L’autobus di Rosa
Fabrizio Silei, ill. di Maurizio A. C. Quarello
Orecchio acerbo, 2011, p. 40
€ 15,00 ; Età: dai 9 anni
Chissà perché, quando da piccoli si sente pronunciare la parola “museo”, si riesce tutti, incondizionatamente, a tremare di paura. Paura della noia o del tempo non passato a giocare.
Allora cosa succede quando un piccolo bimbo americano viene portato da suo nonno in un museo di automobili?
Succede che il bimbo ha paura di vedere qualcosa che non gli interessi minimamente, paura di perdere del tempo.
E invece Ben non sa ancora che, anche nei musei, è possibile ascoltare delle storie.
Il nonno porta Ben a Detroit a vedere un autobus. Uno di quelli in disuso, che dovrebbero essere andati in discarica già da un bel pezzo.
Nell’autobus c’è la foto in cornice di una donna con una medaglia, e il nonno comincia a raccontare.
Una storia terribile, di segregazione e violenza, di un gruppo che si chiamava ku klux klan, di un tempo assurdamente vicino in cui i neri negli Stati Uniti non potevano neppure sedersi in autobus negli stessi posti dei bianchi e, anzi, dovevano cedere anche i pochi posti a loro concessi.
Il nonno racconta di essere stato là dentro in quel giorno importante e di aver visto quella signora, Rosa Parks, che con sguardo fiero decise, lei l’unica e sola, di non alzarsi, di dire “no” e di farsi arrestare, facendo partire la fine della segregazione, diventando un simbolo per le generazioni future. Bellissimo albo illustrato L’autobus di Rosa di Orecchio Acerbo.
La scrittura di Fabrizio Silei è semplice e precisa, fatta di speranza, arriva al cuore ma anche al cervello, raccontando un pezzetto di Storia.
Le illustrazioni pregevoli di Maurizio Quarello non si limitano a fare da cornice, ma narrano come in una sorta di danza assieme alle parole. Quarello ci porta dentro l’America del tempo con i colori, i vestiti, i volti, e, cosa più importante, lo fa omaggiando la pittura americana: nella tavola finale Hopper è tutto lì, nel suo splendore.
Maria Serena Melillo
(da LiBeR 93)