Sabina Colloredo torna a raccontare la vita di un'altra celebre “sirena”, una sirena inquieta, testarda, viscerale e fluttuante quanto le informi tuniche che indossava in scena e nella vita: la ballerina Isadora Duncan (1877-1927). Isadora è una bambina quando sceglie di lasciare la scuola: niente è per lei più istruttivo della vita vera, vissuta nei sobborghi di San Francisco e in casa sua, dove l'arte, la letteratura, la filosofia e soprattutto la musica, abbondano e leniscono le pene di un'esistenza grama. Isadora balla sempre e ovunque, accompagnata dalle note di grandi compositori suonate al piano dalla madre, o ispirata dai suoni e dai movimenti della natura. Il ballo rappresenta per Isadora il tramite tra l'interiorità profonda dell'anima e l'esteriorità del corpo e del mondo: il dentro e il fuori si uniscono in una armonica realtà attraverso la movenza di danza. Il corpo – chiamato a evocare le emozioni più profonde – deve essere lasciato libero di muoversi: ciò la porta a preferire lunghe e morbide vesti ai tutù e ai corsetti classici, e soprattutto a rifiutare ogni tipo di movimento che non scaturisca direttamente dall'istinto. Nella concezione di Isadora, ballare equivale a essere, ed essere significa poter esprimere sempre l'istinto e la propria passionalità: da qui l’idea che la danza possa costituire un mezzo liberatorio e una fonte di riscatto per le persone oppresse dalle sfortune della vita e dalla povertà, per le quali istituirà delle scuole di danza gratuite. L'autrice cede la parola a Isadora che, con intensità, ci mostra i momenti salienti della sua vita: dalle prime esibizioni sulle spiagge di San Francisco ai fallimentari tentativi di raggiungere il successo a Chicago; dagli ingaggi in squallidi locali accettati per sopravvivere, alle acclamate esibizioni nei salotti di Londra, Parigi e nei teatri di tutto il mondo; dal rifiuto delle regole del balletto accademico alle ricerche sulla danza greca; dalla miseria alla ricchezza che soddisfa ogni capriccio; dalle inquietudini di amori instabili al solido affetto di una famiglia fuori dal comune. Sullo sfondo, le rivoluzioni sociali e politiche del primo novecento e l'amicizia con le grandi personalità della cultura mondiale. Stupisce l'entità dei cambiamenti cui Isadora ha dovuto far fronte nella vita e come sia riuscita a restare fedele a se stessa e ai suoi desideri di bambina.
S. Deriu (da LiBeR 74)