Silvana De Mari
Salani, 2007, 148 p.
€ 10,00 - ISBN 978-88-8451-619-0
"Le fiabe non conterrebbero nulla di reale se la psiche delle creature umane fosse incorporea. Questa psiche è contenuta in un corpo, ed è diverso se questo corpo è in un mondo di fame e disperazione, in una terra dove le madri sono trascinate verso i roghi e dove passano i lanzichenecchi, oppure se è in un posto in cui l’unico dubbio è 'insieme al tè, ci facciamo i frollini o i biscotti al cioccolato?'. Nel primo caso la fiaba è Hansel e Gretel, nel secondo Winnie Puh.
In realtà la fiaba, narrazione fantastica senza alcuna pretesa di verosimiglianza, nata dal basso, spontanea e anonima, proprio per il suo contenuto fantastico è in assoluto la narrazione che è più vicina alla realtà storica: è l’unica narrazione dove la realtà storica, di qualsiasi tipo, sia stata rappresentata."
Da tempo immemorabile la narrazione fantastica ha sempre toccato, in tutte le sue forme, corde profonde nell’uomo. Dalla fiaba tramandata per generazioni e raccontata alla famiglia riunita davanti al focolare al poema epico, lontana eco di gloriose battaglie e indimenticabili eroi, alla letteratura fantasy del Signore degli Anelli o di Harry Potter, con le sue metafore sfuggenti e le sue suggestioni cangianti e multiformi, il fantastico si è sempre posto come infinito e prezioso deposito di archetipi dell’immaginario.
Silvana De Mari prova ad analizzare il perché dell’impatto sempre crescente della letteratura fantastica sulle società: attraverso la neurobiologia, la psicologia, l’antropologia e, perché no, la politica, l’autrice traccia infatti una mappa ideale della storia dell’Uomo e della cultura, realizzando una guida originale e definitiva sul passaggio tra fiaba, fantasy e realtà attuale.
Silvana De Mari, medico chirurgo, ha lavorato in Italia e, come volontaria, in Etiopia. Da quando le è venuto il dubbio che i mali dell’anima siano devastanti quanto quelli del corpo, si occupa di psicoterapia. Per Salani ha pubblicato il romanzo fantasy L’Ultimo Orco e, negl’Istrici, L’ultima stella a destra della luna, La bestia e la bella e L’Ultimo Elfo (Premio Andersen 2004) che l’ha consacrata come l’unica scrittrice italiana di fantasy che ha saputo conquistare il mercato estero con quattordici edizioni in altrettante lingue. È uno degli autori italiani più tradotti nel mondo.
La recensione di William Grandi sul numero 75 di LiBeR
La letteratura fantastica e il fantasy godono attualmente di un grande successo tra lettori giovani e adulti, confermandosi come generi di punta nel panorama editoriale odierno.
Questo dato di fatto ha reso necessario elaborare strumenti e chiavi di lettura, per interpretare un fenomeno che coinvolge non solo i romanzi, ma pure i film, i giochi di ruolo, l’Immaginario collettivo.
Il libro di Silvana De Mari indaga su questo vasto arcipelago di storie, di segni e di sogni, per individuarne le radici culturali e i riferimenti letterari.
Anche a partire da alcune considerazioni di natura neuro-biologica, l’autrice introduce il lettore al fascino della narrazione fantastica, capace di arricchire di senso l’esperienza esistenziale. Lo sguardo della scrittrice si posa con lucidità sugli eventi drammatici della nostra epoca e li rilegge alla luce delle ricche metafore delle fiabe, dell’epica e del fantasy: questi generi letterari, infatti, raccontano storie antiche che riescono a parlare dell’attualità, alludendo alla perenne necessità di opporsi ai “mostri”, di proteggere i diversi, di salvare la bellezza. Silvana De Mari analizza in particolare il fantasy con la cura e la competenza di chi ha incontrato questo genere da lettrice e da narratrice, mettendo in evidenza i richiami profondi e le preziose peculiarità letterarie di una forma di racconto capace di evocare atmosfere remote, eppure contemporanee: i romanzi fantasy, spesso ambientati in epoche senza tempo e volutamente fuori dalla quotidianità, mostrano un’inaspettata capacità di parlare del presente, delle nostre tensioni, dei nostri timori. I draghi, gli orchi, gli “oscuri Signori” abitano ancora tra noi e la De Mari non esita a svelarne le trame, ricorrendo alle fascinazioni, ai messaggi, ai segnali presenti nei suoi racconti e in quelli di altri importanti autori fantastici. Il libro della De Mari si configura pertanto come un’analisi audace e originale che dalla letteratura si estende pure alla realtà globale, la quale sempre più spesso pare assomigliare a certi terrificanti e pericolosi scenari descritti da Orwell, da Kafka, da Tolkien, dove la lotta tra opposti contendenti non lascia spazio alla pietà o alla dignità.
L’autrice ha steso questo libro con uno stile vivace e con un taglio dinamico, secondo la forma del saggio narrativo, dove elementi autobiografici si intrecciano con frequenti richiami ai classici e con un’intensa passione intellettuale.
William Grandi