L’isola di fuoco
Emilio Salgari, Luca Caimmi
Orecchio Acerbo, 2011, p. 48
(Lampi)
€ 18,00 ; Età: da 11 anni
Anno di celebrazioni per Salgari, il romanziere morto suicida il 25 aprile di cent’anni fa. Amato e osannato da una schiera di fedelissimi lettori, spesso ormai più adulti che bambini, lo scrittore veronese è stato un prolifico inventore di storie in cui avventura, mare ed esotismo si sono sempre intrecciati.
Tra le tante rievocazioni e rivisitazioni, la casa editrice Orecchio acerbo ha scelto un titolo salgariano forse meno noto di altri, L’isola di fuoco, e lo ha reinterpretato in una chiave molto moderna grazie alle illustrazioni di Luca Caimmi, artista tra i più noti anche all’estero, vincitore di numerosi premi e presente nelle più importanti rassegne, ultima in ordine di tempo quella di Bratislava.
Salgari, che pure, come si ama raccontare, non si era mai mosso da casa o quasi, era tuttavia un accurato selezionatore di notizie, un pignolo ricercatore tra le più diverse fonti. I suoi libri raccontano di mondi esotici a lui sconosciuti e tuttavia ricostruiti con grande puntigliosità. Così è per L’isola di fuoco, storia ispirata alla vicenda reale dell’isola di Fernandinea, comparsa in seguito a un terremoto, tra Sciacca e Pantelleria, contesa tra diversi Stati e scomparsa nuovamente dalla carta geografica dopo solo un anno. Fugace apparizione che ha ispirato Salgari, l’isola del fuoco sorge, però, nel Mar del Pacifico ed è intercettata da una nave che la vede bruciare per poi inabissarsi.
Nel racconto di Orecchio Acerbo la narrazione si sviluppa lungo due percorsi, quello della parola e quello delle immagini. La suspense e il ritmo narrativo, tipici delle avventure del padre del Corsaro Nero, sono mantenuti intatti. L’isola di fuoco di Luca Caimmi non è, però, una terra emersa che inspiegabilmente brucia ma un’enorme piattaforma petrolifera che incendiandosi rappresenta un rischio mortale per l’uomo e l’ambiente. Sono immagini che rivisitano la storia originale dello scrittore veronese in una chiave moderna, la stessa molto probabilmente che avrebbe potuto ispirare Salgari se fosse vissuto in questo nostro millennio.
Vichi De Marchi
(da LiBeR 92)
