Antonella Cilento, ill. di Giuseppe Palombo
Giannino Stoppani Edizioni, 2007, p. 80
€ 15,00 ; Età: da 10 anni
La letteratura è sempre stata una sorta di terreno di mezzo, di ponte privilegiato, fra la Storia e le storie interiori e personali degli uomini. Ha una parentela stretta con la memoria, con le molte avventure possibili, con il viaggio in altri codici, in altri luoghi. Un piccolo romanzo di garbatissima fattura, amorosamente curato tanto nei dettagli fisici, grafici, tipografici, nella preziosa proposta visiva delle bellissime chine di Palumbo, quanto nella lingua, nel ritmo classico e avvincente della narrazione di Antonella Cilento, che sceglie di raccontare, prendendo l’avvio da una realtà esistente, la Biblioteca Comunale “Joseph and Mary Agostine Memorial Library” del Comune di Palazzo San Gervasio, nella lontana, epica e terrigna Lucania, proprio una storia vera che diviene così, grazie alla generosità di tutti i creatori, letteratura. Una storia di viaggio, di emigrazione, che unisce luoghi lontani attraverso il filo della memoria personale e del racconto, che intreccia trame che divengono biografia e poi Storia. La bottega del barbiere, significativo luogo della società italiana, tanto suggestiva per l’Opera, è il luogo da cui parte la vita di Giuseppe Mucciante, undicenne che conosce appena un po’ di “abicì”. La sua storia la conosciamo pian piano, si intreccia con una scena che leggiamo all’inizio del libro, dove conosciamo anche il giovane Donato, ai giorni nostri. È la storia di come è nata, in un paese della Lucania, una biblioteca con un nome americano, di come un ragazzino apprendista barbiere si innamorò delle opere d’arte capitando per caso nella Pinacoteca inseguendo un pappagallo verde, di come i luoghi raccontano la nostra memoria, di come gli uomini possono sopravvivere anche al tempo se sanno seguire i propri sogni. Una storia emozionante, da leggere d’un fiato, un libro da tenere in mano pensando a tanti altri libri, al nostro modo di guardare l’arte, un gioiello da proporre a bambini e ragazzini dai dieci-undici anni in su, per poi commentare insieme le immagini e la storia vera, romanzesca per sua intrinseca bellezza, felicemente narrata dall’autrice, di un ragazzo che diventa uomo, che racconta la sua storia a tanti altri, perché possano, attraverso il sogno, la bellezza, l’arte e la letteratura, diventare anche loro sempre un po’ più umani.
Marcella Terrusi
(da LiBeR 75)