Marcel Aymè; trad. di A. Galeotti e B. Lazzaro
Donzelli, 2005, 290 p.
€ 23,90 - Età: da 4 anni
Le storie del gatto sornione alternano toni cronistici e toni fantastici, con qualche spunto surrealistico. Protagoniste due sorelline: Delphine, la maggiore e Marinette di due anni più giovane, sempre insieme nella fattoria dove la vita è del tutto tradizionale con l’assoluto dominio di mamma e papà, che le figlie chiamano sempre e soltanto "i genitori". Ma oltre ai rapporti familiari (realistici) c’è un elemento meraviglioso, che se non è preponderante è comunque determinante e condizionante: gli animali che vivono in questo ambiente agricolo parlano come gli esseri umani e con loro hanno un rapporto di parità, almeno per quanto riguarda le discussioni. Uno degli elementi incantevoli di queste pagine è la naturalezza con cui persone e animali convivono nelle vicende più comuni e in quelle più strane. Nel volume di Marcel Aymè troviamo racconti affascinanti, a cominciare dal primo nel quale i genitori accusano il gatto di non far niente tutto il giorno e di permettere ai topi di circolare liberamente dappertutto.
Una linea di lettura del libro è quella che riguarda i rapporti tra figli e genitori e l’argomento, anche se spesso molto esplicito, non prevarica mai l’invenzione narrativa e il gioco delle sorprese, anche se vissute in un ambiente apparentemente circoscritto. La vita nella fattoria diventa un mondo emblematico e senza confini, dove le storie che vi accadono hanno il solo scopo di divertire il lettore o l’ascoltatore. Anche se visto in modo critico, l’atteggiamento dei genitori è vissuto in senso positivo. Infatti, in un racconto, troviamo questa osservazione: "Quanto ai genitori, erano molto felici di avere ritrovato le due bambine che amavano così teneramente, perché, in fondo, erano degli ottimi genitori".
Merito dell’editore, oltre aver riproposto un testo fondamentalmente della narrativa per l’infanzia, è anche quello di aver utilizzato (a colori e in bianco e nero) le immagini di Nathalie Parain (artista di origine russa) che dal 1937 diventò l’illustratrice preferita da Marcel Aymè. E giustamente, perché è davvero raro trovare figure di persone e di animali di così alto grado di espressività e coinvolgimento.
R. Denti
(da LiBeR 70)