Joyce Carol Oates; trad. di A. Ragusa
Mondadori, 2005, 212 p.
€ 13,00 - Età: 14-16
Dopo il bel Bruttona & Lingua Lunga, ritorna a scrivere per ragazze/i, con risultati non certo inferiori, Joyce Carol Oates, più volte candidata al Nobel, che la critica è unanime nel considerare una delle scrittrici americane più originali e significative, soprattutto una grande creatrice di personaggi femminili indimenticabili. Che anche qui sono fondamentali: Franky, la sorellina fragile, la madre sventurata, la zia indipendente. Poi c’è il padre, il villain, a cui la società dello spettacolo, il Paese dei Balocchi della TV e dei Consumi offre una maschera compiacente.
Franky a quattordici anni, durante una festa, tira fuori i suoi verdi Occhi di Tempesta per resistere a un quasi stupro: scalcia, graffia, morde, fugge. Ma ben altre e più ardue prove l’attendono nell’anno che segue. Dovrà scegliere da che parte stare nel conflitto tra il padre-marito-padrone, ex campione sportivo e ora commentatore televisivo di successo, e la madre che cerca un suo spazio di vita tra artisti che il coniuge disprezza come "checche" e "femmine in menopausa". Anche Franky, come sua madre, dovrà "attraversare un guado". Passando da una terra nota a una ignota… "e se riesci a raggiungere l’altra sponda sei una persona diversa rispetto a quella che è entrata in acqua".
Quando la madre misteriosamente sparisce, Franky comincia a riflettere, ricordare, dubitare, ricercare, finché trova il diario della scomparsa e quindi scopre l’orrenda verità. Occhi di Tempesta è un thriller che via via assume l’andamento sempre più assillante, inquietante, angosciante di un noir che brilla come lucente giaietto. E racconta una storia americana di violenza quotidiana, ordinaria, eppure assurda. Sottoposte alle pressioni inesorabili di una società in cui l’apparenza e l’ostentazione sono tutto, le personalità più deboli – anche se violente, come il padre – si perdono in scelte estreme e si disintegrano, coinvolgendo nell’implosione anche chi sta accanto senza colpa, se non quella di resistere. Al termine di un viaggio nel cuore nero delle persone e della società, tutti perdono l’innocenza. Ma Occhi di Tempesta nella catastrofe ha acquistato la dolorosa ma necessaria consapevolezza: di sé, degli altri, del mondo. Oates scrive come quella grande scrittrice che è.
F. Rotondo
(da LiBeR 70)