antica confortati dal calore di una stufa. Si tratta dei ricordi e del diario quotidiano di Gianna Tavernaro, germinati nei suoi luoghi di sempre, nel tepore del “maso” in cui vive col marito Cornelio e con i loro animali, nel bosco tra le Dolomiti del Primiero in Trentino. Sono testimonianze finemente curate da Germana Cabrelle, col corredo visivo delle tavole di Chiara Banchini. Così, mentre il pensiero va a Chandra Candiani o a Sara Gasperini di Infinito Moonlit, per ogni capitolo si srotola un mese tutto da scoprire: dai giorni più algidi dei “Mercanti della neve” ai dolci insegnamenti del padre, alle piante medicinali e al fare le cose una alla volta, ai mille profumi e suoni, mentre per l’enrosadira le cime si tingono di rosa e nella “quinta stagione” (vedi i versi di Franco Marcoaldi), causa pandemia, ci si ferma a pensare a che cosa davvero immettiamo nel mondo, se siamo abbastanza grati. Una progetto così profondo si deve anche a un doppio esordio: quello della scrittrice e quello della casa editrice, la veneziana Storiedichi di Silvia Zanardi. Che, con questo volume lega il suo tracciato a una sensibilità ecologica pulviscolare. Al rispetto di sé e di ogni più infinitesimale essere, alla consapevolezza interiore, alla valorizzazione degli antenati e agli scambi tra le generazioni. A quelli che Virginia Woolf chiamava “piccoli miracoli quotidiani” e alla ricerca dei sensi perduti delle cose.
Maria Grosso (da LiBeR 138)
Le stagioni dell’animaso
Gianna Tavernaro,
testi raccolti da Germana Cabrelle
ill. di Maria Chiara Banchini
Storiedichi, 2023, 100 p.
€ 16,00 ; Età: da 11 anni