A cura di P. Giorgi, M. Zangheri, I. Zoppi | Indire, 2018
A cura di Yang Xiaping
Idest, 2001
112 pagine, formato 15,5x24 cm
Euro 13,00 - ISBN 88-87078-20-3
Uno strumento per arricchire lo scaffale multiculturale della biblioteca e per sostenere la didattica interculturale nelle classi.
Finalmente un volume che raccoglie poesie e filastrocche cinesi - liriche, indovinelli e ninne nanne - in lingua originale con traduzione italiana, rivolto ai bambini e ai ragazzi, ma anche agli adulti, cinesi e italiani, perché tutti vi possano trovare una loro intima corrispondenza.
Un universo poetico che nasce dalle profonde sorgenti dell'antica storia e dalle immagini estetiche di una millenaria civiltà e che evidenzia uno degli aspetti più caratteristici di questa cultura: lo stretto contatto con la natura e con l'ambiente e l'armonia tra l'uomo e la natura.
Il libro, che matura grazie anche a un'attività pluriennale svolta dalla curatrice sul campo della mediazione culturale, si propone come un originale strumento di lavoro per favorire la conoscenza tra culture diverse e l'integrazione sociale.
Scaffali multiculturali e promozione della lettura
A cura di Vinicio Ongini
Idest, 2003, 144 p.
€ 12,00 - ISBN 88-87078-28-9
Un’ampia disponibilità di libri che raccontano tante diverse culture è l’idea che sta alla base di un progetto di educazione interculturale e di accoglienza per i nuovi cittadini promosso in questi anni dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze.
Diversi libri diversi nasce come un volume ricco, denso di proposte e di inviti alla riflessione per la formazione di un vero e proprio scaffale multiculturale, che sia una risorsa per il territorio e un luogo privilegiato per il dialogo e la conoscenza tra le culture. I contributi che compongono il libro sono molti e di varia natura, poiché prendono avvio da esperienze diverse nell’ambito dei servizi al cittadino e – nello specifico – dell’interculturalità.
Maddalena Pilarski, per esempio, illustra l’esigenza (quasi l’urgenza) di un angolo accessibile e diffuso nel territorio per la lettura e lo scambio tra le persone, posto come una cerniera tra le istituzioni educative e la città. Le biblioteche comunali possono, a questo proposito, mettere a disposizione la loro competenza e il loro patrimonio culturale operando “fuori di sé”, superando i confini per incontrare i cittadini, creando nuovi lettori e nuovi utenti.
Luca Brogioni prospetta l’apertura di scaffali multiculturali nelle scuole, nei centri di alfabetizzazione, nei supermercati: il libro entra nella quotidianità e diventa un mediatore culturale d’eccellenza. Certo, il compito delle biblioteche – forse le maggiori protagoniste di questo progetto – non è semplice: si tratta di individuare gli interessi dell’utenza, disporre il materiale secondo collocazioni facilmente comprensibili, rendere agevole l’accesso a chiunque voglia consultare il materiale, che può essere rappresentato anche da cd, video, libri gioco.
Quattro interventi di operatori della Biblioteca dei ragazzi di Firenze, della Biblioteca Lazzerini di Prato, della Biblioteca Globlivres di Losanna e della Biblioteca di Pinerolo, illustrano problematiche ma anche successi e soddisfazioni scaturite dall’ideazione di una sezione di libri in lingue.
L’esigenza di accogliere in maniera adeguata il numero sempre crescente di bambini stranieri nel territorio cresce: emerge, inoltre, la necessità di una figura che svolga attività di mediazione culturale, ma servono anche un confronto e una collaborazione con gli utenti stessi, che possono indirizzare le scelte per l’acquisto di libri.
In particolare Elena Borio Sillig, sulla base dell’esperienza pilota di Globlivres, fornisce un percorso per la creazione di una biblioteca multiculturale e propone possibili attività da svolgere con la partecipazione delle scuole.
Il volume dispone anche di interessanti proposte didattiche da attuare attraverso l’uso di libri e di altri strumenti: Vinicio Ongini suggerisce la riflessione sui “personaggi/oggetti-ponte”, tratti dall’immaginario o dalla realtà, che stabiliscono un’intersezione tra le culture, ampliano la conoscenza e stimolano la curiosità; Erasmo Treglia propone otto percorsi di etnomusicologia per evidenziare confini e sovrapposizioni tra le tradizioni “altre”; Marzio Marzot illustra un’esperienza d’incontro con i giocattoli costruiti dai bambini capoverdiani.
Sempre nell’ottica di offrire spunti per una sensibilizzazione all’interculturalità si pongono all’attenzione del lettore il fenomeno emergente del fumetto africano, il romanzo storico come strumento di riflessione sul tema dell’emigrazione italiana e infine la costruzione di un “giardino mediterraneo” quale punto reale d’incontro di culture, religioni, credenze.
L’ultimo intervento inserisce il progetto di uno scaffale multiculturale all’interno di un percorso di educazione al consumo consapevole che l’UNICOOP Firenze attua da oltre un decennio: di nuovo si ribadisce l’importanza di promuovere la lettura fuori dai luoghi consueti. Lo scaffale multiculturale potrà trarre ispirazione dalle idee e dai suggerimenti di molti esperti e svilupparsi in maniera flessibile e aperta fino a conquistarsi uno spazio proprio e diventare una sosta abituale nella quotidianità.
Quasi tutti i contributi presenti nel volume sono corredati di preziose bibliografie e di indicazioni sui siti web presso i quali è possibile approfondire le tematiche affrontate. Il volume stesso offre in appendice quattro piste bibliografiche suddivise in fasce d’età per la creazione di un ideale scaffale multiculturale e dieci stimolanti percorsi tematici utili per insegnanti, operatori culturali e per chiunque voglia partecipare alla costruzione di un tessuto multiculturale.
Chiara Lepri
Contributi di: Maddalena Pilarski, Luca Brogioni, Vinicio Ongini, Piera Codognotto, Ornella Matteini, Marina Pettini, Franco Neri, Lucia Bassanese, Elena Borio Sillig, Bruna Ricca, Erasmo Treglia,
Marzio Marzot, Sandra Federici, Andrea Marchesini Reggiani, Vichi de Marchi, Emanuela Benini, Daniela Mori.
Il libro è stato promosso dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze
Voci e narrazioni di qui e d'altrove
a cura di Vinicio Ongini
Nuova ed., Idest, 2006, 216 p.
€ 13,00 - 88-87078-35-1
Il titolo del volume, ripreso da una raccolta di fiabe di Luigi Capuana e da quello di un convegno promosso dal Comune di Firenze nel 2001, suona come un indice positivo dell’odierna offerta-domanda nel campo della fiaba.
Il libro amplia e affina l’uso dello strumento fiaba, spesso oggetto di interpretazioni riduttive e superficiali, e approfondisce la discussione sui rapporti tra patrimonio fiabesco e narrativo delle diverse culture del mondo, immaginario e migrazioni del nostro tempo, tra oralità, scrittura e rielaborazioni multimediali e musicali.
Nella nuova edizione, iIn appendice “100 fiabe dai paesi lontani”, una bibliografia di fiabe delle diverse culture aggiornata al gennaio 2006.
È infatti, questo, un momento in cui la fiaba va forte sul mercato editoriale e tra i lettori. Fiaba classica e fiaba moderna, fiaba di tradizione orale e fiaba d’autore e in special modo la fiaba multietnica, spesso accompagnata da una calzante informazione sui costumi e sulla cultura dei diversi paesi di provenienza.
Su una motivata attualità della fiaba e sulla sua circolazione tra aree diverse si articola la raccolta degli interventi al convegno qui riportati, che possono all’incirca raggrupparsi secondo tre centri di interesse.
Di seguito alcuni stralci dalla recensione di Carla Poesio per la prima edizione del volume (2002):
Trattazioni di carattere teorico-critico
L’introduzione di Vinicio Ongini spiega la dizione “multietnica”, esamina la richiesta sempre più ampia di questo genere, il suo uso, la figura del griot (il narratore africano) e la presenza della fiaba oggi nei media.
La tipicità del narratore-cantastorie siciliano è trattata da Mauro Geraci, che mostra, con larghezza di esemplificazione, la diversità tra fiaba e ballata. E nell’ambito della narrazione orale si pone pure il contributo di Pietro Clemente sul rapporto privilegiato narratore-ascoltatore, prendendo spunto dall’affermazione contenuta nella famosa “undicesima glossa di Bettelheim”.
Franco Cambi analizzando “La pedagogia della narrazione” definisce sempreverde la fiaba e motiva la sua validità formativa nel tempo, e oggi più che mai, pur riconoscendo lo slittamento formale e contenutistico della fiaba tradizionale in quella moderna d’autore. Su un piano pedagogico si svolge anche l’intervento di Patrizia Russo, che mette a fuoco orientamenti didattici tendenti a favorire il contatto fra i contenuti dell’apprendimento e il mondo interiore di ciascun ragazzo.
Intervengono sulla fruizione della fiaba anche Massimo Squillacciotti, che espone criteri di didattica delle differenze e Fuad Aziz, che mostra l’intensità del racconto supportato dalle immagini proposte ai bambini e da questi, poi, personalmente ricreate.
Ornella Matteini, sul tema della migrazione delle fiabe, si sofferma su versioni toscane rinvenute in Calvino, Nerucci e Lapucci. Le janas, piccole fate presentate da Giovanna Cerina, hanno anch’esse un percorso migratorio dalla Sardegna alle Asturie e alla Romania.
Altro interessante esempio di migrazione è fornito da Roberto Denti con “La moglie antilope e la moglie foca”, insieme a un’analisi sulla presenza femminile nella fiaba, che ha spesso la portata di contrasto nei confronti del potere, sia laico che ecclesiale.
Identikit di personaggi e di motivi tipici della “fiaba dell’altrove”
Dalle fiabe e filastrocche cinesi che Yang Xiaping ha diffuso nelle scuole sul piano del bilinguismo e dalla ballata di Mulan che Maria Omodeo ha portato nelle scuole (peraltro con il supporto di un artigianale cartone animato) si arriva – con Maria Lourdes de Jesus e Celina Pereira – alle fiabe di Capoverde, dotate di una chiara fisionomia di anelito alla libertà, poi a quelle albanesi, delle quali Silvana Licursi ha illustrato alcuni elementi portanti, come la besa, ossia la fedeltà alla parola data.
Troviamo inoltre il ritratto del griot al giorno d’oggi presentato da Pape Kanoutè e una significativa analisi svolta da Ongini su personaggi-ponte come Giufà, i folletti e Cenerentola, caratterizzabili da una molteplicità di appartenenze a popoli diversi e da un interessante status di migranti.
La fiaba trasposta in ambiti paralleli a quelli della narrazione orale e scritta, cioè cinema, tv, teatro, musica
Accanto alla musicalizzazione delle storie di Giufà creata dall’etnomusicologo Ambrogio Sparagna troviamo la resa teatrale con tecnica furga di Heina e il Ghul, fiaba marocchina, e inoltre, da diversi continenti, lo svolgimento di fiabe al femminile nel cinema e nella tv preso in esame da Annamaria Gallone e il ricorso al fiabesco nel film Louss, rosa di sabbia del regista algerino Rachid Benhadj.
Nell’ambito della performance teatrale si segnala poi la messa in scena polifonica – qui ampiamente riportata con commento di Viviana Agostini-Ouafi – dei Nani di Castagnaio, una novella di Emma Perodi in cui viene sottolineato il rapporto dialettico originale fra oralità e scrittura.
I viaggi di Calandrino a Oriente del Decamerone, un evento teatrale di cui sono esaminati la genesi e le componenti nell’intervento del suo creatore e regista Angelo Savelli, si è svolto al termine del convegno, all’insegna di quella multietnicità che ha permeato tutti i contributi.
Carla Poesio
(da LiBeR 56)
Bambini e bambine in tempi di guerre
Testi di Uri Orlev, David Grossman, Sarah Kaminski
A cura di Barbara Domenichini ed Emilia Ficarelli
Equilibri, 2005, 143 p.
(Segnali di lettura)
€ 13,00 - ISBN 88-900518-2-5
La recente letteratura per ragazzi ha saputo trovare nelle storie, nel ricordo e nel racconto a volte reale, altre volte fantastico, una forma di espressione privilegiata per trasmettere informazioni ed emozioni ai ragazzi su temi, per nulla banali, come la guerra, la sofferenza, la morte e tutto quello che di più tragico si accompagna ai conflitti, alle dittature e alla perdita della libertà.
Il libro è un percorso attraverso le storie di bambini e ragazzi che nei tempi di guerra, di qualsiasi guerra, hanno saputo resistere alle violenze, alle ingiustizie e ai tentativi di annientamento, dimostrando che al male ci si può opporre e che la vita va difesa a ogni costo, con le armi della fantasia, del sogno e della fiducia nel prossimo, proprie dell’età infantile e della giovinezza.
La prima parte di E per questo resisto si apre con un radiodramma inedito di Uri Orlev, sopravvissuto a Bergen-Belsen e diventato poi scrittore per ragazzi, prosegue con un saggio di David Grossman che racconta l’esistenze di bambini arabi e palestinesi nei campi profughi e si chiude con una riflessione di Sarah Kaminski su quella letteratura per l’infanzia che narra in maniera “a volte divertente, a volte commovente, a volte poetica”, di bambini e adolescenti, sempre più spesso protagonisti di tragici eventi, di guerre e di violenze.
La seconda parte è costituita da una piccola antologia di brani che danno vita a una serie di ritratti di bambini e ragazzi resistenti, scelti tra le pagine della letteratura giovanile di questi ultimi anni. Alex, Anna, Elmir, Figgis, Francisco e tanti altri sono i nomi di questa galleria: bambini e adolescenti che hanno vissuto nei ghetti, nei campi di concentramento, dilaniati dai fondamentalismi religiosi o dagli odi razziali; tutti ugualmente vittime e allo stesso tempo simbolo di piccole e grandi storie che possono contribuire a cambiare la Storia.
Segnali di lettura è un progetto di Equilibri realizzato da Idest