E/O, 2007, p.32
(Il baleno)
€ 13,00 ; Età: da 4 anni
Wolf Erlbruch, autore di questo capolavoro, è stato insignito del prestigiosissimo premio internazionale Hans Christian Andersen nel 2006 e insegna disegno all’Università di Wuppertal. Il suo La grande question (E/O) ha ricevuto nel 2002 il Braw, Bologna Ragazzi Award, per la cifra di assoluta poesia, per la inusuale raffinatezza, per la dimensione lirica, nell’alchimia fra parole e immagini, che il grande Picturebook possiede. Nella galleria di personaggi che sfilavano davanti al lettore proponendo personali e folgoranti risposte alla grande question avevamo già incontrato i due protagonisti di questo ultimo albo, appena edito, in bel formato, rispettoso dell’originale, da E/O, forse il momento più alto dell’intera produzione di Erlbruch. Erano due personaggi contrapposti, il più leggero, potremmo dire, e il più pesante: l’anatra e la morte. Ora dialogano in pagine rarefatte di distillata e purissima bellezza, dove anche il decoro è necessariamente narrativo, dove il vuoto è calibrato, è sospensione scenografica perfetta, dando luogo a una esemplare storia illustrata che lascia disarmati, davanti a tanta verità e felice sintesi artistica. La morte ha una vestaglietta da nonnina, l’anatra si protende al cielo con la grazia di una ballerina e la sua tensione verticale è insieme spirituale, uranotropica e vegetale. Una danse macabre che ha un sapore ancestrale è l’amicizia fra le due, indescrivibilmente dolce è il loro abbraccio. Splendida, saggia, pedagogica e magistrale è la nota finale, il requiem, diciamo senza timore, che allo sguardo infinito della morte contrappunta con saggezza popolare e esistenzialistica accettazione: ma così era la vita. E, per chi avesse ancora dei dubbi, per chi rimpiange le storie di animali credendole meno inclini a finali considerati “crudi”, il magico ometto Erlbruch ritrae nell’ultimissima pagina, un’ultima volta, la dolce vecchina in vestaglia in compagnia di volpi e conigli, come dire che è là che ella abita e deve necessariamente abitare, nella fiaba, nella narrazione, nella condivisione, perché, semplicemente, così è.
Marcella Terrusi
(da LiBeR 75)
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