L’ultima possibilità
Seita Parkkola, ill. di Jani Ikonen; trad. di N. Rainò
San Paolo, 2011, p. 365
€ 18,00; Età: da 12 anni
Borea, come il vento freddo del Nord, è il nome del protagonista di questo romanzo d’esordio della finlandese Seita Parkkola.
Ed è Borea stesso che racconta, anzi si racconta, portando il lettore, pagina dopo pagina, dentro la sua storia, che si svolge in un dove imprecisato in cui luce e buio, libertà e oppressione si incontrano, si scontrano e si intrecciano di continuo.
Luci che feriscono gli occhi nella scuola modello dell’Ultima Possibilità, buio nella fabbrica dove si nascondono i ragazzi perduti. Borea ha 12 anni, capelli color lino, i rasta e un inseparabile skate su cui vola senza paura. Ma è davvero un ragazzo così perduto da meritare una scuola come la Casa delle Possibilità? No, è solo un adolescente insofferente delle regole, che ha voglia di libertà, che se vede un treno sente una smania incontenibile di saltarci sopra e di immaginarsi una nuova vita. Agli adulti, però, il sogno, la speranza, il bisogno di volare e di volare con la fantasia, fanno una gran paura. Così Borea entra in questo istituto modello, trasparente come una sfera di cristallo, per diventare un ragazzino obbediente. “Il sottoscritto Borea Brandi sceglie l’avvenire”, così recita il contratto che firmerà davanti al preside e ai suoi genitori per sfuggire al destino dei Ragazzi Perduti, dimenticati per sempre. E subito deve rinunciare al suo skate, imprigionato in una bacheca e vivere le sue giornate sotto il controllo di Vezio, il migliore amico scelto per lui e di Pirja, la fidanzatina che gli viene assegnata.
Ogni passo, ogni gesto è spiato e a Borea non rimane altro che guardare dalla finestra dell’aula verso la fabbrica, verso la torre dove si nasconde India, la ragazza misteriosa che appare e scompare magicamente e che sa disegnare meravigliosi e coloratissimi graffiti. È inevitabile che Borea sia irresistibilmente attratto da India e dai bui meandri della fabbrica. Insieme scopriranno gli inquietanti segreti che si nascondono nei sotterranei della scuola, insieme daranno una nuova e diversa possibilità a tutti i ragazzi “addomesticati” che vivono nell’istituto.
Il racconto è accompagnato dalle chine di Jani Ikonen, un bianco e nero in assoluta sintonia con le ombre e le luci della storia.
Paola Bertolino
(da LiBeR 92)