Come una bolla di sapone
Marie Chartres; trad. di O. Mori
Salani, 2011, p. 109
€ 11,50 ; Età: da 13 anni
Cosa fare di fronte alla morte imminente? Rose, 15 anni, “una biglia nera in mezzo ad agate multicolori” che soffoca il suo disagio di adolescente per una sorta di pudore verso la tragedia familiare, ha un residuo di onnipotenza infantile e decide di regalare al fratello Nathan, dribblando un destino che non gli permetterà di diventare adulto, una prima volta con Iris. Dialoghi serrati, momenti introspettivi dalla prosa densa di immagini, il magma dell’adolescenza intrecciato al dolore della perdita: il tutto in un andante-mosso narrativo dal tono sempre lieve e privo di qualsiasi sentimentalismo. Sullo sfondo un mondo adulto senza risposte, ma anch’esso smarrito nel dedalo delle domande con un padre “tossico del tempo libero”, incapace di mantenere un impiego fisso, una madre iper razionale e una nonna trincerata dietro l’eccentricità. Senza alcun riserbo sul tema della morte e con estrema lucidità nell’indagine dei sentimenti, la francese Chartres pone come contrappeso narrativo ed esistenziale “ai ragni nei polmoni” di Nathan, la scoperta dell’amore. Rose si imbatte nello strambo e coetaneo Zeus che, in un metaforico inseguimento dell’assoluto, fotografa di nascosto chi si tuffa in piscina cercando quell’attimo perfetto dove si annulla lo spazio tra acqua e nuotatore. A sua sorella chiederà “il regalo” per Nathan che, bruscamente, la riporterà però a un piano di realtà: “Potrai anche inventarti storie in cui si può amare qualcuno all’improvviso oppure farci l’amore senza averlo mai desiderato, ma la vera storia, quella, sarà sempre lì e non cambierà.” La vera storia, l’abbandono, potrà essere affrontato, accettato e superato solo reinventandosi attraverso l’altro, attraverso Zeus, come Rose sensibile e complesso, che, capendola senza parole, stabilirà un’affinità e un tipo di sentimento per cui la parola amore troverà la sua giusta collocazione oltre la “ragnatela”.
Elena Baroncini
(da LiBeR 93)