Elve Fortis De Hieronymis
Interlinea, 2005, 27 p.
(Le rane grandi)
€ 12,00 - Età: da 5 anni
L’albo, pubblicato in Francia nel 1972 e inedito in Italia, appare ora con i testi di Mara Manfredi in collaborazione con Anna Lavatelli, grande amica dell’autrice troppo presto scomparsa. Elve Fortis de Hieronymis è stata all’avanguardia nel creare libri per bambini come autrice e illustratrice di sorprendente efficacia. In un’intervista diceva che offrire ai bambini stimoli visivi e fantastici, indirizzarli verso esperienze di attività creative, significa dare un contributo a una capacità valutativa dei valori grafici e formali. Ciò consentirà da adulti di esercitare delle scelte critiche sottraendosi a un passivo consumo dei messaggi iconici, ma anche di quelli verbali e scritti. Le illustrazioni a strappo, dai vivacissimi colori, sono ancora di un’attualità straordinaria per la loro semplicità, che affascina i bambini più piccoli. La rappresentazione degli animali, dei paesaggi ridotti all’essenziale, le tonalità coloristiche appartengono a una veridicità che si veste di fantastico per apparire più coinvolgente. La vitalità delle immagini è ancor più evidente perché si susseguono in pagine con fondi bianchi, colorati o scuri che sottolineano i momenti della narrazione, suscitando nel lettore emozioni da condividere con il protagonista della storia. Riccetto è un riccio triste perché con i suoi aculei combina sempre dei guai: non può giocare con gli altri, punge un pallone che va in mille pezzi, rovina la ragnatela di un ragno paziente. Si rivolge al Topo alquanto disperato e vorrebbe che il vento portasse via le sue spine. Il Topo saggio gli fa presente che senza aculei sarebbe una preda facile degli animali del bosco. Lo invita a sognare di avere sul dorso mille lucciole per illuminare il buio della notte quando non c’è la luna. Riccetto si convince e gli ritorna l’allegria: raccoglie sul dorso i frutti dell’autunno e con le piume che si sono impigliate nelle sue spine vola in cielo. D’inverno protegge l’entrata della tana del suo amico Topo dall’assalto della volpe e in primavera rotola sul prato diventando una palla di petali di fiori.
Le vicende di Riccetto, sottolineate dal ritmo dei versi, sono un implicito invito ad apprezzare il valore dell’amicizia, a non perdersi mai d’animo e, soprattutto, ad accettarsi così come si è.
M.L. Meacci
(da LiBeR 70)