Bruno Tognolini, ill. di Piotr Socha
Carthusia, 2006, p. 16
(Il circolo delle storie)
€ 19,90 – Età: 3-5
Un uomo che sapeva fare le cose del mondo pensò che era ora di fare un bambino. Da bravo falegname creò un pupo di legno, ma non era un bambino. Da buon contadino fece crescere un bell’albero di mandarini, ma non era un bambino. Da esperto meccanico compose un piccolo robot, che non era un bambino. Dipinse un ritratto, fece un concerto, ma anche questi non erano un bambino. Era molto scoraggiato perché pensava di saper far tutto, ma la moglie lo consolò, lo baciò, lo abbracciò e... fece un bambino. L’uomo ora era felice e per il suo bambino creò i giocattoli delle cose del mondo, sbucciò i frutti della terra, dipinse, suonò e il bambino sorrise e cantò. Scrisse dolci storie che il figlio incantato ascoltò accoccolato nelle sue manone, mentre la mamma li guardava contenta.
È una poetica storia che spiega ai bambini la loro nascita dagli abbracci di un papà e di una mamma, scoprendo nel contempo quanto immenso può essere l’amore paterno.
Il libro di grande formato, lungo quattro metri, si apre a fisarmonica, si legge da entrambe le parti in una continuità che svela con immediatezza il susseguirsi delle azioni. In ampi spazi verdi, con un baluginare di azzurro per il cielo e il mare, l’illustratore gioca in grande libertà presentando i momenti salienti della narrazione, e lo fa con fantasia attraverso i primi piani di un papà grande, tondo e su tanti particolari che puntualizzano il testo rendendo visivi certi simbolismi, come i cespugli sagomati a cuore quando il papà porta a spasso il bambino nella carrozzina che ha creato per lui. L’arte topiaria si manifesta così in suggestive sagome di piante, ma anche di umani e di animali.
Nella tavola finale l’uomo suona la fisarmonica, il bambino batte sul tamburo mentre la mamma guarda commossa e una filastrocca chiude la narrazione: “Gira tempo, gira terra, gira libro girotondo. Gli uomini fanno i figli e i figli fanno il mondo”.
Il testo, espresso in lettere capitali di grande formato, è incalzante e avvincente nella sua semplicità, con l’uso fiabesco del passato remoto; è ricco di parole, probabilmente nuove per il bambino, che arricchiscono il suo linguaggio quotidiano dandogli la chiave per impossessarsi di altri termini della lingua, che un poeta come Tognolini ha saputo sapientemente presentare.
M.L. Meacci
(da LiBeR 74)