Il bambino di vetro
Fabrizio Silei
Einaudi Ragazzi, 2011, p. 212
(Storie e rime)
€ 10,50 ; Età: da 10 anni
Figlio unico in una nobile famiglia italiana di inizio Novecento, Pino spia la vita dalla finestra: una spossante malattia lo rende vulnerabile a tutto, isolato dalla vita scolastica e dai giochi di strada. Con l’unica compagnia di precettori e donne di servizio, la solitudine domestica è il destino che i genitori gli prospettano, il prezzo della loro soffocante apprensione.
Pino ha 10 anni quando riceve in dono un libro speciale. C’è un drago rosso in copertina ma, dentro, le pagine sono vuote: è un diario, di quelli senza date, con l’invito a riempirlo dei più intimi segreti.
C’è un misto di attrazione e ostilità nell’affrontare l’abisso di questa sfida, una vertigine che lo scuote fin dalle prime pagine, con un grido furioso: “Che segreti vuoi che abbia io? Stupido diario. Non lo vedi che non ho neanche una vita?”.
Quando la complicità del padre gli permette le prime uscite per strada, Pino inizia a raccontarsi: ogni capitolo un segreto, ogni segreto un capitolo nella sua storia di iniziazione al mondo. Presto diventa capitano di una delle bande rivali del paese, stringe alleanze, combatte nemici; conosce il calore dell’amicizia, la complessità delle relazioni. Lo svantaggio diventa punto di forza; la fragilità del vetro ha nel suo rovescio la pungente durezza di una scheggia, la potente trasparenza della consapevolezza.
Elementi classici del romanzo d’avventura per ragazzi sfumano nel tono introspettivo della forma-diario, mentre le coordinate narrative di luogo e tempo sono sapientemente imprecisate (così come il nome della malattia). È l’uso spiazzante di questi registri che permette di offrire il libro a ragazzi in età “di passaggio” (11-12 anni), che intuiranno come mai il drago rosso sia solo in copertina: avventura ed eroismo non richiedono più mostri da abbattere ma solitudini da valicare, identità da manifestare.
È un ininterrotto sospiro di sollievo la lettura di questo breve, elegante romanzo di Silei. Ti conforta del fatto che si può ancora scrivere per ragazzi con rigore e poesia, intrecciando il rispetto verso i giovani lettori con la sensibilità per la grande letteratura: il collante dell’onestà intellettuale e lo slancio dell’urgenza creativa.
Fausto Boccati
(da LiBeR 92)
