Jean-Luc Fromental, illustrazioni di Joëlle Jolivet
Il castoro, 2006,p. 48
(Bambini)
€ 18 ; Età: dai 5 anni
Il settore dei libri per la prima infanzia, in questi anni, è certamente il più interessante: le proposte dell’editoria si distinguono sia per le illustrazioni che per il testo. Per il primo approccio alla lettura (ascolto dell’adulto che legge a voce alta il racconto e l’interessato che guarda le pagine illustrate) molte sono le pubblicazioni che propongono innovazioni sia per quanto riguarda l’immagine sia per la validità del racconto.
Un esempio per tutti è 365 pinguini, libro sorprendente, in cui la misura “grande” (28 x 36 cm.) è strutturata per permettere di far coincidere la parte figurativa a quella narrativa. Trama stuzzicante e paradossale che assicura la curiosità e il divertimento. In una normale famiglia (mamma, papà e figli) arriva un giorno una scatola abbastanza grande: contiene un pinguino. Assoluta sorpresa. Chi lo avrà mandato, cosa farne, dove metterlo in una casa impreparata all’evento? Ma c’è poco tempo per pensarci: il giorno dopo altra scatola, altro pinguino e così via per i 365 giorni dell’anno. Ve lo immaginate cosa può accadere in una famiglia che deve affrontare problemi insormontabili? Vengono attuate tutte le soluzioni più strampalate, vengono approntati tutti i ricoveri e le protezioni possibili. Ma l’aumento quotidiano di questi simpatici animali provoca ovviamente nella famiglia preoccupazioni e grattacapi, ma nessuno mette in dubbio l’esigenza di proteggerli.
Magico merito del libro: in ogni pagina il numero dei pinguini aumenta ma ci stanno dentro sempre tutti, con un’incredibile gioco di prospettive. Arrivati al numero di 365, come i giorni dell’anno, si scopre il mistero su chi li ha inviati giorno per giorno con una precisa puntualità: è lo zio animalista che ha deciso di toglierli dal loro habitat ormai del tutto inquinato per portarli in un altro posto (freddo naturalmente) dove potranno vivere tranquilli. La famiglia ne terrà uno per ricordo di una vicenda paradossale ma alla fine divertente. Questo però non è il finale: l’ultima pagina è del tutto inattesa e propone un’altra storia forse ancora più strabiliante di quella che abbiamo appena finito di leggere. Una storia che promette di essere altrettanto ironica come la prima, perché grande merito di questo libro è anche l’ironia che nasce dagli eventi e dalle immagini.
R. Denti
(da LiBeR 73)