Un’estate da morire è un titolo che è anche un ossimoro: l’estate è simbolo di vita e luce, la stessa che rischiara la bella copertina di Jacopo Starace, scelta dalla giovane casa editrice 21lettere, dove le spighe di grano (antica allusione alla fertilità) si stagliano sul cielo azzurro e si mescolano ai colori di farfalle svolazzanti che prefigurano un’esistenza leggera come il tempo dell’infanzia e breve come un battito d’ali. Il testo di Lois Lowry ha radici nell’infanzia dell’autrice americana, che ha inaugurato la collana Ragazzi con la raccolta di storie in versi All’orizzonte ed è nota al pubblico per la (contestata) serie distopica aperta con The Giver: il romanzo racconta come Meg, tredicenne voce narrante, e la sorella maggiore Molly abbiano trascorso il loro ultimo anno insieme in un casolare immerso nella natura, il buen retiro in cui il padre, docente universitario, ha condotto la famiglia per terminare il suo libro, esattamente come accadde alla scrittrice bambina e alla sorella Helen. “Un estate per morire”, così potremmo parafrasare il titolo originale A summer to die e questo è un libro davvero ricco di simbologie e contrapposizioni (la macchina fotografica che filtra, documenta e ricorda, la coperta fatta con gli abiti dismessi, la nascita del figlio dei vicini) dove ogni accadimento si posiziona come i pezzi di un domino, in attesa dell’evento che segnerà per Meg la fine dell’infanzia. Il racconto si apre con un gessetto che traccia una riga, a separare gli spazi di Meg e Molly e, insieme, il loro destino diverso: tutto precipita proprio all’arrivo dell’estate, stagione-pausa per eccellenza, qui accentuata dalla condizione di temporaneo isolamento. Molly è bellissima, corteggiata da tutti, sogna l’amore; Meg è intelligente, ansiosa di “lasciare il segno”, anche se non sa ancora come, e gelosa della sorella, sempre più strana e al centro delle attenzioni familiari. La dicotomia di queste due adolescenti, i loro battibecchi, mi ricordano quelli che ho ritrovato in tante (belle) storie e in tante vite: lo sguardo di chi narra resta sino in fondo quello autentico e smarrito di una ragazzina che attraverso uno struggente ballo a tre con il papà e la mamma scopre quello che non avevano mai voluto dirle.
Serena Marradi (da LiBeR 131)
Un’estate da morire
Lois Lowry;
trad. di E. Santachiara
21lettere, 2021, 170 p.
(Ragazzi)
€ 14,00 ; Età: da 12 anni