Anna Gavalda
Frassinelli, 2005, 81 p.
(Narrativa)
€ 12,50 - Età: da 11 anni
È commovente questo diario di un tredicenne. Commovente e allo stesso tempo comico. Non si dice forse che la tragedia è la commedia vista di spalle?
Grégoire, il protagonista, altrimenti chiamato Toto, "35 chili di adolescenza, ribellione, pensieri e sogni", come sta scritto sul risvolto di copertina, è in guerra con la scuola. Toto ha ripetuto due classi, ecco la ragione per cui si trova in prima media a tredici anni. In famiglia le cose non vanno bene: i suoi genitori litigano in continuazione e riversano sul figlio ogni tipo di problema. Preoccupati del futuro del ragazzo, alternando prediche a blandizie, lo soffocano, finché Grégoire non trova la sua scuola, dove, tra alti e bassi, tra sogni e delusioni, si sente bene. Malgrado l’assenza da casa e la lontananza del nonno, il famoso Nonnoleone, nel quale Toto ha sempre riposto il suo amore, la sua fiducia e i suoi bisogni di affetto. Solo nonno Léon l’ha sempre capito e seguito amorevolmente. Ma succede che il vegliardo entra in coma, cosicché Grégoire lo vedrà, solo dopo molto tempo e di sfuggita, il giorno in cui, seduto su una carrozzella e accompagnato da un inserviente in camice bianco, verrà a fargli visita all’internato come per accomiatarsi definitivamente da lui.
Che dire del romanzo? Tutto il bene possibile. Perché Oggi mi va di sognare è un’ottima occasione per specchiarsi in una realtà diffusa, che si sostanzia di un realismo prodigioso, snello e asciutto nella forma anche grazie alla lingua, che è di una leggerezza ammirevole. Oggi mi va di sognare è una lettura per convincersi – o per provare – che dopo il male viene il peggio: difatti la vicenda di Grégoire si risolverà nel migliore dei modi. Gli adulti, si sa, sono persone assai poco raccomandabili, però, non é detto che frequentandoli non si possa cogliere qua e là l’odore della felicità. Quell’odore che stagnava nel capanno di lavoro di Nonno Léon, dove il vecchio e il ragazzo si trovavano a lavorare alle loro invenzioni e trovavano scampo alle angherie di nonna Charlotte, oltre a qualche speranza per il futuro. In Oggi mi va di sognare si sente pulsare la vita. È una sorta di confessione a cuore aperto, sostenuta da una grande e profonda sensibilità.
C. Origoni
(da LiBeR 70)