La ricerca della terra felice
Uri Orlev ; trad. di O. Bannet e R. Scardi
Salani, 2011, p. 245
€ 15,00 ; Età: da 12 anni
“Ho ormai ottant’anni, eppure questo mio ultimo libro è stato una sorpresa per me. Benché il mio amico mi abbia raccontato la sua storia già tre anni fa, non ero affatto sicuro che l’avrei scritta. Poi, all’improvviso, è accaduto.”
È una sorpresa anche per noi l’ultimo libro di Uri Orlev, del quale l’autore ci svela la genesi in queste poche righe. Una sorpresa perché non siamo semplicemente di fronte a un’altra “storia di guerra”, che assume i contorni di una commovente e autentica “storia di crescita”, capace di trasformare le vicende narrate in un’avventura imprevedibile e avvincente. Ma perché Orlev, con questo nuovo libro, ci fornisce anche importanti spunti di riflessione su temi centrali della nostra Storia recente – le atrocità del secondo conflitto mondiale, le tappe dell’emigrazione ebraica, il crollo delle ideologie del Novecento, il dramma dello sradicamento, la nascita dello stato israeliano – il tutto filtrato attraverso gli occhi del giovane protagonista, che non rinuncia a guardare al futuro con la speranza e l’innocenza tipiche dell’infanzia.
Eliusha ha cinque anni e vive in una piccola cittadina polacca, quando l’inizio della guerra induce la sua famiglia alla fuga e il padre ad arruolarsi nell’Armata Russa. Quella che sembra una vita impossibile alla sua famiglia, scaraventata in un remoto villaggio del Kazakistan in mezzo al fango, al gelo e al più assoluto isolamento, diventa al contrario una straordinaria avventura per Eliusha, che stringe profonde amicizie con i coetanei, riuscendo poco alla volta a sentirsi nuovamente a “casa” in quell’ambiente inospitale. Ma la morte del padre e la fine della guerra lo costringono a nuovi e laceranti spostamenti, fino al lungo e pericoloso viaggio verso la Palestina, dove sarà catapultato in un kibbutz e nelle contraddizioni legate alla nascita del nuovo stato israeliano, l’agognata “terra felice” cui rinvia il titolo del libro.
Una storia capace di metterci in contatto con la Storia attraverso lo sguardo molteplice e sfaccettato dei suoi protagonisti, che ce la restituiscono in tutta la complessità, consentendoci un approccio al contempo critico e empatico agli eventi narrati.
Gabriela Zucchini
(da LiBeR 92)
