Vanna Cercenà, ill. di Ivan Canu
Einaudi Ragazzi, 2006, p.169
(Storie e rime)
€ 9,00 ; Età: da 8 anni
Il viaggio di cui si narra in questo romanzo è quello intrapreso da un gruppo di ebrei verso la terra promessa: la Palestina. Tutto inizia nel maggio del 1940, quando da Bratislava parte un battello fluviale carico di ebrei di varie nazionalità: si sono riuniti e hanno deciso di tentare l’impresa, intuendo che il nazismo sta diventando una vera minaccia. Sono 500 persone, alcune del luogo, altre arrivate dalla Germania, già in fuga, già vittime di persecuzioni. L’idea è stata di un gruppo di giovani, entusiasti e pieni di speranza, che hanno fatto adattare al trasporto passeggeri un battello fluviale, fino ad allora adibito alle merci; a loro si sono unite via via molte famiglie, preoccupate per la situazione. A poco a poco il numero dei passeggeri si è raddoppiato, ma con più quote di adesione si è potuto provvedere alle provviste e alle riserve di carburante. Tutti sono in possesso di un visto per il Paraguay, un espediente che permette di aggirare il divieto d’approdo in Palestina, dovuto agli inglesi, che l’avevano occupata nel 1917 e ne detenevano il mandato fino alla costituzione dello Stato d’Israele, avvenuta nel 1948. I profughi pensano di scendere lungo il Danubio, raggiungere il Mar Nero, arrivare all’Egeo, dove potranno imbarcarsi su una nave regolamentare per proseguire il viaggio. La navigazione non è semplice, ostacoli di vario genere obbligano a soste forzate e alla fine la nave che doveva raccoglierli mancherà all’appuntamento. Viene deciso di tentare la traversata con il battello, ma l’imbarcazione non regge alla furia del mare aperto e si schianta sulle coste di una piccola isola deserta, fuori dalle rotte commerciali: verranno salvati alla fine da una nave italiana che fa rotta verso Rodi. Qui i naufraghi vengono ospitati, soccorsi dalla comunità ebraica locale, trattenuti per un breve periodo e quindi fatti ripartire per un campo di internamento situato in Calabria. Il romanzo si snoda come uno sceneggiato, tra suspense e colpi di scena, e invece è una storia vera, che la Cercenà ha scovato quasi per caso a Rodi. L’autrice ripercorre la vicenda attraverso gli occhi di sette ragazzi che si trovano a viaggiare insieme, legati da un’amicizia che li conforta e li sostiene. La loro età li aiuta a vivere l’esodo come un’avventura, attenua lo strazio del distacco dalla casa, dagli amici, dalle cose personali, la perdita di sicurezza.
T. Buongiorno
(da LiBeR 74)