Kveta Pacovska; trad. di Luigina Battistutta
Nord Sud, 2006, p. 40
€ 16,00 ; Età: da 3 anni
Pubblicato nel 1991, Il piccolo re dei fiori è un libro estremamente innovativo soprattutto per la parte iconografica. Anche il racconto è importante perché è strettamente legato al succedersi delle immagini. Sarebbe impensabile scindere la parte scritta dalle figure che ne fanno parte.
Al centro della copertina c’è un piccolo “buco” dal quale si vede il protagonista; oltre al titolo stampato nella estrema parte alta della pagina, troviamo una colomba/aeroplano, un segno in argento come se fosse un’incisione scarabocchiata, tre forme argentate, il bordo destro che presenta una successione di colori come fosse una prova di stampa. Tutto sembra casuale e invece ci troviamo di fronte a una proposta che suscita infinite curiosità. Cosa ci sarà dentro?
Dentro c’è una storia che ha un inizio tradizionale: “C’era una volta un Re, ma era un Re piccolino. Viveva in un piccolo palazzo, in un regno lontano lontano.” La figura del Re è sempre affondata nel “buco” corrispondente alla copertina e si troverà stampata dopo l’ottava pagina in mezzo a una grande parola scritta in strani e imponenti caratteri: “principessa”. Sì, perché il piccolo Re dei fiori ha il “cuore vuoto come un giardino senza fiori” e capisce che gli manca la compagna della vita. Anche in queste prime pagine troviamo la caratteristica determinante del libro: un susseguirsi di immagini del tutto fuori dalla tradizione.
Il piccolo Re va alla ricerca della principessa. Da piccolo diventa grande e la sua figura occupa tutta una pagina. Sale sulla colomba/aeroplano, sorvola una città che sembra disegnata da bambini di cinque-sei anni, vola dall’alba al tramonto, con il sole e la pioggia. Incontra la luna, che è mezza e ha un enorme naso, e finalmente in un tulipano (aperto come una piccola finestra) sente una dolce vocina: “Sono qui”. Il Re la porta con sé in un lungo viaggio tra grandissimi fiori. Poi due trombettieri annunciano il loro arrivo: due figure colorate a strisce o a pallini e ironicamente sagomate. Gli evviva si sprecano: non si sa perché una grossa testa sovrasta un piccolissimo palazzo con dentro la principessa. Le immagini impreviste si susseguono con ritmo sorprendente: la figura della piccola principessa occupa tutta una pagina, a cui segue un’altra pagina fitta di piccoli cuori di tutti i colori e dimensioni. Matrimonio felice. Ritroviamo il piccolo buco al centro della pagina che incornicia marito e moglie.
R. Denti
(da LiBeR 74)